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Omicidio a Gemona: madre e compagna pianificano e compiono il delitto con crudeltà inaudita

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Omicidio a Gemona, madre e compagna arrestate per il delitto. - Unita.tv
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La cronaca nera di Gemona del Friuli ha visto un caso di violenza domestica con risvolti tragici e inquietanti, che hanno coinvolto una donna e la sua nuora nella morte di un uomo. Il fatto, avvenuto nella notte tra il 25 e 26 luglio 2025, ha avuto come vittima Alessandro, ucciso brutalmente dalla compagna e dalla madre. Le motivazioni, i dettagli del delitto e le conseguenze giuridiche emergono da una ricostruzione dettagliata degli inquirenti.

La pianificazione del delitto in vista della fuga in Colombia

Il giorno segnato come obiettivo per il crimine era programmato da settimane, collegato al trasferimento improvviso della famiglia in Colombia. Alessandro avrebbe dovuto lasciare definitivamente l’Italia il 26 luglio, insieme alla compagna Mailyn Castro Monsalvo e la loro bambina di sei mesi. Il viaggio serviva a evitare una condanna penale definitiva per lesioni personali gravi, risalente a un episodio esterno alla famiglia, che ne avrebbe impedito l’espatrio e portato al carcere.

La madre di Alessandro, Lorena Venier, ha giocato un ruolo centrale nell’organizzazione del piano, incentivata dalla richiesta della nuora. Mailyn era vittima di violenze continue da parte di Alessandro e temeva per la propria incolumità una volta all’estero, se rimasta sola. La decisione di compiere l’omicidio si è dunque originata da una situazione di terrore e determinazione a interrompere la spirale di abusi. La donna ha proposto esplicitamente di uccidere Alessandro prima della partenza per rendere irreversibile la sua fuga.

A seguito di questa scelta è partita una lunga fase di preparazione. La madre ha acquistato un bidone per nascondere il corpo, insieme a calce per tentare di cancellare le tracce. Gestiva ogni dettaglio, consapevole delle difficoltà nel disfarsi del corpo senza destare sospetti. Il trasferimento in Colombia sarebbe stato usato come giustificazione alla scomparsa del figlio: chi avrebbe pensato a un delitto se Alessandro fosse semplicemente sparito per un cambiamento di residenza?

La dinamica cruenta e i dettagli dell’omicidio

La sera dell’omicidio è iniziata con un confronto acceso tra Alessandro, la madre e la compagna. La lite scaturiva da motivi banali, come la cena non preparata e il rifiuto di Lorena di accompagnarli all’aeroporto. La tensione è evoluta in un’escalation fatale. Viene infatti confermato che la vittima è stata immobilizzata prima dall’uso di un farmaco sciolto in una limonata, un tentativo di ridurne la capacità di reazione.

Nonostante la sedazione iniziale, Alessandro mostrava ancora segnali di attenzione. La madre ha allora somministrato una dose di insulina per indurre un sonno più profondo. Solo allora la donna e la nuora hanno cercato di soffocarlo, inizialmente senza successo con le mani nude. In questo momento è avvenuta la mossa finale: la compagna ha usato i lacci delle scarpe per completare l’uccisione.

Subito dopo, insieme con la madre, hanno sezionato il corpo in tre pezzi, utilizzando un utensile da lavoro per il legno. I resti sono stati occultati all’interno di un bidone nel garage, coperto di calce per evitare l’odore e il degrado. Tutti questi dettagli sono stati forniti dalla madre nell’interrogatorio, tracciando un quadro macabro che ha segnato la svolta nel procedimento penale.

Le ripercussioni giudiziarie e le condizioni della famiglia coinvolta

Dopo la confessione di Lorena Venier, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per lei. La nuora, invece, ha ricevuto una misura più attenuata: è stata posta nel carcere femminile di Venezia, ma nell’istituto a custodia attenuata per madri . Questo perché le sue condizioni psicologiche e fisiche impediscono al momento il ricongiungimento con la figlia infantile. La bambina, affidata ai servizi sociali, ha ricevuto molte richieste di affidamento o adozione da diverse parti d’Italia, segno della solidarietà verso il caso.

La famiglia di Mailyn si è resa disponibile a prendersi cura della piccola, con i genitori e una sorella che hanno offerto supporto. Restano le indagini aperte per chiarire ogni punto della vicenda e il processo a carico delle due donne inizierà presto.

Il caso di Gemona si inserisce nei numerosi episodi di violenza domestica che portano a gesti estremi, con una dinamica familiare complessa e tragica. I fatti rivelano una realtà difficile e la determinazione messa in atto da più persone, che hanno scelto di andare fino in fondo a un progetto che ha fatto emergere la drammaticità di un rapporto segnato dalla paura e dalla violenza.

Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi

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Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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