Home Ettore fusco e la politica di opera tra sfide giudiziarie e lotte sul territorio dal 1995 a oggi

Ettore fusco e la politica di opera tra sfide giudiziarie e lotte sul territorio dal 1995 a oggi

Ettore Fusco, sindaco di Opera per oltre due decenni, ha affrontato sfide politiche e giudiziarie, mantenendo un forte legame con la comunità e promuovendo la tutela del territorio agricolo.

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Ettore Fusco, sindaco di Opera per oltre un decennio, è noto per il suo impegno concreto nella difesa del territorio, la sicurezza e la tutela delle aree agricole, mantenendo sempre un forte legame con la comunità locale. - Unita.tv

Ettore Fusco, sindaco di Opera sostenuto dalla Lega, ha svolto un ruolo centrale nella vita politica della città lombarda per oltre due decenni. La sua carriera è stata segnata da momenti di forte tensione, come la protesta contro l’insediamento di un campo rom e vicissitudini giudiziarie che hanno investito l’amministrazione comunale. Il racconto della sua esperienza mostra un legame saldo con il territorio e la capacità di mantenere consensi anche in situazioni difficili.

Radici politiche e primi passi nella lega lombarda

La passione di Ettore Fusco per la politica è nata in giovane età, radicata nei principi della Lega Lombarda, fondata da Umberto Bossi. Fin da ragazzo, ha abbracciato l’idea di un movimento che rivendicava autonomia e federalismo, con un’attenzione forte contro gli sprechi di denaro pubblico, la mafia e la corruzione. Per lui, l’amore per il territorio, la sua terra natale quella del comune di Opera, era strettamente connesso a una politica che andasse incontro ai bisogni dei cittadini.

Nel 1988, appena raggiunta la maggiore età, Fusco aderì ai giovani leghisti, detti “riaa” nel dialetto locale. Quegli anni segnarono l’inizio del suo impegno, con l’intenzione di portare avanti il legame fra politica e territorio. Il movimento di cui faceva parte si opponeva ai grandi centri di potere, come Roma, spesso percepiti come distanti e inefficienti. Questa visione alimentò la sua determinazione a lavorare per dare voce a Opera e al suo hinterland.

La strada verso la politica comunale e i primi incarichi

Il primo tentativo di entrare nel consiglio comunale di Opera risale al 1995, quando Fusco si candidò con la lista della Lega Lombarda al netto delle alleanze con altri partiti. Manca per un solo voto l’ingresso nell’assemblea comunale. Tre anni dopo tentò la polizia di sindaco, ma non trovò ancora consenso sufficiente.

Dalla fine degli anni ’90 iniziò un periodo di opposizione al sindaco di centrosinistra, Alessandro Ramazzotti, che durò un decennio. Durante questo tempo, Fusco si impose come voce critica delle politiche del centrosinistra, concentrandosi su temi che riguardavano la sicurezza e l’attenzione al territorio. Una battaglia importante fu quella contro l’ipotesi di insediare un campo rom nel comune, un progetto che suscitò forti tensioni nella comunità.

Proteste contro il campo rom e le conseguenze giudiziarie

Nel 2006, il sindaco di allora e Fusco si schierarono contro il progetto di un campo rom che avrebbe dovuto sorgere a Opera. Fusco organizzò un presidio permanente, con cittadini che rimasero sul posto per quasi due mesi, anche di notte, per far sentire la loro opposizione.

Questo episodio fece scattare indagini da parte delle autorità. Tuttavia, le verifiche confermarono la legalità delle azioni messe in atto, scagionando Fusco e gli altri promotori del presidio da qualsiasi accusa. La protesta si concluse con il ritiro dell’idea di insediare il campo, un risultato che consolidò la reputazione di Fusco come difensore diretto degli interessi della comunità.

L’elezione a sindaco e il consolidamento del potere politico

Nel 2008, con il centrodestra unito, Fusco riuscì a vincere le elezioni comunali e a diventare sindaco di Opera. Questa vittoria premiò il suo lavoro sul campo, quello che aveva fatto per mettere in sicurezza il territorio e ascoltare i cittadini. La sua leadership si caratterizzò per l’impegno concreto, anche mettendo a rischio la propria vita e legami personali.

