Femminicidi in Italia nel 2025, oltre quindici vittime nei primi mesi dell’anno
Il 2025 segna un aumento drammatico dei femminicidi in Italia, con oltre quindici vittime nei primi mesi, evidenziando la necessità di interventi urgenti contro la violenza di genere.

Nel 2025, l'Italia registra un aumento drammatico di femminicidi, con vittime spesso uccise da partner o ex, evidenziando la gravità della violenza domestica e la necessità di interventi urgenti. - Unita.tv
Il 2025 si conferma un anno drammatico per la violenza contro le donne in Italia. Solo nei primi mesi sono state oltre quindici le vittime di femminicidio, molte uccise da uomini a loro vicini, spesso mariti, ex compagni o fidanzati. La cronaca racconta storie di aggressioni brutali, avvenute in città e piccoli paesi, con modalità terribili che mostrano ancora una volta la gravità del fenomeno e la necessità di interventi concreti.
Femminicidi tragici nelle regioni italiane: i casi più recenti e agghiaccianti
Nel corso del 2025, le notizie di femminicidi hanno coinvolto varie province italiane, portando alla luce situazioni di dramma familiare e di violenza estrema. Tra le vittime c’è stata Fernanda di Nuzzo, una maestra d’asilo di 61 anni, accoltellata a Grugliasco dal marito davanti alla figlia. È stato un gesto di violenza improvvisa che ha lasciato sgomenta la comunità locale. A pochi giorni di distanza, in provincia di Napoli, Martina Carbonaro, una ragazza di 14 anni, è stata uccisa dall’ex fidanzato che ha ammesso il delitto. Questo caso ha riportato l’attenzione sulla giovane età delle vittime e sull’escalation di violenza nelle relazioni giovanili.
Un episodio a civitavecchia che evidenzia la violenza domestica
Un episodio recente ha coinvolto Teodora Kamenova, cittadina bulgara di 47 anni, sorpresa e accoltellata a morte dal compagno venezuelano di 54 anni a Civitavecchia il 15 maggio. L’uomo si è poi consegnato ai carabinieri, lasciando la vittima in una pozza di sangue nell’androne del palazzo dove vivevano. Questo caso ha evidenziato ancora una volta come molte violenze si consumino in ambienti familiari o domestici, luoghi che dovrebbero proteggere invece le persone più fragili.
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Metodologie brutali e atti di violenza che segnano ogni omicidio
Le modalità con cui avvengono i femminicidi in Italia denotano una violenza spietata e senza limiti. Per esempio, a Bitonto, in provincia di Bari, il 18 aprile, è stata uccisa Lucia Chiapperini, 74 anni, colpita con 22 forbici dal marito. Le registrazioni audio e video raccolte nei minuti finali della sua vita svelano la crudeltà dell’omicidio: il marito le ha detto “muori, non meriti neppure compassione” prima di chiamare i soccorsi. Questo episodio dimostra la freddezza e la determinazione con cui spesso questi delitti vengono compiuti.
Altri femminicidi recenti in udine e samarate
Pochi giorni prima, a Udine la ex moglie Samia Rejab Kedim, 46 anni, è stata accoltellata dall’ex marito durante un permesso temporaneo dagli arresti domiciliari, complici anche i dispositivi di controllo elettronici. Dopo averla colpita, l’uomo ha tentato il suicidio schiantandosi con l’auto. La coppia aveva tre figli coinvolti in questo dramma senza fine. Tra i casi violenti c’è anche quello di Teresa Stabile, accoltellata a Samarate mentre saliva in macchina. Il marito, dal quale si stava separando, aveva avvisato di voler compiere un gesto estremo tramite lettere-testamento.
Femminicidi che scuotono le città italiane: quando la violenza arriva fino alla strada e nei luoghi pubblici
Il pericolo non si limita solo all’interno delle abitazioni. Il 2 aprile, vicino Roma, è stato scoperto il corpo di Ilaria Sula, studentessa 22enne, trovata all’interno di una valigia in un dirupo nelle campagne intorno a Poli. L’ex fidanzato della giovane è stato arrestato per l’omicidio. In un episodio simile a Messina, il 31 marzo, Sara Campanella, anche lei 22enne e studentessa universitaria, è stata uccisa con una coltellata alla gola nel centro della città da Stefano Argentino, 27 anni, anch’egli studente.
Un caso a spoleto: femminicidio e tentato suicidio
Lo scorso marzo, a Spoleto, la storia di Laura Papadia ha mostrato come i contrasti familiari possano degenerare: la donna di 36 anni è stata strangolata dal marito in un appartamento nel centro. Lui ha tentato il suicidio minacciando di gettarsi dal ponte delle torri, ma è stato fermato. La causa scatenante del litigio che ha portato al femminicidio sarebbe stato il desiderio di Laura di avere un figlio, opposizione del marito.
Casi tragici di femminicidio che colpiscono anche il nord italia e le famiglie con figli
Anche al nord gli episodi recenti mostrano una realtà dura e dolorosa. Il 21 marzo a Napoli, un uomo di nome Ivan Chornenhyy ha ucciso la moglie Ruslana Chornenka colpendola con un oggetto contundente, per poi impiccarsi in bagno. La tragedia è stata scoperta dalla figlia 17enne, una scena che ha lasciato una scia di dolore immenso. Settimane prima, il 13 marzo, a Chignolo Po, Sabrina Baldini Paleni, operatrice sanitaria di una rsa nel lodigiano, è stata strozzata in casa dal compagno, segno che la violenza dilaga in ogni contesto sociale.
Questi episodi rivelano il drammatico bilancio degli omicidi di donne in Italia nei primi mesi del 2025. Le autorità continuano le indagini mentre la società prova a reagire davanti a un fenomeno che mostra un volto crudele e senza pace. I femminicidi non accennano a diminuire, lasciando dietro sé famiglie spezzate e comunità sconvolte.