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Sciopero e minacce di licenziamento alla sofalegname: lavoratori pronti a tornare o partiranno le lettere entro lunedì - Unita.tv
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Sciopero e minacce di licenziamento alla sofalegname: lavoratori pronti a tornare o partiranno le lettere entro lunedì

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Sciopero alla sofalegname, lavoratori sotto minaccia di licenziamento. - Unita.tv
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L’azienda di Forlì Sofalegname si trova al centro di una difficile vertenza che coinvolge operai e sindacati. Il nodo principale è la protesta contro la delocalizzazione produttiva in Cina da parte della società. Tra tensioni, mediazioni e annunci di licenziamenti individuali, la situazione resta incerta e sotto la lente delle istituzioni locali.

La protesta degli operai contro la delocalizzazione in Cina e l’avvio dello sciopero

Da circa due settimane i dipendenti del Gruppo 8 di Forlì, azienda specializzata nel mobile imbottito e che opera per la Sofalegname, hanno dato il via a uno sciopero per opporsi alla decisione della società di spostare la produzione in Cina. Gli operai, parte dei quali di origine pakistana, si sono mobilitati per salvaguardare i posti di lavoro e denunciare quella che ritengono una scelta penalizzante per il tessuto produttivo locale. La protesta si è svolta direttamente nello stabilimento, coinvolgendo una parte significativa della forza lavoro e creando un clima di tensione all’interno dell’azienda.

Il motivo principale dello sciopero è il trasferimento della produzione all’estero, considerato dagli operai un durissimo colpo per l’occupazione e lo sviluppo della zona. Gli stessi lavoratori si sono fatti portavoce dei problemi legati alle condizioni di lavoro e alla sicurezza del posto, soprattutto dopo la vicenda dello scorso dicembre che vedeva già l’azienda coinvolta in una disputa sul reclutamento e sulla regolarizzazione di manodopera straniera. La protesta così non si limita alla vertenza attuale, ma si innesta in una lunga serie di tensioni accumulate negli ultimi mesi.

Le reazioni aziendali sono state immediate e decise, con Sofalegname che ha richiamato i lavoratori al rientro entro lunedì a mezzogiorno, pena l’invio di lettere di licenziamento individuale. La direzione ha indicato nello sciopero un’azione illegittima e ha attribuito la responsabilità ai singoli dipendenti che hanno aderito alla protesta. Si attende quindi una giornata importante per la vertenza, con la posta in gioco che riguarda non solo i posti di lavoro, ma anche le condizioni industriali e sociali che la produzione locale dovrà affrontare nel prossimo futuro.

Le trattative e la mediazione con la regione: aperture e contrasti sul fronte sindacale

Intanto sul fronte istituzionale si registra un tentativo di mediazione guidato dalla Regione Emilia-Romagna. L’assessore al lavoro Giovanni Paglia ha dichiarato in un’intervista che le condizioni per risolvere il conflitto esistono, puntualizzando che l’azienda ha mostrato disponibilità a introdurre ammortizzatori sociali come il contratto di solidarietà. Secondo l’esponente regionale, verifiche tecniche hanno confermato i requisiti per attivare questo strumento, e anche i sindacati avrebbero dato segnali di apertura durante i colloqui.

Tuttavia, nonostante questo spiraglio, secondo l’avvocato della Sofalegname la disponibilità sindacale si sarebbe poi ridimensionata o addirittura annullata. Di conseguenza la società avrebbe deciso di interrompere ogni dialogo sul tavolo tecnico e di rinunciare a valutare misure come la cassa integrazione o altre forme di sostegno economico per i lavoratori. La rottura nel confronto tra parti ha portato a un irrigidimento delle posizioni, con l’azienda pronta a misure drastiche contro chi ha aderito allo sciopero, inviando lettere di licenziamento per giustificato motivo soggettivo.

Il quadro sindacale mostra quindi tensioni evidenti, con i rappresentanti dei lavoratori che denunciano mancanza di garanzie e la volontà da parte dell’azienda di mantenere aperta la sola linea del licenziamento. Questa situazione crea una spaccatura che rende ancora più difficile trovare un’intesa e stabilizzare l’occupazione in un settore già vulnerabile. La trattativa appare incrinata, e le condizioni per una ripresa del dialogo sembrano dipendere dalla volontà di entrambe le parti di rivedere le rispettive posizioni.

La vertenza di dicembre e il reclutamento degli operai pakistani nel capannone

La crisi attuale si innesta in una situazione già complessa, che trova le sue radici negli eventi dello scorso dicembre. Allora, un gruppo di operai pakistani venne reclutato e, in molti casi, ospitato direttamente all’interno del capannone produttivo. Questa modalità aveva sollevato preoccupazioni riguardo alle condizioni di lavoro e alla legalità degli accordi presi, generando una mobilitazione sindacale che aveva portato alla contrattualizzazione di quei dipendenti.

I sindacati, in particolare Sudd Cobas, hanno messo in relazione quella vicenda con la difficoltà attuale dell’azienda, osservando che la regolarizzazione di quella manodopera, insieme all’intenzione di spostare la produzione all’estero, rappresenta la fonte principale della crisi. Secondo i sindacalisti, la decisione di delocalizzare in Cina è una risposta che penalizza ulteriormente i lavoratori, pochi giorni dopo aver messo fine alle condizioni di impiego precario.

Quelle tensioni, quindi, non sono nuove ma si sono accumulate nel tempo, segnando un percorso di conflitti e scontri tra azienda e forza lavoro. La vertenza attuale porta allo scoperto questioni legate a diritti del lavoro, pratiche produttive e strategie di mercato che coinvolgono non solo la Sofalegname, ma più in generale la realtà industriale locale. Le prospettive restano incerte e le scelte delle prossime ore saranno decisive per il destino di molti dipendenti.

Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Rosanna Ricci

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Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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