Negli Stati Uniti stanno entrando risorse grazie ai dazi imposti su alcune importazioni. Questo flusso di denaro, però, sembra legato a condizioni temporanee più che a cambiamenti strutturali. Il momento attuale vede le imprese ferme ad aspettare sviluppi, e quindi i pagamenti delle tariffe imposte si riflettono direttamente nelle casse pubbliche. Questo scenario ha generato discussioni tra esperti sul reale impatto dei dazi sul bilancio statunitense e sulle prospettive future della politica economica americana.
Impatto immediato dei dazi sulle entrate fiscali statunitensi
Le Entrate derivanti dai dazi doganali hanno mostrato segnali concreti nell’immediato. Infatti, l’aumento delle tariffe su beni importati ha portato introiti supplementari nelle casse federali. Un fattore chiave in questa dinamica è l’atteggiamento attendista delle imprese. Molte aziende preferiscono, per ora, assorbire il costo aggiuntivo dei dazi piuttosto che modificare catene di approvvigionamento o strategie di importazione. Così i pagamenti si accumulano e contribuiscono a incrementare temporaneamente gli incassi statali.
Alberto Bisin, esperto di economia della New York University, ha evidenziato che questa situazione non è stabile. Poiché le imprese stanno ancora valutando le mosse future, l’oggi appare come una fase in cui il gettito daziario è più alto di quello che sarà in futuro. Infatti, il volume delle entrate tende a stabilizzarsi o ridursi una volta che le aziende trovano alternative o riposizionano i propri processi. Per questo motivo, l’aumento dei dazi si riflette ora in maniera significativa nel bilancio, ma non è indicativo di una tendenza duratura.
Limitazioni dei dazi e riflessi sulle attività produttive
I dazi applicati si aggirano tra il 10 e il 20 per cento e, nonostante possano sembrare consistenti, non coprono tutte le componenti legate al prezzo finale dei prodotti. Bisin ha fatto notare che i dazi riguardano solo le merci, escludendo i servizi. Un esempio concreto riguarda l’automobile: la parte maggioritaria del costo, spesso dovuta a consulenze o servizi professionali nella costruzione, non è interessata dalle tariffe doganali. Quindi, anche se un’auto è acquistata negli Stati Uniti, gran parte della sua spesa non ricade sotto l’imposizione dei dazi.
Questa distinzione limita l’effetto complessivo dei dazi sull’economia reale e, in particolare, sul valore totale delle importazioni tassate. L’impatto finisce per essere concentrato su beni specifici, senza estendersi ai servizi, che costituiscono una parte rilevante dell’attività economica statunitense. Per questo motivo, le entrate generate dai dazi forniscono un contributo, ma non trasformano radicalmente la struttura finanziaria nazionale.
Incertezza nelle politiche economiche e conseguenze sul sistema finanziario
Il problema principale oggi sembra risiedere nell’incertezza delle decisioni economiche degli Stati Uniti. Non è chiaro quale sarà la direzione delle tariffe in futuro né se la Federal Reserve manterrà la sua indipendenza nelle scelte di politica monetaria. Le imprese e i mercati navigano a vista, senza chiarezza su regole e condizioni stabilite a lungo termine.
Questa situazione crea un clima di prudenza che influisce sia sulle strategie aziendali sia sulle previsioni macroeconomiche. L’assenza di certezze sulle politiche fiscali e tariffarie alimenta la precarietà, limitando la capacità di investire o riorganizzare le produzioni. In parallelo, le previsioni sul debito pubblico rimangono molto alte, indicando che i dazi, pur generando entrate nel breve periodo, non modificano in modo sostanziale l’andamento complessivo delle finanze nazionali.
La mancanza di una visione chiara pesa sulle aspettative degli stakeholder e rallenta le scelte di mercato. Finché la politica economica non sarà definita, anche il contributo dei dazi resterà un fattore momentaneo, soggetto a revisione e con effetti limitati nel tempo.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Serena Fontana