Il giallo non è solo un enigma da risolvere ma anche un veicolo per affrontare temi sociali e culturali. Paolo Pichierri porta avanti questa idea nel suo ultimo libro, “La chiave di via Rastello”, ambientato a Gorizia, una città che diventa cornice di questioni politiche e identitarie. La presentazione del volume ha dato il via a una rassegna culturale dedicata alla narrativa del mistero, sottolineando l’importanza della lettura oltre l’aspetto investigativo.
Il nuovo giallo di Paolo Pichierri: molto più di un semplice enigma
Paolo Pichierri ha scelto di arricchire il suo racconto con riflessioni sul sociale, andando oltre la risoluzione del mistero tipico del giallo. Nel romanzo “La chiave di via Rastello”, infatti, si intrecciano questioni legate alla società, alla politica e alla religione. Pichierri, scrittore e giornalista con un background in estetica, ha voluto rompere con l’idea tradizionale dei gialli come mero passatempo borghese, un concetto espresso dal celebre aforisma di Bertolt Brecht. L’autore ha spiegato di aver voluto “aprire la gabbia e liberare il leone che era in me”, un riferimento alle parti più creative e profonde del suo lavoro che si traducono in dialoghi e pensieri del romanzo.
Questa attenzione ai temi di fondo è evidente nella struttura del testo, pensata per coinvolgere il lettore su più livelli. Oltre allo svolgimento dell’intrigo, ci sono passaggi che esplorano la società contemporanea, elementi religiosi e politica, senza perdere però di vista il piacere della narrazione. Pichierri ha messo il lettore al centro della sua scrittura, cercando di offrire un’esperienza narrativa che abbina suspense e consapevolezza di problemi reali.
Un evento culturale per presentare il romanzo e inaugurare la rassegna “Trame a Palazzo”
Il libro è stato presentato nella cornice storica di Palazzo de Nordis, a Cividale del Friuli, dando il via al ciclo di incontri “Trame a Palazzo”. Lo spazio culturale accoglierà sette appuntamenti fino a settembre, dedicati a racconti di mistero e riflessioni culturali. L’iniziativa è stata aperta dall’assessora alla Cultura Angela Zappulla, che ha sottolineato il valore degli eventi per stimolare il dialogo attorno alla letteratura contemporanea.
Durante la presentazione il giornalista e scrittore è stato intervistato da Tiasa Gruden, che ha guidato la conversazione e ha introdotto la lettura di alcuni brani scelti, interpretati dall’attrice Sara Alzetta. Il momento ha permesso di cogliere il lavoro dietro la scrittura, in cui Pichierri ha voluto liberare una parte di sé meno giornalistica e più artistica. Ha confessato di aver scoperto una vena creativa nuova, che ha definito “non aggressiva” come temeva.
L’evento ha dimostrato il dialogo tra letteratura e società, un’occasione per riflettere su come un genere popolare come il giallo possa accogliere spunti di discussione su realtà complesse.
La relazione tra comunità italiana e minoranza slovena vista da Pichierri a Gorizia
Gran parte del romanzo si svolge a Gorizia, città di confine nota per il convivere di comunità diverse, in particolare italiane e slovene. Pichierri ha affrontato il tema della convivenza tra queste due realtà, mettendo in luce una dinamica asimmetrica. La minoranza slovena si trova in una posizione di vantaggio linguistico perché quasi tutti gli sloveni parlano italiano, mentre la maggioranza italiana non conosce la lingua slovena.
Questo squilibrio contribuisce a mantenere una certa distanza culturale. Gli sloveni, così, hanno interesse a preservare la propria identità, evitando una fusione troppo rapida con la componente italiana. Secondo Pichierri, ci sono due elementi che potrebbero modificare questo scenario: la tecnologia e una nuova attenzione verso il valore della lingua. La traduzione simultanea potrebbe abbattere le barriere linguistiche che oggi separano le due comunità.
In più, una politica culturale che valorizza il patrimonio linguistico potrebbe fare la differenza. Lo sloveno, pur non essendo una lingua usata come mezzo principale di comunicazione, può essere sostenuto come patrimonio culturale, fatto paragonabile a quanto avviene con il friulano. Nel romanzo questa realtà emerge con forza, offrendosi come spunto per approfondire problematiche di identità e convivenza che interessano tutta l’area di confine e oltre.
La narrazione di Pichierri si intreccia così con riflessioni socio-culturali che vanno oltre il racconto di suspense. Questo approccio fa del giallo uno strumento per stimolare interrogativi reali legati alla convivenza, alla lingua e alle trasformazioni che la società sta attraversando.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Rosanna Ricci