Lo scorso anno, una balenottera di dieci metri era stata scoperta morta sotto i pontili di Porto San Rocco a Muggia, nel golfo di Trieste. Dopo l’affondamento controllato del cetaceo nel mare aperto da parte degli esperti dell’Area marina protetta di Miramare, sono partite le operazioni per riportare in superficie i suoi resti. Il recupero dei materiali ossei e dei fanoni si concluderà con la ricomposizione dello scheletro e la sua futura esposizione pubblica durante la Barcolana. L’intervento coinvolge istituzioni e ricercatori, puntando a conservare e valorizzare questo esemplare unico per studio e divulgazione.
Il ritrovamento e il recupero della balenottera sotto i pontili di Porto San Rocco
Nel giugno 2024 il cadavere di una balenottera di dieci metri è stato scoperto fra le strutture sommerse dei pontili di Porto San Rocco, a Muggia. Data l’impossibilità di lasciare il corpo in decomposizione sotto costa, l’Area marina protetta di Miramare ha scelto di affondare l’animale nel golfo di Trieste, una scelta finalizzata a preservare il corpo in un ambiente più idoneo e ridurre rischi per la navigazione o inquinamento. Questa decisione ha mantenuto la possibilità di recuperare successivamente i resti per scopi scientifici.
A distanza di quasi un anno, sono state avviate le operazioni di sollevamento. Lo scorso aprile 2025 hanno preso il via con il supporto della Capitaneria di porto e del Nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza di stanza a Trieste. Le condizioni di visibilità limitata, soprattutto intorno ai 20 metri di profondità, hanno reso il lavoro complesso ma gli operatori subacquei di Shoreline, collegati a Miramare, sono riusciti a riportare in superficie un’ampia porzione della colonna vertebrale della balenottera, dalla coda fino alle vertebre cervicali. Un recupero di grande valore scientifico, in particolare per la qualità dello stato dei reperti e per l’importanza della specie.
Importanza scientifica del recupero e cura dei fanoni della balena
Fra i pezzi più significativi riportati in superficie, ci sono i fanoni, strutture rigide che la balenottera usa per filtrare il cibo. Questi esemplari erano stati precedentemente spostati in un’area protetta vicino a Miramare per evitare perdite o danni. Nel corso delle settimane, i fanoni sono stati messi al sicuro in attesa di essere studiati e poi conservati. Il loro stato permette di approfondire le caratteristiche biologiche e alimentari della specie, elementi fondamentali per la ricerca marina.
Gli esperti sottolineano come la conservazione di questi fanoni, unita alla colonna vertebrale, offra un quadro dettagliato per ricostruire la morfologia della balena. Il recupero non si limita quindi a un’operazione tecnica, ma rappresenta un’occasione per la scienza per studiare le specie marine nel golfo di Trieste e la salute degli ecosistemi locali.
Il ruolo dell’Università Di Padova nella ricomposizione dello scheletro
Dopo il recupero, i reperti della balenottera sono stati consegnati ai veterinari e ricercatori del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova. Qui si occuperanno di procedere alla ricomposizione dello scheletro. Il lavoro prevede il delicato assemblaggio delle varie ossa, il consolidamento dei pezzi più fragili e la preparazione per una successiva esposizione.
La tappa seguente sarà una parziale ricostruzione dello scheletro, con l’obiettivo di renderlo visibile e comprensibile per il pubblico. Questo tipo di interventi richiede competenze specializzate in anatomia comparata e conservazione dei materiali biologici. Si potrà così valorizzare la balenottera anche come strumento educativo per mostrare la grandezza di questi mammiferi marini e sensibilizzare sui rischi che corrono.
La futura esposizione durante la Barcolana e il possibile museo a Trieste
L’esemplare di balenottera sarà una delle attrazioni della prossima Barcolana, regata storica che si tiene a ottobre nel golfo di Trieste, evento ideale per portare l’attenzione su temi legati al mare. Esporre lo scheletro durante la manifestazione permetterà a cittadini e visitatori di ammirare un gigante del mare e conoscerne la biologia.
Parallelamente si discute già del futuro della balenottera dopo la Barcolana. Il direttore dell’Area marina protetta di Miramare, Maurizio Spoto, ha segnalato l’avvio di contatti con il Comune di Trieste per valutare una musealizzazione definitiva nell’ambito del Museo di Storia Naturale in Porto Vecchio. Nessuna decisione definitiva è stata ancora presa e sono allo studio soluzioni per conservare il cetaceo in modo adeguato e valorizzare la sua storia. L’intento principale è dare alla balenottera una “seconda vita” capace di colpire emotivamente chi la vede, evidenziando l’importanza della tutela del mare e dei suoi abitanti.
Il ritrovamento e il recupero di queste ossa rappresentano un momento importante per la cittadinanza e la comunità scientifica locale, segnando un nuovo capitolo nel racconto del mare Adriatico e dei suoi straordinari abitanti. Gli sviluppi futuri della balena di Muggia saranno sicuramente monitorati con interesse da più parti.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Luca Moretti