Il 22 luglio 1944, a Tavolicci, un piccolo borgo del comune di Verghereto, in provincia di Forlì-Cesena, si consumò una delle pagine più nere della repressione nazifascista in Emilia-Romagna. Quel giorno persero la vita 64 persone, quasi tutte civili: donne, anziani e ben 19 bambini sotto i dieci anni. Nel 2025 si è tenuta la cerimonia per l’81° anniversario, un momento per mantenere viva la memoria di quella tragedia e ribadire l’impegno per la pace e la democrazia.
Un massacro senza pietà nel cuore della guerra
Era il pieno della Seconda guerra mondiale quando Tavolicci fu teatro di un eccidio compiuto dalle truppe nazifasciste come rappresaglia contro la Resistenza e la popolazione civile. Quel piccolo paese di montagna vide decine di persone uccise, senza distinzione tra uomini, donne e bambini. Le 64 vittime furono scelte tra gli abitanti per seminare paura e dolore.
Quei fatti si inserivano in un clima di violenza diffusa, con scontri continui tra partigiani e truppe tedesche alleate ai repubblichini. Colpire anche i più piccoli mostra tutta la crudeltà e la spietatezza di quell’azione.
Per anni questa strage è rimasta quasi nascosta nella storia pubblica della regione. Solo di recente si è capito quanto sia importante ricordare e raccontare quelle vittime innocenti, per evitare che tragedie simili possano ripetersi. Tavolicci è diventato un simbolo di sofferenza collettiva, ma anche di una comunità che, nonostante tutto, ha saputo resistere moralmente alla guerra.
Le istituzioni e il dovere di non dimenticare
Alla cerimonia per l’81° anniversario erano presenti rappresentanti delle istituzioni regionali, tra cui l’assessora alla Cultura dell’Emilia-Romagna, Gessica Allegni. Nel suo discorso ha sottolineato quanto sia importante mantenere viva la memoria, soprattutto oggi, in un’epoca in cui si cerca sempre più spesso di negare o sminuire il passato. Ha definito la vicenda di Tavolicci una pagina dolorosa, a lungo trascurata, ma ancora essenziale per riflettere su pace, libertà, democrazia e antifascismo.
L’assessora ha ricordato che onorare le vittime significa anche un impegno verso le nuove generazioni, perché conoscano le cause e le conseguenze del nazifascismo. Ha evidenziato il ruolo della legge regionale sulla memoria del ‘900, che sostiene il lavoro con istituti storici e associazioni impegnate a mantenere vive le radici della convivenza democratica. L’obiettivo non è solo ricordare tragedie come quella di Tavolicci, ma anche promuovere ogni giorno la lotta contro discriminazioni e violenze.
Memoria e cittadinanza: un legame che fa crescere
La cerimonia ha messo in luce il legame profondo tra memoria e cittadinanza. Ripercorrere eventi così dolorosi serve a rafforzare la consapevolezza civica e la responsabilità di tutti. Conoscere il passato aiuta a difendere i principi di uguaglianza e i diritti umani su cui si basa la Costituzione italiana. La testimonianza diretta e la trasmissione di queste storie sono strumenti fondamentali per combattere l’ignoranza e il revisionismo.
Coinvolgere scuole, associazioni e comunità locali in queste iniziative stimola il dibattito e la partecipazione attiva. È fondamentale rivolgere l’attenzione ai più giovani, per assicurarsi che il sacrificio delle vittime non venga mai dimenticato. L’antifascismo, inteso come difesa della libertà e della dignità umana, si riafferma così grazie a un impegno collettivo e costante, fatto anche di gesti simbolici come la commemorazione annuale a Tavolicci.
Ogni anno questo appuntamento tiene accesa la memoria di quel 22 luglio 1944, perché la storia resti un monito per il presente e per il futuro.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi