
A Milano, il blocco dei cantieri in via Valtellina 40 ha lasciato decine di famiglie in una situazione di incertezza abitativa e finanziaria, tra proteste e difficoltà normative che rallentano la risoluzione del problema. - Unita.tv
L’impasse dei cantieri bloccati nel cuore di Milano ha coinvolto decine di famiglie, ognuna alle prese con l’incertezza legata a investimenti immobiliari sospesi. La situazione più nota si concentra nello sviluppo residenziale di via Valtellina 40, all’ex scalo Farini, fermo da mesi per un provvedimento giudiziario legato a presunte irregolarità. Le conseguenze ricadono su chi ha scelto di investire tempo e denaro in queste abitazioni, trovandosi ora in una condizione precaria. Qui si raccolgono storie personali di chi aspettava una casa, ma si ritrova a dover fronteggiare una situazione complessa e senza sbocco immediato.
Le conseguenze sociali e le proteste delle famiglie coinvolte
Con i cantieri bloccati, molti sono costretti a soluzioni temporanee: alcuni vivono con i genitori, altri in affitto oppure in abitazioni di fortuna. Questa incertezza pesante si traduce in stress, notte insonni e ansie crescenti. Per chiedere una risposta concreta, le famiglie hanno lanciato uno sciopero della fame itinerante, spostandosi da un cantiere sequestrato all’altro, portando simboli forti come le chiavi delle case promesse e un orologio che segna il tempo che passa senza soluzioni.
Il presidio più recente è stato davanti a Palazzo Marino, luogo di potere cittadino, dove hanno incontrato diverse autorità: il sindaco Giuseppe Sala, rappresentanti della Regione Lombardia tra cui Attilio Fontana e i vertici della magistratura impegnati nelle indagini. Fra queste, la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e il suo team di pm coordinano la complessa inchiesta che ha portato ai sequestri.
Filippo Borsellino, portavoce del comitato Famiglie sospese e acquirente delle Residenze Lac ha spiegato che la protesta rappresenta diverse categorie sociali: famiglie tradizionali, famiglie arcobaleno, giovani soli, coppie, pensionati. Tutti accomunati da una richiesta semplice: trovare una soluzione che permetta di avere un posto stabile in città.
Il sindaco Sala ha ammesso che la situazione normativa è complicata e che si sta cercando di intervenire. La normativa urbanistica milanese, infatti, presenta limiti che rallentano la risoluzione dei casi legati ai cantieri bloccati.
Il caso via valtellina e le storie delle famiglie coinvolte
Nel 2023 Simona, 40 anni, ha deciso di investire nel progetto Scalo House, promosso da Green Stone, cercando una casa più grande per la sua famiglia con un bambino piccolo. L’attesa però si è trasformata in frustrazione: i lavori si sono bloccati, il cantiere è sotto sequestro da novembre 2024 per sospetti abusi edilizi. Nel complesso, le costruzioni non riprendono e la situazione giudiziaria si fa spinosa, tanto da ipotizzare anche una possibile confisca dei beni.
Elisa, 36 anni, aveva comprato un appartamento nello stesso complesso nel 2020, investendo una cifra intorno ai 300mila euro. Dopo anni trascorsi in Germania voleva tornare a Milano e ricominciare la sua vita. Anche lei oggi vive con l’incertezza legata al blocco dei lavori. Giorgio Garioni, un impiegato di 38 anni, ha versato il 15% del prezzo pattuito e si trova ad aspettare senza certezze, con il rischio di perdere i soldi già versati. Le somme anticipate sono state utilizzate dall’impresa per sostenere il cantiere, ma l’azienda non dispone di liquidità per rimborsare o risolvere la situazione.
Chi prova a uscire dal progetto incorre in perdite economiche rilevanti, poiché le fideiussioni non possono essere fatte rispettare in modo efficace. Tentare vie legali appare difficile: i ricorsi richiedono risorse economiche e tempi lunghi, ormai incompatibili con le esigenze delle famiglie.
L’impatto sull’affidabilità dei progetti immobiliari e sul territorio milanese
Il caso di via Valtellina 40 non è isolato, ma emblematico di un problema più ampio nella gestione immobiliare a Milano. Giorgio Garioni racconta di come avrebbe dovuto ricevere la sua casa nel 2023, grazie a un bilocale già in suo possesso può evitare il disagio abitativo, ma la situazione resta delicata. Simona si sente tradita dopo aver versato oltre il 30% del prezzo di acquisto, con un figlio nato neonato nel frattempo ormai cresciuto di quattro anni in un’attesa senza fine.
Monica Beretta, residente storica della zona, ha comprato per trascorrervi la vecchiaia, ma ha visto il progetto naufragare tra rallentamenti e sospensioni. Manuela rappresenta la giovane Elisa, tornata dall’estero per vivere a Milano, finita anch’essa intrappolata nella situazione. Queste storie evidenziano quanto i cantieri bloccati non riguardino solo aspetti tecnici o legali, ma abbiano un impatto concreto sulle vite di chi cerca stabilità e un’abitazione.
Questi casi sollevano riflessioni sul controllo delle imprese, sul sistema di monitoraggio dei lavori e sulle responsabilità amministrative in città. Il blocco dei cantieri e le inchieste in corso mettono in luce debolezze tanto nella gestione pubblica quanto nella vigilanza privata.
Rimane alta l’attenzione delle istituzioni, ma la complessità della normativa e la lentezza delle procure impediscono ancora qualunque svolta definitiva per chi ha già investito denaro e speranze in queste costruzioni. La situazione di via Valtellina 40 resta un segnale importante sullo stato delle costruzioni private a Milano, e sulle conseguenze che possono provocare ai residenti quando i problemi non vengono affrontati tempestivamente.