
A Milano, il comitato "famiglie sospese. vite in attesa" ha manifestato davanti a Palazzo Marino per chiedere lo sblocco dei progetti abitativi bloccati da inchieste giudiziarie, sollecitando una legge "salva famiglie" con il supporto delle forze politiche. - Unita.tv
Il comitato “famiglie sospese. vite in attesa” ha organizzato una manifestazione davanti a palazzo marino a milano, per denunciare l’impasse dei progetti abitativi fermi dopo le inchieste giudiziarie. Il blocco dei cantieri riguarda immobili come scalo house, via savona e le residenze lac di via cancano, dove molti cittadini hanno investito risorse significative. I promotori della protesta sollecitano una soluzione politica, chiedendo ai partiti di approvare una legge che possa sbloccare la situazione.
Le forze politiche rispondono alla manifestazione
Alla manifestazione sono intervenuti esponenti di varie forze politiche, dal centrodestra al centrosinistra, che hanno espresso l’intenzione di sbloccare la situazione legislativa. Erano presenti parlamentari e consiglieri comunali come alessandro cattaneo di forza italia, ivan scalfarotto di italia viva, mariastella gelmini di noi moderati, insieme a rappresentanti della lega e del partito democratico.
Interventi dei rappresentanti politici
Cattaneo ha sottolineato il blocco del disegno di legge “salva milano” al senato e la volontà di riprendere il dialogo per portare avanti il provvedimento, ribattezzato simbolicamente “salva famiglie”. Il suo intervento insiste sul danno che la paralisi produce soprattutto alle famiglie e ai più fragili, che vedono compromessi i propri investimenti e la casa come punto di riferimento. Gelmini ha invece messo l’accento sull’importanza di un accordo trasversale fra le forze politiche, nonostante le divisioni su altri temi, con un coinvolgimento attivo di chi governa a livello locale.
Il comitato famiglie sospese e la protesta davanti a palazzo marino
Il comitato “famiglie sospese. vite in attesa” si è presentato in piazza scala a milano per portare all’attenzione pubblica le difficoltà generate dall’arresto dei progetti urbanistici. La mobilitazione, che ha coinvolto diverse famiglie direttamente interessate, punta a raccogliere l’attenzione dei rappresentanti politici, a cui è richiesto un intervento concreto. I blocchi sono scaturiti da inchieste giudiziarie sulle procedure urbanistiche e hanno congelato cantieri già avviati o prossimi al completamento.
filippo borsellino, portavoce del comitato, ha sottolineato che “questa battaglia non deve dividersi per orientamenti politici, ma trovare un terreno comune.” Le famiglie coinvolte hanno già impegnato risorse e tempo e attendono risposte rapide. La protesta è una richiesta diretta di concretezza da parte della politica affinché si affronti il problema in modo pragmatico. Lo stato di incertezza genera un blocco delle certezza economiche e sociali, che si ripercuote soprattutto sulle fasce più vulnerabili.
Il contesto urbanistico e il peso delle inchieste giudiziarie
Il blocco dei progetti è legato a indagini della magistratura su alcune pratiche urbanistiche a milano, che hanno acceso un faro sulle modalità di autorizzazione e controllo. scalo house, via savona, via cancano rappresentano solo esempi emblematici dove le opere sono state stoppate, lasciando in sospeso migliaia di potenziali abitanti e investitori. L’effetto immediato è quello di un congelamento delle opere pubbliche e private, uno stop che poi si riversa su mercato immobiliare, imprese e famiglie.
L’emergenza nasce anche dal fatto che queste problematiche non si limitano a singoli casi, ma riflettono tensioni più ampie nei rapporti tra politica, istituzioni e cittadini riguardo la gestione del territorio. Le famiglie che hanno acquistato o prenotato case in queste aree si ritrovano senza prospettive certe e senza risposte chiare. La situazione richiede un intervento politico netto, per evitare che l’incertezza si trasformi in crisi sociale.
La richiesta di una legge salva-famiglie e le prospettive future
Il cuore della protesta è la richiesta di una norma ad hoc che tuteli le famiglie coinvolte nelle aree bloccate. Il comitato e i partiti intervenuti auspicano una legge che garantisca il rilancio dei progetti e la tutela degli interessi già investiti dai cittadini. L’obiettivo è evitare nuovi rallentamenti e definire procedure più chiare che impediscano simili crisi in futuro.
La definizione e l’approvazione di una legge “salva famiglie” richiede però un confronto politico ampio e il superamento di divergenze, coinvolgendo Parlamento, governo locale e istituzioni coinvolte nel controllo urbanistico. Il dialogo è già in corso, ma la pressione dalla piazza vuole accelerare i tempi. Il tema si inserisce anche nel più vasto dibattito sulla gestione della città e sul diritto alla casa, aspetti che a milano restano molto sentiti a causa dell’aumento dei prezzi, della domanda abitativa e dell’attenzione verso la qualità degli spazi urbani.
La manifestazione di ieri a milano segna un momento in cui famiglie e politica si sono confrontate pubblicamente, in attesa delle risposte concrete che il caos urbanistico finora ha negato.