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Filippo manni chiede aiuto al padre durante il colloquio in carcere dopo l’omicidio della madre

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Filippo manni, il giovane di 21 anni detenuto nel carcere di lecce, ha lanciato un appello disperato al padre durante un recente incontro in cella. Il ragazzo è finito in prigione la sera del 17 giugno scorso, accusato di aver ucciso la madre con un’ascia da boy scout per un rimprovero legato a un saluto mancato al rientro a casa. Nel corso del colloquio ha manifestato fragilità e angoscia chiedendo sostegno e conforto.

Il dramma familiare dietro l’omicidio: cosa è successo

Il fatto risale alla sera del 17 giugno a racale, cittadina nel salento dove Filippo viveva con la famiglia. La vittima è Teresa sommario, madre del ragazzo e donna molto conosciuta nel paese. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, Filippo avrebbe reagito in modo violento dopo che la madre lo aveva rimproverato per non averla salutata al suo ritorno a casa. L’aggressione si è consumata con un’ascia da boy scout che il giovane aveva a disposizione.

L’episodio ha sconvolto profondamente la comunità locale, abituata a una famiglia tranquilla e senza precedenti segnali di tensione così gravi. Le forze dell’ordine sono intervenute tempestivamente arrestando Filippo poche ore dopo i fatti.

Tensioni familiari e reazioni della comunità

La comunità è rimasta sconvolta, non immaginava che potessero esserci problemi di questa gravità in una famiglia considerata serena. Le forze dell’ordine hanno confermato la rapidità dell’intervento, fondamentale per fermare la situazione.

Il colloquio in carcere: le parole di filippo manni al padre daniele

Durante l’incontro con Daniele manni, padre di Filippo, quest’ultimo ha mostrato uno stato emotivo molto fragile. Ha chiesto più volte che non lo abbandonassero e implorava aiuto per poter affrontare quello che sta vivendo dentro se stesso. Il pianto lungo e sincero testimonia uno stato psicologico compromesso dalla gravità della situazione.

Filippo si è informato sulle condizioni delle zie materne e dei fratelli gemelli della madre chiedendo anche loro potessero incontrarlo presto. Ha inoltre voluto sapere dettagli sui funerali della mamma Teresa sommario dimostrando consapevolezza degli eventi familiari esterni alla sua detenzione.

Tra le richieste rivolte al genitore c’è stata quella di avere quaderni dove poter scrivere i propri pensieri o emozioni probabilmente come forma di sfogo o riflessione personale all’interno del carcere.

Fragilità emotiva e bisogno di conforto

“Non voglio essere lasciato solo in questo dolore,” ha detto Filippo al padre, mostrando una vulnerabilità evidente che ha commosso anche gli agenti presenti.

Possibili sviluppi legali: perizia psichiatrica sul giovane detenuto

L’avvocato difensore Francesco fasano sta valutando attentamente le condizioni psicologiche del suo assistito per decidere se richiedere una consulenza psichiatrica ufficiale da parte dei medici legali incaricati dal tribunale penale competente.

La richiesta potrebbe servire ad accertare lo stato mentale di Filippo durante l’aggressione alla madre ma anche ora che si trova ristretto dietro le sbarre ed esprime segnali evidenti di disagio emotivo profondo.

Il quadro clinico sarà fondamentale nella gestione processuale futura visto che può influenzare sia strategie difensive sia eventuali misure alternative o trattamenti sanitari obbligatori previsti dalla legge italiana nei casi simili.

Written by
Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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