L’operazione “Radici” segna un passo avanti nella lotta alla mafia in Emilia-Romagna. Il Comune di Cervia ha scelto di schierarsi con la Procura di Bologna per fermare le attività criminali sul territorio. Un risultato importante, non solo per la giustizia, ma anche perché ha portato al riconoscimento di un risarcimento danni. L’inchiesta ha messo in luce il controllo illecito di alcuni locali pubblici lungo la Riviera, con metodi tipici della ’ndrangheta.
Cervia in prima linea contro la mafia
Il Comune di Cervia si è costituito parte civile nel processo, dimostrando una forte volontà di bloccare le infiltrazioni mafiose sul proprio territorio. L’amministrazione ha lavorato a fianco della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, guidata dal dottor Marco Forte, seguendo passo dopo passo l’iter giudiziario. La presenza del Comune ha dato peso alla denuncia e ha sostenuto la richiesta di giustizia contro chi ha agito con violenza e illegalità.
L’avvocato Silvia Medini, che ha seguito l’amministrazione, ha spiegato che il coinvolgimento del Comune va ben oltre la semplice richiesta di risarcimento. È soprattutto il riconoscimento della battaglia legale che ha portato a una condanna totale di 98 anni per 21 imputati. Costituirsi parte civile è stato uno strumento fondamentale per partecipare al processo e ottenere un risarcimento a favore della città.
Le accuse e le dinamiche del processo
L’inchiesta ha scoperto numerosi episodi in cui la ’ndrangheta ha imposto il proprio controllo illegale su locali pubblici lungo la Riviera Adriatica. Le accuse sono pesanti: estorsioni, minacce e intimidazioni ai danni dei gestori. L’obiettivo era creare un sistema di controllo con metodi mafiosi, utile anche per il riciclaggio di denaro sporco.
Il processo “Radici” ha confermato come questo gruppo criminale abbia usato la Riviera come base per le sue attività illecite, cercando di infilarsi nell’economia locale. Le pene inflitte, pesanti e complessive, raccontano la gravità dei reati e l’efficacia dell’azione della giustizia.
Risarcimento e tutela del territorio
Grazie al ruolo di parte civile del Comune di Cervia, è stato riconosciuto un danno economico subito dall’ente a causa delle attività mafiose. Il tribunale ha così stabilito un risarcimento a favore della città, un segnale concreto dell’impegno nella difesa della legalità.
L’amministrazione ha voluto ringraziare gli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, che hanno seguito la difesa e rappresentanza nel processo. La loro collaborazione ha permesso al Comune di far sentire forte la sua voce, sostenendo lo Stato nelle indagini e nella lotta contro le infiltrazioni criminali.
Le condanne e il risarcimento sono una risposta netta alla presenza della ’ndrangheta in una zona conosciuta per turismo e commercio. La sentenza mette in luce la fragilità di certi territori, ma anche la forza delle istituzioni che decidono di opporsi a queste forme di illegalità.
Ultimo aggiornamento il 4 Agosto 2025 da Luca Moretti