Fu rieletto nel 2013 con una maggioranza più ampia che confermava il consenso attorno alla sua figura. Fu un periodo difficile sotto il profilo economico, con tagli e il patto di stabilità che limitarono gli investimenti. Nonostante ciò, si impegnò in battaglie complesse, come fermare la realizzazione di un inceneritore e sostenere il raddoppio della via Ripamonti, arteria importante per la zona.

Risultati amministrativi e scelte di mandato

Uno dei risultati più apprezzati di Fusco è stato riuscire a trasformare il diritto di superficie in proprietà per migliaia di cittadini, con costi molto più bassi rispetto a quanto previsto dalla precedente amministrazione di sinistra. Questo passo ha migliorato la vita di molte famiglie, alleggerendo un onere economico significativo.

Nel rispetto dei limiti imposti dai mandati, Fusco decise di non candidarsi per una terza volta da sindaco. Preferì assumere il ruolo di vicesindaco, rifiutando nel contempo la proposta di candidarsi al consiglio regionale. Fu una scelta dettata dalla volontà di rispettare regole e limiti, mantenendo comunque un ruolo attivo nella politica locale.

La crisi dell’amministrazione successiva e il commissariamento

Dopo il suo mandato e quello del suo successore, un nuovo capitolo movimentato si aprì. Il sindaco Giuseppe Nucera, eletto dopo Fusco, finì coinvolto in indagini giudiziarie che portarono al suo arresto. Lo stesso accadde alla responsabile dell’ufficio tecnico comunale. L’amministrazione fu quindi commissariata per un periodo.

L’intera squadra amministrativa di allora, compreso Fusco che all’epoca non era sindaco, risultò estranea alle accuse. Dopo il commissariamento, Fusco scelse di candidarsi ancora per riscattare l’immagine di Opera e riprendere in mano la guida del paese.

La sconfitta alle urne e il periodo sotto la giunta barbieri

Alle elezioni successive, nel contesto di una divisione interna al centrodestra, vinse per una manciata di voti il centrosinistra con Barbara Barbieri. L’esperienza di quell’amministrazione fu segnata da problemi evidenti per la cittadinanza.

Nei tre anni della giunta Barbieri, molte cose andarono male: la manutenzione della città era carente, spazi verdi trascurati, scuole danneggiate dai ristagni d’acqua, parchi pubblici chiusi al pubblico e persino il palasport e il cimitero in stato di degrado. L’insoddisfazione crebbe rapidamente e in poche ore furono raccolte mille firme per chiedere le dimissioni del sindaco.

La proposta politica di ettore fusco e il legame con la comunità

Il messaggio politico che Fusco porta avanti da sempre non punta a grandi promesse, ma alla credibilità. Grazie alla sua storia, ha dimostrato di essere una figura disposta a impegnarsi direttamente per migliorare Opera, con azioni tangibili in sicurezza e servizi.

La sua esperienza lo ha confermato come un interlocutore concreto in grado di affrontare problemi reali. Opera viene vista come una città da ricostruire, sicura e ordinata, dopo periodi complicati. La sua base elettorale ha sempre apprezzato la presenza costante sul territorio, piuttosto che annunci senza seguito.

La posizione sui datacenter e la tutela del territorio agricolo

Un tema recente riguarda la pressione che grandi aziende stanno mettendo sull’hinterland milanese, con l’insediamento di data center. Queste strutture industriali di grandi dimensioni alterano la conformazione paesaggistica e mettono a rischio aree protette come il Parco Agricolo Sud Milano.

Fusco si è espresso con nettezza sulla questione. Ha detto che a Opera non saranno autorizzate simili costruzioni, salvo modeste strutture localizzate in aree industriali già dismesse. Le zone agricole di Opera, grazie a un piano territoriale messo a punto dalla sua precedente giunta, restano infatti tutelate da ogni nuova espansione urbanistica.

Questo approccio sottolinea un’attenzione costante verso la salvaguardia della natura, elemento che in area metropolitana rappresenta un valore per la qualità della vita e per le tradizioni del territorio.