Enrico bertolino porta al teatro lirico di milano uno spettacolo di instant theatre con satira e musica
Enrico Bertolino presenta “Se sapevo venivo” al Teatro Lirico di Milano, un mix di satira politica e musica che riflette sulla realtà contemporanea e le trasformazioni sociali.

Enrico Bertolino porta al Teatro Lirico di Milano lo spettacolo “Se sapevo venivo”, un mix di satira politica, musica e attualità che riflette con ironia e rapidità i cambiamenti sociali e politici recenti. - Unita.tv
Lo spettacolo “Se sapevo venivo. Notizie e canzoni di fine stagione” arriva al teatro lirico di milano. Domenica 11 maggio alle 17 enrico bertolino si esibirà con un mix di satira politica, riflessioni sulla realtà contemporanea e momenti musicali. La regia è di massimo navone, con testi elaborati insieme a luca bottura. Lo spettacolo raccoglie cambiamenti istituzionali, eventi internazionali e anche il clima estivo, offrendo uno sguardo immediato e vivace sulla società che cambia.
Bertolino e l’arte dell’instant theatre
Enrico bertolino ha fatto dell’instant theatre il suo marchio. Questa forma di teatro, che si sviluppa attorno agli avvenimenti più recenti, sfrutta la rapidità e la freschezza dell’attualità per creare un dialogo diretto con il pubblico. Bertolino racconta che lo spettacolo è nato a novembre con l’apertura della stagione al teatro lirico di milano e arriverà alla chiusura domenica prossima. Negli ultimi mesi sono cambiate molte cose, anche eventi importanti come il cambio di Papa.
La sfida principale di questo genere teatrale è la velocità con cui la realtà supera spesso la satira stessa. Bertolino ricorda come molte battute su personaggi come Trump risultino superate da ciò che quei personaggi fanno o dicono realmente. A questo si aggiungono temi caldi come il clima, che entra nello show grazie a una narrazione che cerca di rispondere a domande semplici: l’estate sarà calda o meno?
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La spontaneità e la capacità di trasformare in poco tempo dati, notizie, personaggi e situazioni reali in spettacolo rendono questo teatro unico. Bertolino riesce così a catturare l’attenzione degli spettatori, rinnovando in ogni replica la forza della satira, senza perdere contatto con i fatti.
Temi e voci della stagione estiva sul palco del teatro lirico
Nel cuore dello spettacolo c’è una riflessione sul mondo che cambia continuamente. Da un lato ci si concentra sulla politica internazionale e sulle guerre che infuriano in più di 50 paesi, in quello che papa francesco ha definito una “guerra mondiale spezzettata”. Bertolino sottolinea che lo show non sciupa questa grave realtà, ma non vuole nemmeno essere pesante o monotono.
La musica entra in scena per dare colori diversi allo spettacolo: quattro musicisti con strumenti come pianoforte, sax, tromba e chitarra accompagnano la narrazione con brani scelti per sottolineare atmosfere e temi. Tra questi anche canzoni di enzo jannacci, come quella che dà il titolo alla serata e che riprende il rito scherzoso dei milanesi che non vengono mai agli eventi ma promettono sempre: “Se sapevo venivo”.
Nel rispetto di un equilibrio tra leggerezza e attualità, bertolino racconta anche di come la politica italiana finisca per diventare argomento da satira. La premier giorgia meloni non viene presa di mira direttamente, scelta che l’attore motiva con una questione di rispetto verso una donna, ma denuncia “il circo” che la circonda e le complicazioni quotidiane, come la necessità di convivere con la figura di matteo salvini.
Milano, teatro e ironia tra contraddizioni e nuove generazioni
Milano resta al centro dello spettacolo non solo per il teatro lirico che ospita bertolino, ma per l’ispirazione stessa dei contenuti. Milano è descritta come una città vivace, veloce, ricca di contraddizioni. Bertolino racconta i negozi gestiti da extracomunitari, il modo scherzoso con cui si mischiano dialetto milanese e arabo nei saluti quotidiani. Ma non manca la critica a certe rigidezze sociali, come il rifiuto di celebrare lo ius scholae per i figli di quelle stesse persone.
Il teatro resta uno spazio aperto a tutti, sostiene bertolino, anche se la presenza di giovani abituati a piattaforme come tiktok o youtube nelle platee si conferma bassa. Un gioco ricorrente durante gli spettacoli è l’“anzianometro”, un modo per quantificare la presenza multigenerazionale e il rapporto degli spettatori con la scena.
Nel riflettere sulle trasformazioni del teatro milanese, bertolino cita anche esempi come lo spettacolo di fabrizio corona al teatro nuovo. L’artista definisce quel tipo di evento “teatro cazzone”, lontano anni luce dal teatro canzone e dalla satira tradizionale, e richiama una canzone di gaber, “il piacere di non esserci”, come contrappunto ironico al suo titolo.
Sport e passione: la finale di champions league e uno sguardo personale
Forse a sorpresa, bertolino evita di inserire tra i temi dello spettacolo la finale di champions league tra inter e psg, rivalità che lo riguarda da vicino in quanto interista. Quando gli si chiede se parlerà della partita, risponde che il calcio ha raggiunto un’importanza quasi religiosa per molti.
Indica le difficoltà nel fare pronostici, perché chi azzecca un risultato positivo risulta uno sbruffone, chi invece sbaglia, un gufo. Bertolino ha fissato in calendario il momento della partita per poterla vedere a monaco, anche se ancora senza biglietto. Ricorda con ironia che era presente a madrid per una finale vinta dall’inter, ma no a istanbul per quella persa.
Il racconto si chiude senza sconti o frasi di circostanza, evidenziando il modo in cui temi forti, locali, sportivi e sociali si incrociano nello spettacolo di un attore che conosce bene il teatro e il pubblico milanese.