L’ex governatore lombardo Roberto Formigoni, condannato per corruzione e ormai 78enne, è tornato a farsi notare durante la recente convention di Forza Italia. Sul palco ha ricevuto applausi mentre ricordava i suoi anni al governo della regione Lombardia. La sua presenza ha scatenato reazioni contrastanti tra gli alleati della coalizione di centrodestra e l’opposizione del PD. Intanto si parla già delle prossime candidature politiche in vista delle elezioni.
La presenza di formigoni alla convention forza italia
Roberto Formigoni si è presentato davanti ai partecipanti della convention forzista con un discorso che ha richiamato i tempi in cui guidava la regione Lombardia. Ha sottolineato come molti cittadini ancora oggi rimpiangano quel periodo definendolo «un impianto straordinario» che lo emoziona e lo rende orgoglioso. Le parole hanno suscitato applausi nella sala, segno che il suo ritorno sulle scene politiche non passa inosservato.
Nonostante la condanna per corruzione scontata negli ultimi anni, Formigoni frequenta da tempo ambienti politici ed eventi pubblici legati al centrodestra. Il coordinatore regionale di Forza Italia, Sorte, gli ha riservato un placet implicito lasciando aperta l’ipotesi di un futuro ruolo politico: «Mai dire mai», ha detto l’ex governatore riguardo a una possibile candidatura o incarico attivo.
Questa riapparizione ha però provocato reazioni diverse all’interno dello schieramento politico locale e nazionale. La Lega Nord non sembra intenzionata ad accettare senza riserve il ritorno in auge dell’ex presidente lombardo.
Le reazioni contrastanti della lega nord
Il segretario regionale della Lega, Massimiliano Romeo, ha commentato con tono freddo le dichiarazioni di Sorte e Formigoni parlando apertamente di «sorpresa e rammarico» per le continue punzecchiature rivolte dal coordinatore forzista verso gli alleati del centrodestra. Romeo ipotizza una sorta d’ansia da competizione dietro questi attacchi ma ribadisce che il suo partito preferisce mantenere un atteggiamento costruttivo all’interno della coalizione senza cadere nelle provocazioni.
La posizione ufficiale dei leghisti punta quindi a evitare ulteriori tensioni interne mentre cresce invece l’interesse sull’imminente confronto elettorale dove ogni mossa politica assume peso rilevante nel quadro complessivo degli equilibri regionali.
Questo clima teso riflette anche divergenze più profonde sulla strategia da adottare contro il centrosinistra, soprattutto dopo i segnali evidenti dei dissidi interni fra moderati cattolici presenti nei partiti avversari.
Critiche dal pd sul ritorno al passato rappresentato da formigoni
Dalla parte opposta dello schieramento politico arriva una dura presa di posizione firmata dal capogruppo del PD in regione Pierfrancesco Majorino. Majorino definisce Formigoni come simbolo negativo del passato lombardo: «un modello micidiale» che secondo lui rappresenta una regressione dannosa già vissuta dalla città metropolitana milanese e dalla stessa regione negli anni passati.
Il riferimento va chiaramente agli scandali giudiziari legati proprio all’ex governatore oltre agli effetti politici percepiti come regressivi dalle forze progressiste locali. Per Majorino dunque ogni tentativo d’inserimento o rilancio pubblico dell’ex presidente rischia solo d’alimentare divisione sociale oltreché politica nel territorio lombardo.
Queste parole confermano quanto sia acceso lo scontro tra opposte visioni sul futuro amministrativo locale dove nostalgia storica ed esigenze nuove si confrontano duramente sotto i riflettori mediatici nazionali ed europei.
Posizioni ambigue su candidature future nel centrodestra
Formigoni stesso evita però impegni definitivi riguardo a eventuale candidatura personale o ruolo istituzionale imminente: «In questa fase no», dice chiarendo però che non esclude nulla per il futuro prossimo con quel classico «mai dire mai». L’ex governatore preferisce concentrarsi sulla scelta del candidato ideale piuttosto che sulle etichette politiche tradizionali come civico o politico puro proposte dai vari leader interni alla coalizione forzista-liberale-conservatrice.
Secondo lui conta trovare chi meglio possa incarnare spirito e volontà comune più che seguire logiche partitiche rigide; può essere uno qualsiasi purché rappresentativo degli interessi moderati cattolici presenti anche nel centrosinistra ma oggi disorientati dai dissidi interni ai loro stessi gruppi politici nazionali o locali.
Anche Giuliano Albertini interviene sulla questione candidaturale milanese criticando indirettamente l’ipotesi proposta da Ignazio La Russa per Mauro Lupi sostenendo rischierebbe nuovamente una sconfitta netta rispetto allo sfidante diretto. Albertini sottolinea così quanto sia delicata la partita politica cittadina specie se affidata esclusivamente a candidati riconducibili ai partiti tradizionali senza capacità attrattive trasversali maggioritarie.
Le mosse future saranno osservate attentamente dagli addetti ai lavori perché potrebbero cambiare radicalmente equilibri consolidatisii nell’arena politica regionale italiana, specie nella capitale economica Milano.