Due uomini sono finiti in manette a Bologna dopo aver messo a segno una truffa da un milione di euro ai danni di un’anziana. Il raggiro, che ha visto l’ingresso in casa con una falsa identità, è avvenuto a maggio vicino allo stadio. La Polizia, grazie a indagini serrate e ai filmati delle telecamere di sorveglianza, ha ricostruito l’accaduto e individuato i colpevoli.
Finti carabinieri e la trappola in casa
A maggio scorso, la vittima ha trovato due uomini davanti alla porta di casa, nei pressi dello stadio di Bologna. Uno indossava una giacca con la scritta “Carabinieri” e hanno detto che dovevano fare un controllo, perché era stato segnalato un furto nell’appartamento. Spaventata, la donna ha aperto loro la porta.
I due si sono fatti accompagnare anche in un caveau dove la signora custodiva gioielli e oggetti di valore. Con le loro spiegazioni e l’aria da agenti veri, non hanno destato alcun sospetto. Hanno ispezionato l’intera casa, poi se ne sono andati di fretta, lasciando la donna tranquilla. Solo dopo, la scoperta: tutti i preziosi erano spariti. Il danno è stimato intorno al milione di euro.
Le indagini e il ruolo delle telecamere
Gli investigatori della Squadra Mobile di Bologna si sono messi subito al lavoro. Hanno analizzato i filmati delle telecamere vicino alla casa. Le immagini hanno mostrato i due arrivare in moto, una grossa cilindrata con targa falsa, e poi fuggire con il bottino.
Le indagini hanno rivelato che i sospetti si muovevano spesso nel Nord Italia, viaggiando con motorhome che nascondevano al loro interno le moto usate per avvicinare le vittime. La Polizia ha collegato due famiglie del Piemonte, tra Vercelli e Torino, ai malviventi.
Arresti e sequestri vicino a Rimini
La svolta è arrivata il 28 luglio in provincia di Rimini, dove i due uomini, italiani di 31 e 39 anni, sono stati arrestati. Durante le perquisizioni nelle loro case, la Polizia ha trovato attrezzi per scassinare, vestiti legati al furto, soldi in contanti e preziosi probabilmente rubati. È stata recuperata anche la moto usata per la fuga.
Entrambi avevano già precedenti per reati contro il patrimonio, un elemento che ha rafforzato le accuse. Al momento non risultano altre indagini aperte, ma la Polizia non esclude che la coppia possa aver colpito anche in altre zone d’Italia, vista la modalità consolidata di spostamento e il trucco delle false divise.
Si attendono sviluppi per capire se ci sono altre vittime o complici. Intanto, la prontezza della Squadra Mobile e l’uso delle tecnologie hanno fermato una banda specializzata in truffe ai danni di persone vulnerabili.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Elisa Romano