L’esplosione avvenuta stamattina al distributore di gpl in via dei Gordiani ha provocato 45 feriti, decine di persone sfollate e danni ingenti a edifici circostanti. La vicinanza della stazione di servizio a case, scuole e centri sportivi riapre il dibattito sulla sicurezza degli impianti che erogano gas infiammabile all’interno delle aree urbane. Le autorità indagano sulle cause dell’incidente mentre residenti e associazioni chiedono una revisione delle norme che regolano la presenza di queste strutture nelle città.
La dinamica dell’esplosione e i primi soccorsi
L’incidente si è verificato questa mattina nella zona est di roma, precisamente in via dei Gordiani. Poco prima dell’esplosione, gli operatori del distributore avevano già individuato una perdita di gas ed erano riusciti a delimitare un’area di sicurezza intorno alla struttura. Questo ha limitato le conseguenze peggiori evitando vittime tra chi si trovava nelle vicinanze.
Intervento dei vigili del fuoco
I vigili del fuoco hanno confermato che il gas gpl possiede una soglia d’innesco molto bassa: basta una scintilla o anche solo una scarica elettrostatica per scatenare un’esplosione violenta paragonata da alcuni esperti a “una bomba”. Dopo l’esplosione sono intervenuti rapidamente i soccorsi per assistere i feriti, evacuare le persone dalle abitazioni danneggiate e mettere in sicurezza l’area.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha sottolineato come grazie alle misure adottate prima della deflagrazione si siano evitate conseguenze ben più gravi rispetto ai danni registrati finora.
La posizione delicata del distributore nel tessuto urbano
La stazione erogatrice coinvolta non è tra quelle più centrali della capitale ma sorge comunque in un contesto densamente popolato. Attorno al distributore ci sono campi sportivi, un autodemolitore e soprattutto diversi complessi residenziali con condomini le cui finestre sono andate distrutte dall’onda d’urto.
Scuole e centri sportivi coinvolti
Non lontano dalla struttura ci sono sette edifici scolastici colpiti dai frammenti vetrosi o evacuati per precauzione; proprio davanti sorge inoltre un circolo sportivo con centro estivo per bambini che fortunatamente era quasi vuoto all’ora dell’incidente.
Questa vicinanza fa emergere dubbi sulla compatibilità tra impiantistica per carburanti liquidi infiammabili come il gpl ed aree urbane abitate o frequentate da fasce sensibili come bambini o anziani.
Questioni tecniche sulla gestione del rischio nei distributori gpl
Secondo Valeria Di Sarli, ingegnere chimico del Cnr specializzata nel settore energetico, sarebbe opportuno eliminare completamente i distributori di gpl dentro le città proprio perché presentano rischi difficilmente controllabili quando qualcosa va storto. L’esperta ricorda inoltre che ogni impiantistica deve seguire protocolli rigorosi ma evidenzia come evidentemente qualcosa sia sfuggito nel caso specifico della tragedia romana.
In italia esistono circa 21.600 distributori carburante attivi; quelli che distribuiscono esclusivamente o anche gpl ammontano a circa 4.500 unità mentre nella sola roma ce ne sono 862 totali con oltre cento dedicati al gas liquido pressurizzato. Alcuni impianti, specie quelli storici ubicati vicino monumenti famosi rappresentano casi limite rispetto alla convivenza urbana ma restano ancora operativi fino alla loro rimozione definitiva prevista entro breve tempo.
Gli incidenti legati alle perdite improvvise dimostrano quanto sia fragile la gestione quotidiana: “basta poco perché si scateni l’inferno se non vengono rispettate tutte le condizioni tecniche ed operative previste dalle normative vigenti”.
Reazioni dalla comunità locale e richieste delle associazioni
Tra chi abita nel quartiere Prenestino c’è preoccupazione diffusa da tempo riguardo alla presenza così ravvicinata del deposito GPL rispetto alle abitazioni private. Molti residenti avevano espresso timori su possibili incidenti analoghi già accaduti altrove.
Posizione di federcontribuenti e legambiente lazio
Federcontribuenti ha puntato il dito contro chi concede licenze senza prevedere aggiornamenti adeguati ai rischi reali odierni ricordando che autorizzazioni rilasciate decenni fa dovrebbero essere riesaminate periodicamente. L’associazione sollecita controlli più severi soprattutto dove convivono infrastrutture industriali potenzialmente pericolose insieme ad ambienti fortemente urbanizzati.
Anche Legambiente Lazio sostiene la necessità d’intervenire riducendo progressivamente il numero dei punti vendita GPL dentro roma, consigliando alternative sostenibili quali veicoli elettrici o trasporto pubblico. Il presidente Roberto Scacchi invita quindi ad alleggerire la dipendenza dal carburante fossile diminuendo così situazioni critiche come quella appena vissuta.
Dichiarazioni del presidente del municipio V
Il presidente del municipio V Mauro Caliste attribuisce invece l’accaduto principalmente a errore umano pur confermando conformità normativa degli impianti coinvolti. Sono allo studio trasferimenti logistici importanti, compreso lo spostamento dell’autodemolitore presente nell’immediata prossimità entro primavera prossima, oltre ad ottimizzare coordinamenti con servizi emergenziali quali ambulanze collegate col 118.