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Più di 35.000 emiliano-romagnoli senza sportelli bancari, cresce il rischio desertificazione territoriale

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Oltre 35.000 emiliano-romagnoli senza sportelli bancari, allarme desertificazione territoriale. - Unita.tv
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Oltre 35.000 persone in Emilia-Romagna vivono in comuni privi di sportelli bancari e più della metà ha perso l’accesso a queste strutture negli ultimi dieci anni. A questa fetta si aggiungono oltre 214.000 abitanti che dipendono da un solo distretto bancario. L’aumento di chi vive in zone con un’unica filiale, cresciuto di oltre 17.000 unità in un solo anno, indica una progressiva riduzione della presenza fisica delle banche sul territorio. Questi dati emergono da un’analisi della First-Cisl della regione, che mette in luce le difficoltà non solo per i cittadini ma anche per il tessuto produttivo locale.

La diffusione della desertificazione bancaria nei comuni emiliano-romagnoli

Nel complesso, l’Emilia-Romagna ha un tasso di desertificazione bancaria che si attesta all’8,2% dei comuni totali, una cifra inferiore alla media nazionale. Su 303 comuni conteggiati, 27 sono completamente privi di sportelli, mentre altri 70 ne hanno soltanto una filiale attiva. Questa situazione evidenzia come una parte consistente del territorio regionale si trovi senza un accesso diretto ai servizi bancari tradizionali. La riduzione degli sportelli si è consolidata nell’ultimo decennio e rappresenta una serie minaccia per tutti coloro che abitano nei piccoli centri, dove la distanza e la limitata offerta dei servizi finanziari rischiano di isolare famiglie e imprese.

I numeri indicano inoltre un lento ma costante aumento di persone che usufruiscono di un unico sportello, con un incremento di più di 17.000 cittadini solo nell’ultimo anno. Questo fenomeno si traduce in una rete bancaria meno capillare, che potrebbe ostacolare l’accesso a servizi essenziali come il credito o le operazioni quotidiane. Per le aree più isolate, il taglio negli sportelli si traduce in una fragilità concreta della comunità, soprattutto considerando che molte di queste persone appartengono a fasce di età elevate e hanno difficoltà a utilizzare strumenti digitali.

Impatto sulle imprese e l’economia locale delle chiusure bancarie

Le conseguenze della scomparsa degli sportelli non si limitano ai singoli residenti, ma coinvolgono anche il mondo delle imprese. Attualmente, in Emilia-Romagna, sono quasi 2.400 le aziende attive in comuni senza alcuno sportello bancario. Altri 15.000 imprenditori operano in aree servite da un’unica filiale, una condizione che limita l’accesso ai servizi finanziari e al credito. Questa situazione crea un terreno fertile per il peggioramento delle condizioni di business, rallentando investimenti e sviluppo locale.

La presenza di solo una filiale o l’assenza totale di sportelli penalizza in particolare le piccole e medie imprese che necessitano contatti diretti con le banche per operazioni quotidiane, concessione di prestiti o supporti finanziari. La riduzione degli sportelli può inoltre aumentare i costi di transazione, con spostamenti verso centri distanti e perdita di tempo. Senza un presidio bancario vicino, anche i rapporti con gli istituti di credito si indeboliscono, con il rischio concreto di alimentare un circolo vizioso di difficoltà economiche sul territorio.

La digitalizzazione bancarie non basta per sostituire la presenza fisica

Stefano Manzi, segretario generale dei bancari della First-Cisl Emilia-Romagna, sottolinea che la crescente digitalizzazione dei servizi non risolve la mancanza degli sportelli fisici, soprattutto nelle zone rurali o tra le persone anziane. L’home banking e le app, sebbene sempre più usate, non raggiungono in modo efficace i piccoli centri o quelle fasce della popolazione che hanno meno dimestichezza con gli strumenti tecnologici. La mancanza di sportelli fisici, in queste situazioni, crea una reale barriera di accesso ai servizi bancari.

L’Emilia-Romagna, rispetto ad altre regioni, mostra una tenuta maggiore grazie alla storica presenza delle banche di credito cooperativo, che mantengono ancora una rete capillare. Queste banche giocano un ruolo doppio: partecipano a una certa riduzione degli sportelli ma in alcune realtà preservano la presenza e offrono un supporto concreto contro l’isolamento finanziario. Nonostante ciò, il fenomeno della desertificazione rimane serio, soprattutto per le comunità montane e gruppi fragili, che rischiano l’esclusione finanziaria.

La sorveglianza continua e la tutela delle fasce maggiormente vulnerabili

Di fronte a questo scenario, il sindacato continua a monitorare da vicino l’andamento delle filiali bancarie sul territorio. La desertificazione bancaria si presenta come una sfida che non riguarda solo la sopravvivenza degli sportelli, ma impatta anche sull’occupazione dei lavoratori bancari e sulla mobilità delle persone costrette a spostarsi. La First-Cisl Emilia-Romagna manifesta particolare attenzione alle conseguenze sociali ed economiche che questa riduzione comporta, con particolare cura per le comunità montane e le fasce di popolazione più a rischio.

L’assenza di sportelli diretti rischia di isolare intere aree, aumentandone il divario con i centri urbani più sviluppati. La presenza di una banca sul posto non è solo sinonimo di accesso al credito o ai servizi, ma rappresenta anche un punto di riferimento sociale ed economico. La capacità di conservare almeno una rete minima di sportelli, dunque, diventa indispensabile per evitare che la desertificazione bancaria si traduca in un aumento delle disuguaglianze tra territori e cittadini.

Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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