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Enterococchi oltre i limiti nelle acque di viterbo, la sindaca frontini ordina il divieto di consumo in alcune zone

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Negli ultimi giorni a Viterbo sono emersi livelli di enterococchi superiori ai limiti consentiti nelle acque potabili. L’allarme ha portato la sindaca Chiara Frontini a firmare un’ordinanza di non potabilità per alcune aree del capoluogo. Parallelamente, la prima cittadina ha sollecitato un incontro tra le autorità sanitarie e gestori dell’acqua per capire le cause di questi problemi ricorrenti e migliorare la comunicazione sulle analisi dei controlli.

L’ordinanza di non potabilita nelle zone servite dal serbatoio settecannelle

La decisione della sindaca è arrivata in seguito alle ultime analisi svolte dall’Arpa Lazio, che hanno rilevato concentrazioni di enterococchi superiori alla soglia di sicurezza. Questi microrganismi indicano una possibile contaminazione fecale nelle fonti d’acqua, con rischi per la salute pubblica. Il serbatoio Settecannelle, da cui dipendono vari quartieri, è stato identificato come il punto critico.

L’ordinanza vieta il consumo dell’acqua senza bollitura preventiva nelle zone servite da questo serbatoio. Il provvedimento è immediato, mirato a ridurre l’esposizione a potenziali agenti patogeni, in attesa che vengano effettuati ulteriori interventi per sanare la situazione.

Questa misura assume un peso particolare visto che, almeno dalle comunicazioni ufficiali, mancano azioni tempestive e un certo ricorso a tecniche di controllo più strette nei mesi scorsi. I residenti sono avvisati tramite comunicazioni ufficiali e devono seguire le indicazioni per la sicurezza quotidiana.

La richiesta di incontro formale tra provincia, asl e talete

Oltre all’ordinanza, Frontini ha scritto al presidente della provincia di Viterbo Alessandro Romoli per convocare un tavolo con Asl e Talete, l’ente che gestisce il servizio idrico locale. L’obiettivo è discutere i motivi delle frequenti non potabilità riscontrate negli ultimi tempi e analizzare le procedure di tracciamento e comunicazione dei dati analitici.

La sindaca sottolinea che “finora la trasmissione dei risultati al comune e agli altri enti coinvolti non è stata adeguata o tempestiva.” Di conseguenza, le misure preventive e correttive non vengono applicate rapidamente, esponendo la popolazione a rischi evitabili.

Il dialogo chiesto riguarda quindi anche la verifica degli strumenti di monitoraggio e dei protocolli di emergenza, in modo da rendere più efficace la risposta alle contaminazioni. Viene chiesta una maggiore trasparenza sulle tempistiche e modalità con cui i dati vengono condivisi, per garantire che ogni allarme sia seguito da un intervento rapido e mirato.

I rischi sanitari legati alla presenza di enterococchi nell’acqua potabile

Gli enterococchi sono un indice di contaminazione fecale e possono rappresentare un pericolo per chi viene a contatto con acqua contaminata. Questi batteri sono spesso collegati a malattie gastrointestinali, infezioni urinarie e altre patologie. Per questo motivo, superare i limiti prestabiliti di legge spinge le autorità a vietare il consumo diretto senza trattamento termico.

L’acqua contaminata può risultare particolarmente pericolosa per anziani, bambini e persone con sistema immunitario compromesso. L’obbligo di non potabilità ha valore preventivo, per evitare l’insorgere di focolai di malattia collegati alla rete idrica.

I controlli periodici, affidati ad agenzie come Arpa Lazio e Asl, sono fondamentali per individuare queste anomalie. Senza un’azione rapida e metodica, la sicurezza dell’intero sistema idrico locale viene meno, con ricadute sulla fiducia dei cittadini nelle autorità competenti.

Le questioni da chiarire tra ente gestore e istituzioni sanitarie

La gestione dell’acqua potabile coinvolge diversi soggetti: il comune, la provincia, l’Asl e Talete. In questo specifico caso di Viterbo, la coincidenza di contaminazioni frequenti ha aperto un confronto serrato sull’efficacia di comunicazione e coordinamento tra questi attori.

Il nodo centrale resta capire come le informazioni sui risultati delle analisi vengano trasmesse tra le istituzioni, e se ci siano carenze procedurali che impediscono azioni immediate. Il comune lamenta ritardi e scarsa trasparenza, che rallentano interventi a tutela della salute pubblica.

Di riflesso, emergono anche questioni tecniche riguardanti la manutenzione delle reti idriche, la potabilità delle fonti e il controllo delle fonti di contaminazione. Il tavolo chiesto dalla sindaca vuole mettere a fuoco tutti questi elementi, per poi passare a soluzioni concrete.

L’esito di queste discussioni sarà importante per i prossimi mesi, soprattutto in vista di possibili variazioni climatiche che potrebbero incidere ulteriormente sulla qualità dell’acqua.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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