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Malghe friulane in trasformazione: la mostra di Ulderica Da Pozzo a Malborghetto

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Malghe friulane reinterpretate nella mostra di Ulderica Da Pozzo a Malborghetto. - Unita.tv
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La vita nelle malghe delle Alpi Friulane sta cambiando profondamente. A raccontarlo è la mostra fotografica “Passaggi – Sul fil dal timp” di Ulderica Da Pozzo, in programma a Malborghetto dal 3 agosto al 7 settembre 2025. Un viaggio che ripercorre quarant’anni di storia, lavoro e mutamenti nelle malghe, mettendo in luce il passaggio tra generazioni, il ruolo crescente delle donne e il rischio che alcune di queste realtà si spengano.

“Passaggi” al Museo Palazzo Veneziano: immagini e voci dalle malghe friulane

Dal 3 agosto, il Museo Etnografico Palazzo Veneziano ospita la mostra che raccoglie un archivio visivo e sonoro costruito da Da Pozzo lungo quattro decenni. L’esposizione si divide in due parti: la mostra principale dentro il museo e una serie di installazioni immersive sparse in alcune malghe della zona, come Malga Zermula, Malga Tarondon, Rifugio Chiadinas, Malga Pozof e Malga Losa.

Le foto, stampate su materiali resistenti per l’esterno, sono accompagnate dai testi scritti a mano dalla fotografa, che aiutano a entrare nel vivo di ogni luogo. Le immagini raccontano le trasformazioni sociali e ambientali delle comunità di montagna, dai lavori tradizionali di allevamento e produzione del formaggio, fino al cambio di passo nella gestione delle malghe.

Le interviste raccolte, molte in friulano, aggiungono un valore prezioso. Sono voci dirette dei malgari più anziani e dei nuovi gestori, che raccontano a cuore aperto la fatica e la passione per queste terre.

“Passaggi nelle terre alte”: un progetto che unisce istituzioni e comunità

La mostra fa parte di un progetto più ampio, “Passaggi nelle terre alte”, promosso da Border Studio S.C. e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. All’iniziativa partecipano vari enti: la Comunità di montagna Canal del Ferro e Val Canale, la Cooperativa Malghesi della Carnia e Val Canale, la Comunità di montagna della Carnia e l’Università di Udine.

L’obiettivo è documentare la vita nelle terre alte delle Alpi, raccogliendo testimonianze e materiali multimediali per preservare la memoria e stimolare nuovi modi di gestire il territorio. Il progetto mette insieme studio e realtà concreta, sottolineando problemi come l’invecchiamento degli operatori e la difficoltà di trasmettere le conoscenze tradizionali.

Un punto chiave è il coinvolgimento di donne e giovani, visti come la speranza per mantenere vive queste attività.

Donne e giovani: la nuova linfa delle malghe friulane

Negli ultimi anni, il volto dei malgari è cambiato molto. Una delle novità più evidenti, raccontata nella mostra, è l’aumento del ruolo di donne e giovani nell’alpeggio. Se prima la gestione passava di padre in figlio, oggi sempre più donne prendono in mano le redini delle malghe.

Questo stravolge vecchi stereotipi sulla montagna e il lavoro rurale. Le testimonianze raccolte mostrano donne che portano idee nuove e un’attenzione più forte alla sostenibilità, sia ambientale che culturale. I giovani, pur alle prese con le difficoltà economiche e il richiamo della città, rappresentano una speranza concreta, con energie fresche per far ripartire queste realtà.

Non manca però il rovescio della medaglia: alcune malghe rischiano di chiudere, vittime della mancanza di ricambio generazionale e del calo di interesse. La mostra mette a nudo questa fase di cambiamento, dove serve ripensare i modelli e valorizzare le risorse locali.

Quarant’anni di storie e immagini: il lavoro di Ulderica Da Pozzo

Ulderica Da Pozzo documenta la vita nelle malghe friulane dagli anni Ottanta, con uno sguardo attento ai cambiamenti culturali e sociali. Il suo lavoro, che unisce fotografia ed etnografia, si basa su un rapporto diretto con le persone, raccolte attraverso interviste in friulano.

Dalle immagini emerge la complessità delle comunità alpine: il lavoro quotidiano con gli animali, le tradizioni legate alla montagna, le difficoltà e le trasformazioni. I testi autobiografici della fotografa aiutano a capire meglio queste storie, mentre le registrazioni orali sono una fonte preziosa per ricostruire la memoria collettiva.

La mostra vuole coinvolgere il pubblico in un’esperienza che fa toccare con mano la vita di chi ancora oggi lavora sulle malghe, creando un ponte tra passato e presente. Le installazioni all’aperto portano le fotografie nei luoghi stessi dove sono nate, amplificando l’impatto dell’esperienza.

Il lavoro di Da Pozzo è così un archivio vivo, che conserva un pezzo importante della cultura delle Alpi friulane e racconta le trasformazioni in corso, invitando a riflettere sulle sfide che attendono queste comunità.

Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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