Un nuovo episodio di violenza ha scosso il quarticciolo, noto per le sue difficoltà legate alla criminalità. Lunedì 7 luglio un ragazzo di 25 anni, cittadino tunisino, è stato ferito da colpi d’arma da fuoco in via Manfredonia. La vicenda conferma la fragilità della situazione nel cuore del quartiere est di Roma e richiama l’attenzione sulle dinamiche che agitano quel territorio.
Il ferimento in strada e le prime ricostruzioni
L’agguato si è consumato poco dopo il tramonto nella serata del 7 luglio. Il giovane, già conosciuto alle forze dell’ordine per precedenti episodi, è stato raggiunto da almeno due proiettili sparati da ignoti. Uno dei colpi lo ha centrato alla gamba causando una ferita grave ma non letale.
Immediati i soccorsi: il ragazzo è stato trasportato al policlinico Tor Vergata dove i medici hanno proceduto con un intervento chirurgico per estrarre i proiettili. Le condizioni sono serie ma stabili; non rischia la vita.
L’attacco sembra avere tutte le caratteristiche di un avvertimento diretto a chi opera negli ambienti criminali locali. Via Manfredonia rappresenta infatti una zona calda dove gli equilibri tra gruppi rivali sono delicati e spesso sfociano in episodi violenti come questo.
Silenzi che pesano: nessuna collaborazione con gli investigatori
Nonostante la gravità dell’accaduto e la possibilità di individuare gli autori grazie anche a testimonianze dirette o immagini video, il giovane ferito ha deciso di non parlare con i carabinieri intervenuti sul posto.
Non ha fornito dettagli su chi possa averlo preso di mira né indicazioni sul mezzo usato dai sicari – se uno scooter o un’automobile –, mantenendo così uno stretto riserbo sull’intera vicenda.
Questo muro di omertà alimenta sospetti su una possibile faida interna agli ambienti dello spaccio nella zona est della Capitale. Il silenzio delle vittime o dei testimoni rende più difficile far luce sugli eventi ma conferma quanto radicate siano certe logiche criminali nel quartiere.
Contesto criminale teso dopo operazione della guardia di finanza
Poche ore prima dell’agguato, la guardia di finanza aveva condotto un blitz importante proprio nel quadrante tra quarticciolo e roma est smantellando presunti traffici illegali collegati anche a esponenti della ’ndrangheta calabrese.
Questa azione repressiva potrebbe aver scatenato reazioni violente all’interno delle reti malavitose presenti sul territorio provocando nuove tensioni tra clan rivali impegnati nella gestione dello spaccio locale.
La coincidenza temporale fra l’operazione delle forze dell’ordine e l’attentato lascia aperta questa ipotesi come possibile causa scatenante del gesto armato contro il giovane tunisino gambizzato lunedì sera a via Manfredonia.
Indagini serrate sui luoghi dell’agguato per trovare prove utili
I carabinieri del nucleo investigativo – settima sezione hanno effettuato rilievi accurati sulla scena del crimine recuperando bossoli ed elementi utili all’inchiesta mentre continuano a scandagliare l’intera area alla ricerca eventuale telecamere pubbliche o private che possano aver ripreso movimenti sospetti nei minuti precedenti o successivi al fatto criminoso.
Le immagini raccolte potrebbero rivelarsi decisive nell’identificazione degli aggressori così come altre tracce fisiche rinvenute durante gli accertamenti tecnici sulla strada.
Al momento nessuna pista viene esclusa, benché quella legata ad uno scontro interno allo spaccio rimanga quella più plausibile secondo fonti investigative.