Esercitazione antiterrorismo a san donato: simulazione di attacco supremaista in metro in vista dei giochi del 2026

Esercitazione antiterrorismo a San Donato Milanese coinvolge forze dell’ordine, personale sanitario e operatori Atm, testando la risposta a un attacco armato in vista dei Giochi Invernali 2026.
A San Donato Milanese si è svolta un’esercitazione antiterrorismo coordinata da forze dell’ordine, personale sanitario e Atm, per prepararsi ai Giochi invernali 2026, simulando un attacco armato in metropolitana con presa di ostaggi e successivo intervento delle unità speciali. - Unita.tv

A san donato milanese si è svolta un’esercitazione antiterrorismo che ha coinvolto forze dell’ordine, personale sanitario e operatori Atm. L’evento nasce come preparazione agli scenari di crisi in vista dei Giochi invernali 2026, con lo scopo di testare la capacità di risposta a un attacco armato in ambiente urbano. Il tutto è stato organizzato senza che gli attori conoscessero in anticipo lo sviluppo della simulazione, in modo da riprodurre la tensione e le difficoltà di un evento reale.

Preparazione e coordinamento delle forze coinvolte sul campo

La prova si è concentrata nelle prime ore del pomeriggio, attorno all’una, in piazza del capolinea della linea gialla della metropolitana. La zona è stata liberata da autisti Atm e mezzi pubblici, per lasciare spazio ai circa 110 operatori coinvolti tra carabinieri, personale sanitario e supporto logistico Atm.

Il Comando provinciale in via Moscova ha diretto l’operazione, con il generale Pierluigi Solazzo a coordinare le varie fasi dall’alto. Nel briefing finale in caserma, le responsabilità sono state assegnate e condivise tra i reparti sul territorio. Il colonnello Antonio Coppola, comandante del reparto operativo, ha assunto il ruolo di centrale di comando e controllo, gestendo le comunicazioni radio e il flusso delle informazioni tra la scena dell’attacco e il comando generale a Roma.

La simulazione è stata studiata per tenere conto delle molte variabili presenti in situazioni reali, come movimenti imprevedibili, presenza di civili e necessità di coordinare molte squadre in spazi ristretti. Per questo motivo è stato fondamentale mantenere una gestione fluida delle comunicazioni e delle risorse, senza schemi rigidi.

Lo scenario dell’attacco e la fuga dei presunti terroristi

Il test è partito da una semplice segnalazione: una Fiat Uno, fermata per un controllo da una pattuglia del Nucleo Radiomobile, ha dato in fuga accelerando e sparando in corsa contro i carabinieri. Nessuno è stato colpito ma l’allarme è scattato immediatamente nella centrale operativa. Le altre pattuglie sono state allertate e si è aperta la caccia.

Giunti a san donato, gli agenti hanno visto la situazione mutare drasticamente: i sospetti si sono rifugiati nel mezzanino della metropolitana. Illimitati i movimenti tra gli ingressi, uno tratteneva uno zaino che subito ha fatto pensare a un possibile ordigno esplosivo.

Uno dei sospetti, catturato in pochi minuti, ha confermato nel corso dell’interrogatorio che il gruppo intendeva piazzare una bomba vicino a un obiettivo della città. Nel frattempo l’attacco è diventato più grave, con tre altri membri del gruppo che hanno preso in ostaggio i passeggeri di due vagoni del metrò.

La risposta delle unità speciali e il ruolo del negoziatore

Da quel momento l’intervento delle forze dell’ordine è diventato più articolato e delicato. Il treno è stato immediatamente isolato, la corrente elettrica tolta e il convoglio bloccato per evitare movimenti pericolosi. Le forze di primo intervento e quelle di supporto operativo sono entrate in azione: si tratta di reparti nati dopo gli attentati a Parigi nel 2015, specializzati nella gestione di crisi ad alto rischio.

Le squadre si sono muovute in modo coordinato, armate e protette, con l’obiettivo di raccogliere informazioni precise sul terreno, valutare la situazione e proteggere gli ostaggi. Il negoziatore del nucleo investigativo ha svolto un ruolo centrale nei contatti con i terroristi, cercando di allungare i tempi e prevenire azioni violente.

L’approccio è stato molto lontano dalle scene drammatiche dei film: sono prevalsi silenzi tesi, appostamenti nascosti dietro pilastri e un lavoro di squadra calibrato e paziente. L’adrenalina è stata tenuta sotto controllo per evitare errori.

Intervento del gruppo di intervento speciale e liberazione degli ostaggi

A un certo punto è scattato il livello massimo di intervento: dal furgone Ducato sono usciti gli incursori del Gis, reparto speciale da Livorno con esperienza in scene di crisi di altissima tensione. Insieme a loro il cane Togo, un pastore belga altamente addestrato con attrezzature protettive.

La mediazione avanzata del gruppo di intervento ha portato alla liberazione degli ostaggi. Questi ultimi, alcuni leggermente feriti ma in realtà truccati, sono stati affidati alle squadre Api e Sos. Sanitario e volontari Croce Rossa, presenti con la direzione generale welfare della Regione, li hanno condotti immediatamente nei nosocomi più vicini: san Carlo, san Paolo e policlinico.

Il riconoscimento e la presa in custodia degli ostaggi si sono svolti con grande attenzione alle condizioni fisiche e psicologiche, facendo sì che la simulazione fosse realistica anche sotto questo profilo.

Conclusione della simulazione con disinnesco e messa in sicurezza

Alle 4.03 della notte, la fase finale è partita con l’azione degli incursori Gis e del cane Togo. I terroristi sono stati bloccati e ammanettati in pochi minuti, neutralizzando ogni minaccia immediata.

A seguire sono entrati in azione i robot degli artificieri, pronti a verificare e far brillare l’eventuale ordigno contenuto nello zaino. L’area intorno alla metropolitana è rimasta chiusa al traffico con veicoli disposti a sbarramento agli incroci e segnali luminosi per indirizzare i cittadini verso percorsi alternativi.

L’esercitazione si è conclusa con la verifica della sicurezza e la bonifica del luogo, lasciando un’esperienza concreta sulle procedure da adottare in caso di attacchi simili. Questa prova ha permesso di testare sul campo tempi, modalità e reazioni delle diverse componenti impegnate nella gestione di eventi terroristici urbani.