Una tragedia familiare ha scosso la cittadina di Gemona, in provincia di Udine, dove una donna di 61 anni ha ammesso di aver ucciso e fatto a pezzi il figlio di 35 anni. Nel corso dell’interrogatorio davanti al magistrato, Lorena Venier ha pronunciato parole di forte accusa verso sé stessa, riconoscendo l’atrocità del gesto compiuto. Il caso ha attirato l’attenzione per la violenza e la brutalità delle azioni, ora al centro delle indagini.
Confessione shock durante l’interrogatorio in procura
Lorena Venier si è presentata davanti al sostituto procuratore per rispondere delle accuse legate alla morte del figlio Alessandro. Nel corso dell’interrogatorio, ha ammesso senza indugi la responsabilità dell’omicidio e della mutilazione del corpo. Le sue parole, cariche di rimorso, hanno colpito gli inquirenti, che l’hanno descritta come visibilmente scossa e consapevole della portata del crimine commesso. L’avvocato difensore, Giovanni De Nardo, ha confermato che la sua assistita ha fornito una confessione completa, sottolineando lo stato di profonda turbamento provocato dall’atto violento, che infrange ogni legge e norma naturale.
La confessione ha aperto una nuova fase nel procedimento, con gli investigatori che ora proseguono nelle verifiche per ricostruire con precisione le dinamiche e le motivazioni che hanno condotto a questa tragedia familiare. L’ammissione diretta rappresenta un elemento cruciale per la prosecuzione dell’inchiesta.
Coinvolgimento della convivente nella vicenda
Le autorità hanno riferito che la donna avrebbe agito non da sola, ma insieme alla convivente del figlio Alessandro. Non sono ancora stati resi noti dettagli precisi sul ruolo della compagna nella sequenza degli eventi o sulle modalità in cui ha contribuito al delitto. Le indagini si concentrano ora sul chiarimento di questa complicità e sulla raccolta di testimonianze e prove utili a ricostruire le responsabilità di ciascun coinvolto.
Il legame tra la vittima, sua madre e la convivente resta oggetto di approfondimenti, mentre l’inchiesta procede con l’ascolto di persone a conoscenza dei rapporti familiari e delle tensioni presenti. Resta di rilievo l’aspetto emotivo e psicologico originato da questo episodio, dati i legami stretti e la convivenza condivisa.
Contesto e reazioni nella comunità di Gemona
La notizia dell’omicidio ha suscitato sgomento e preoccupazione tra gli abitanti di Gemona e nei dintorni. La città, solitamente tranquilla, si trova ora di fronte a un caso che scuote i valori della comunità e solleva interrogativi sul contesto familiare e sociale. I cittadini seguono con attenzione gli sviluppi delle indagini, mentre le autorità mantengono un clima di riserbo per tutelare le linee di indagine e le persone coinvolte.
Non sono state ancora comunicate eventuali iniziative da parte della procura o di servizi sociali in merito al supporto destinato alla famiglia o eventualmente rilevanti per la comunità. La vicenda richiama l’attenzione sulle difficoltà che possono nascondersi dietro forme di convivenza e tensioni familiari, spesso poco visibili agli estranei.
Le prossime settimane saranno decisive per chiarire l’intero quadro giudiziario e per stabilire le responsabilità penali in modo esaustivo, al fine di far emergere la verità su un episodio così doloroso.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Andrea Ricci