Un gruppo di ragazzini è finito nei guai a Parma. Sono accusati di una serie di rapine e minacce ai danni di altri giovani della stessa età. La polizia ferroviaria ha arrestato tre minorenni, mentre un quarto, che si trova all’estero con la famiglia, è ancora sotto indagine. Ecco cosa è successo e come si sono svolti i fatti.
Minorenni fermati a Parma per rapine ai danni di altri ragazzi
Nel luglio 2025, la polizia ferroviaria di Parma ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal tribunale per i minorenni di Bologna. Le misure riguardano tre ragazzi coinvolti in una serie di rapine. Un quarto minorenne, invece, si trova al momento nel suo Paese d’origine con la famiglia, in attesa di provvedimenti. Le ordinanze sono state chieste dalla Procura minorile.
L’indagine ha ricostruito numerosi episodi in cui il gruppo, formato da giovanissimi, si avvicinava ad altri coetanei, li circondava e li minacciava per farsi consegnare soldi e dispositivi tecnologici. I beni più spesso rubati erano smartphone e auricolari, oggetti di facile rivendita e grande richiesta tra i ragazzi.
Come avvenivano le aggressioni
Le rapine non erano improvvisate ma ripetute e organizzate. Le vittime venivano affrontate in gruppo, spesso in luoghi pubblici come fermate degli autobus o stazioni ferroviarie. Il numero superiore di assalitori e la sorpresa erano usati per intimidire con parole e gesti minacciosi.
Gli investigatori hanno raccolto diverse testimonianze, sia dalle vittime che da chi ha assistito agli episodi. Grazie a queste dichiarazioni, hanno potuto ricostruire con precisione le dinamiche delle aggressioni e i metodi di pressione psicologica usati dal gruppo, che puntava a ottenere rapidamente beni da usare o rivendere.
La sistematicità e la violenza delle azioni hanno convinto il giudice a disporre le misure cautelari in carcere per i minorenni coinvolti.
Le decisioni del tribunale e la situazione attuale
Il tribunale per i minorenni di Bologna ha accolto la richiesta della Procura, ritenendo alto il rischio che i ragazzi potessero ripetere i comportamenti criminali. Così, tre di loro sono stati portati nel carcere minorile di Bologna.
Il quarto indagato è invece all’estero con la famiglia, nel suo Paese di origine. Le autorità italiane stanno seguendo la situazione e valutano possibili interventi futuri, in collaborazione con le autorità locali.
La giovane età degli indagati e la gravità dei fatti impongono molta cautela nei prossimi passaggi giudiziari. Sarà importante trovare un equilibrio tra la protezione delle vittime e le possibilità di recupero per i ragazzi coinvolti. Il caso resta aperto e i prossimi sviluppi diranno molto sulla risposta della giustizia a questo tipo di microcriminalità tra adolescenti.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Andrea Ricci