Il Friuli Venezia Giulia si conferma all’avanguardia nel controllo dei rischi naturali grazie all’impiego di fibre ottiche e strumenti radar. Al centro di ricerche sismologiche di Udine, l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale ha illustrato le nuove tecnologie per il monitoraggio del territorio, frutto del progetto Pnrr Itineris. L’obiettivo è potenziare la sorveglianza di terremoti e frane in modo continuo e preciso, con investimenti mirati e un impegno a lungo termine.
Il progetto itineris e il finanziamento per la ricerca sismica in Friuli
Il progetto Itineris, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha garantito circa 17 milioni di euro a Ogs per sviluppare infrastrutture proprie al monitoraggio del territorio. È prevista una gestione pluriennale di queste installazioni, che dovranno restare operative e accessibili per almeno dieci anni. Questo impegno a lungo termine è essenziale per assicurare un controllo costante e approfondito dei fenomeni naturali.
Giuliana Rossi, vicedirettrice del centro di ricerche sismologiche e coordinatrice del WP Solid earth & Land surface di Itineris, ha sottolineato come l’investimento si traduca in un potenziamento delle capacità di sorveglianza del territorio, non limitandosi a fondi una tantum ma puntando alla continuità della ricerca.
Tecnologia delle fibre ottiche per captare deformazioni nel terreno
La novità principale riguarda l’uso delle fibre ottiche attraverso il sistema Distributed Acoustic Sensing , che permette di trasformare reti di fibra ottica in potentissimi sensori sismici. Le fibre ottiche, di proprietà regionale e di Insiel, si estendono su vaste aree della regione: un impulso laser attraversa queste fibre e viene rifratto da piccole impurità, creando un segnale capace di rilevare anche le più piccole deformazioni del terreno.
Questi segnali si raccolgono in migliaia di punti lungo la fibra, consentendo una misurazione dettagliata e continua dell’attività sismica. Il sistema integra anche una tavola vibrante, utilizzata per calibrare e verificare le sensibilità del metodo. Giuliana Rossi ha spiegato che questa tecnologia apre nuovi orizzonti nella comprensione della genesi dei terremoti, perché consente di individuare fenomeni precoci e di studiare con precisione l’evoluzione delle tensioni nel sottosuolo.
Il centro sperimentale pitop di Travesio e la sorveglianza avanzata delle frane
Nel sito sperimentale di PiTop, a Travesio, si testano soluzioni avanzate per monitorare frane e alluvioni. Qui si combinano fibre ottiche, sensori in pozzo, droni e rilievi aerei per simulare scenari post-evento e raccogliere dati in tempo reale. Queste attività mirano a creare sistemi di difesa territoriale sempre più efficaci.
Matteo Picozzi, direttore del centro Ogs, ha evidenziato l’importanza della collaborazione con l’Università di Firenze per sorvegliare zone particolarmente a rischio, come il passo della Morte nei pressi di Forni di Sopra. L’uso coordinato di strumenti terrestri e aerei migliora la capacità di previsione e gestione delle emergenze legate all’instabilità del territorio.
Nuovi sviluppi e l’installazione di una stazione sismica in mare a Lignano
Il monitoraggio sismico della regione si estende anche all’ambiente marino con l’installazione imminente di un sismografo sul fondo del mare al largo di Lignano. Questa nuova stazione completa la rete di rilevamento sismico già presente sulla terraferma, ampliando la copertura e aumentando la percentuale di rilevamento tempestivo.
Matteo Picozzi ha definito questa operazione un salto di qualità per la prevenzione sismica in Friuli Venezia Giulia, poiché permette di registrare eventi sismici che iniziano o si propagano dalla zona marina, offrendo così dati preziosi per la gestione del rischio in un’area geograficamente complessa.
La combinazione di tecniche tradizionali e strumenti all’avanguardia sta cambiando il modo di monitorare e affrontare i rischi naturali in regione. Grazie a investimenti significativi e un approccio a lungo termine, le autorità scientifiche regionali possono contare su dati continui e dettagliati che migliorano la sicurezza e la capacità di intervento sul territorio.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Rosanna Ricci