
Un gruppo criminale organizzato dall’Europa dell’Est utilizza tattiche violente, come l’uso di ruspe e incendi, per colpire depositi logistici nel milanese; le indagini dei carabinieri hanno svelato alleanze tra bande ucraine e moldave, con continui tentativi di furto nonostante le misure di sicurezza. - Unita.tv
L’episodio avvenuto nella notte al Milano Logistic Center di Lacchiarella segue un modello criminale già noto nelle aree industriali e logistiche di Milano e dintorni. Negli ultimi mesi, una serie di colpi con modalità simili ha interessato depositi di materiale tecnologico e merci di valore, evidenziando una strategia ben definita nel modo di agire delle bande che provengono dall’Europa dell’Est. La dinamica delle aggressioni e le risposte delle forze di sicurezza sono al centro delle indagini coordinate dai carabinieri del Nucleo investigativo.
Le aggressioni con la ruspa: tecnica usata per abbattere cancelli e ostacoli
Tra l’8 e il 9 aprile 2025 un gruppo di ladri ha preso d’assalto un deposito di materiali tecnologici a San Giuliano Milanese, già preso di mira nel 2023 con un furto da 1,5 milioni di euro. La fascia oraria è notturna e gli strumenti impiegati mostrano una pianificazione accurata: i malviventi usano una ruspa come ariete per abbattere cancelli di sicurezza. La violenza della metodologia è accompagnata da azioni per rallentare le forze dell’ordine, come incendiare auto poste a bloccare strade principali.
Nel colpo notturno di ieri al Milano Logistic Center la dinamica si è ripetuta. La fase più critica è stata l’intervento armato delle guardie giurate presenti, che hanno costretto i malviventi alla fuga senza bottino, nonostante l’evidente arroganza dell’atto. Questa tattica di sfondamento combinata con ostacoli incendiati è ormai un tratto caratteristico di queste gang, che operano con squadre composte, ben preparate e con ruoli definiti.
L’organizzazione criminale dietro i raid: alleanze tra ucraini e moldavi
Le indagini dei carabinieri di Milano hanno portato alla luce un numero crescente di rapporti tra bande criminali provenienti da Ucraina e Moldavia. Nel novembre 2024, sette persone sono finite in carcere nell’ambito dell’operazione “Strelka“, coordinata dalla gip Natalia Imarisio e da due pm, con il contributo del Nucleo Antirapine.
Il nome dell’operazione prende spunto dal gergo usato nell’ambiente criminale dell’est Europa e coincide con un esempio classico di collaborazione: gli ucraini preparano le auto usate per bloccare le strade e incendiarle, mentre i moldavi organizzano materialmente i furti. Questo livello di coordinazione rende molto difficile per le forze dell’ordine intervenire prima che avvenga il colpo e complica la raccolta di prove.
I precedenti e il filo conduttore delle indagini partite dal 2022
L’indagine è iniziata il 5 gennaio 2022, dopo un furto alla Esprinet di Cambiago risalente al 28 dicembre 2021 e con un bottino di oltre 110mila euro in dispositivi informatici. A partire da questo episodio, i carabinieri hanno ricostruito una serie di raid simili tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
Tra gli obiettivi delle bande, articoli elettronici, metalli preziosi come oro e rame e merce di lusso, come scarpe firmate Chanel e Bottega Veneta. Le intercettazioni hanno permesso di identificare due figure chiave: V.N., quarantenne ucraino, e I.P., moldavo cinquantenne, protagonisti della comunicazione e organizzazione dei furti.
Frasi ascoltate nelle intercettazioni, apparentemente criptiche, descrivevano l’offerta di partecipare a nuovi colpi, spesso interpretate con nomi in codice. Si tratta di un sistema collaudato per tenere segrete le azioni pianificate e limitare il rischio di infiltrazioni.
La strategia delle forze dell’ordine e gli sviluppi recenti
Il colonnello Antonio Coppola e il tenente colonnello Fabio Rufino hanno guidato le azioni investigative, coordinate con i magistrati, che hanno permesso di interrompere questa catena criminale più volte. Le misure cautelari emanate a fine 2024 sono un segno di un lavoro serrato che punta a indebolire queste reti.
Pur con difficoltà derivanti dalla mobilità dei gruppi e dalla rapidità dei raid notturni, la sinergia tra controlli sul territorio e attività di ascolto si è dimostrata decisiva. Al momento il fenomeno non accenna a diminuire, continuano a registrarsi tentativi d’effrazione. L’esperienza mostra come ogni colpo tentato lascia tracce importanti che le forze dell’ordine raccolgono per prevenire successivi attacchi.
Le operazioni che coinvolgono gruppi organizzati e violenti tengono alta l’attenzione nel milanese e nelle regioni circostanti. Risulta fondamentale mantenere una rete di controllo e coordinamento tra le varie procure e le squadre investigative per arginare questa criminalità specializzata.