Un’esplosione avvenuta il 4 luglio scorso in via dei Gordiani, a Roma, ha riacceso i riflettori sulle condizioni ambientali e di sicurezza intorno all’istituto comprensivo Simonetta Salacone. Il comitato dei genitori ha espresso una dura critica verso la presenza di attività industriali e impianti potenzialmente nocivi nelle immediate vicinanze della scuola. La vicenda mette in evidenza un problema che si trascina da oltre dieci anni senza risposte concrete.
La lunga battaglia del comitato albero magico contro l’inquinamento
Da più di un decennio, il comitato Albero Magico segue con attenzione le problematiche legate all’ambiente circostante l’istituto Simonetta Salacone. I membri del gruppo hanno denunciato ripetutamente la presenza di attività incompatibili con un’area frequentata da bambini piccoli, personale scolastico e famiglie. L’esplosione del 4 luglio non è stata vista come un evento isolato o casuale ma come l’esito inevitabile di una situazione trascurata nel tempo.
Il comitato ha sottolineato che le attività industriali presenti nella zona riversano sostanze tossiche nell’aria quotidianamente. In particolare, la Mcr Metalli opera proprio accanto al giardino della scuola dell’infanzia situata in via Balzani. Questa azienda si occupa dello smaltimento di metalli e avrebbe esposto bambini tra i tre e i cinque anni a rischi concreti per la salute respirando agenti nocivi senza alcuna protezione adeguata.
Le proteste non sono mai venute meno ma fino ad oggi non hanno ottenuto interventi risolutivi dalle autorità competenti. Il rischio ambientale resta elevatissimo soprattutto perché alle lavorazioni industriali si somma anche la presenza di un distributore carburanti poco distante dal plesso scolastico.
Impatto sulla salute dei bambini e sul personale scolastico
I danni provocati dall’inquinamento prodotto dalla Mcr Metalli coinvolgono una fascia molto delicata della popolazione: i bambini dell’asilo nido e della scuola materna dell’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone insieme agli insegnanti, al personale Ata e ai docenti che ogni giorno lavorano nello stesso ambiente contaminato.
L’esposizione prolungata a sostanze chimiche derivanti dallo smaltimento metallico può causare problemi respiratori gravi nei più piccoli mentre gli adulti rischiano effetti cronici dovuti alla permanenza continua in quell’ambiente contaminato senza adeguate misure protettive o controlli sanitari approfonditi.
La denuncia del Comitato Genitori punta proprio su questa situazione ignorata per troppo tempo: “nessun intervento significativo è stato attuato per tutelare chi frequenta quotidianamente quei locali dalla minaccia rappresentata dalle emissioni tossiche provenienti dal retrostante stabilimento industriale.”
Il muro divisorio tra lo stabilimento Mcr Metalli ed il giardino dove giocano i bimbi rende evidente quanto sia sottovalutata questa emergenza sanitaria locale anche alla luce delle normative vigenti sulle distanze minime tra aree produttive potenzialmente dannose ed edificazioni sensibili come scuole o asili nido.
Criticità urbanistiche ed errori nella gestione degli spazi urbani
Nel cuore della denuncia emerge anche una questione urbanistica rilevante: molte delle attività presenti nell’area risultano incompatibili con quella destinazione territoriale così prossima ad edificazioni pubbliche destinate all’infanzia. Nel caso specifico, oltre allo stabilimento Mcr Metalli c’è anche un distributore carburanti che insiste a pochi metri dall’edificio scolastico aumentando ulteriormente il livello di rischio complessivo nell’area circostante via Balzani.
Questa concentrazione problematica evidenzia scelte errate nella pianificazione urbana degli ultimi decenni o mancate verifiche sull’idoneità delle funzioni insediate nei pressi degli spazi frequentati da fasce vulnerabili quali bambini ed educatori scolastici.
Uno scontro tra esigenze produttive e tutela della salute pubblica
La vicinanza fra industrie pesanti – soggette alle normative ambientali specifiche – ed aree dedicate alla formazione infantile richiede valutazioni rigorose che evidentemente sono state disattese oppure sottovalutate dagli enti preposti nel corso degli anni.
L’incidente esplosivo rappresenta solo uno dei segnali drammaticamente concreti dello scontro fra esigenze produttive mal collocate nel tessuto urbano e tutela della salute pubblica soprattutto in ambiti sensibili come quello educativo.
L’allarme resta aperto sia sotto il profilo sanitario sia sotto quello urbanistico; serve attenzione concreta da parte delle istituzioni locali affinché simili situazioni vengano affrontate prima che eventi gravi tornino a verificarsi nelle zone abitate più fragili della città romana.