Il 2 agosto 1980 è una data che ha segnato per sempre la storia d’Italia. A 45 anni dalla strage alla stazione di Bologna, torna sotto i riflettori uno dei capitoli più bui della nostra memoria recente. Le indagini giudiziarie hanno fatto passi avanti importanti, ma restano ancora molti punti oscuri, soprattutto sull’origine e la strategia dietro quell’attentato. L’ex procuratore di Trieste, Carlo Mastelloni, ha ricordato i risultati raggiunti e le difficoltà che ancora si devono superare.
Chi c’è dietro la bomba: i nomi emersi dalle indagini
Nel corso degli anni, i magistrati hanno messo a fuoco diversi protagonisti coinvolti direttamente nell’attentato. Grazie a un lavoro accurato, sono stati ricostruiti i dettagli dell’attacco, individuando chi ha messo la bomba e chi ha finanziato l’operazione, con legami chiari alla loggia massonica P2. Ognuno aveva un ruolo preciso: dagli esecutori materiali ai pagatori, passando per quelli che Mastelloni chiama “serventi al pezzo”, cioè chi ha aiutato concretamente con supporto tecnico o logistico.
Le indagini si sono concentrate soprattutto su chi ha agito direttamente in Italia. Sono emersi collegamenti solidi che hanno chiarito buona parte delle dinamiche interne e l’organizzazione dietro il massacro. E non solo: si è scoperto anche molto sull’attività criminale delle logge coinvolte, con la P2 al centro di tutto.
Il nodo più difficile: chi ha ordinato dall’estero?
Nonostante i passi avanti, resta un grande punto interrogativo: chi ha davvero ordinato e pianificato la strage? Mastelloni sottolinea come l’origine di questa strategia repressiva, probabilmente al di fuori dei confini nazionali, sia ancora sconosciuta. Trovare un mandante oltreoceano si è rivelato complicato. Mancano prove certe e certi ambienti di potere restano impenetrabili.
Così, la strategia che ha portato a questa tragedia non è ancora del tutto chiara. Le indagini hanno fatto luce sui dettagli operativi, ma non sono riuscite a risalire ai livelli più alti e lontani, geograficamente e politicamente. È un nodo ancora da sciogliere, che lascia aperti molti interrogativi e spinge a continuare le ricerche.
Ricordare per non dimenticare: la strage che segna ancora l’Italia
Quel 2 agosto costò la vita a 85 persone e ne ferì più di 200. A 45 anni di distanza, la strage di Bologna resta un ferita aperta nella memoria collettiva italiana. Il suo impatto politico e sociale ha segnato un’epoca e continua a spingere verso la verità, nonostante gli ostacoli e i silenzi.
La nota di Mastelloni fa il punto su quello che si è fatto e su quello che manca ancora. Le inchieste hanno smascherato responsabilità precise e complicità interne, ma resta il compito di capire chi ha deciso tutto dall’alto. Il 45° anniversario è così un momento per chiedere giustizia e trasparenza, per tenere vivo il ricordo e non lasciare che questa pagina resti incompiuta.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Elisa Romano