Un controllo della polizia stradale lungo l’autostrada A1, in provincia di Modena, ha portato al sequestro di una grande quantità di oro e denaro nascosti in un’auto con a bordo quattro italiani. I giovani, già noti alle forze dell’ordine, non hanno saputo spiegare da dove venissero i preziosi trovati. Ora i gioielli e i soldi sono al centro di un’indagine per risalire ai legittimi proprietari.
Il fermo in autostrada: cosa è successo
Il 24 luglio, durante un normale controllo vicino a Modena, la polizia ha fermato un’auto con quattro italiani tra i 25 e i 30 anni. Viaggiavano verso Bologna e avevano precedenti penali. La perquisizione ha fatto emergere un nascondiglio costruito artigianalmente dietro lo schienale del sedile del passeggero. Dentro c’erano sei pacchetti pieni di gioielli in oro.
Tra i monili sequestrati ci sono bracciali, orecchini, collane, orologi e monete, per un peso complessivo di quasi 3 chili. Il valore stimato supera i 250mila euro. Nascosti nello stesso posto, gli agenti hanno trovato anche 12mila euro in contanti. Durante l’interrogatorio, i quattro non hanno dato spiegazioni convincenti sull’origine di oro e soldi. Per questo sono stati denunciati per ricettazione.
Oro e soldi sotto la lente: la pista degli investigatori
L’oro sequestrato è vario e comprende sia gioielli comuni che pezzi più rari come monete e orologi. Il valore e la quantità hanno subito attirato l’attenzione degli investigatori. Tutto il materiale è stato messo sotto sequestro come prova per sostenere l’accusa.
La polizia sta cercando di capire a chi appartenevano i gioielli e se siano stati rubati di recente, in Italia o all’estero. Il fatto che i fermati non abbiano saputo fornire una storia credibile complica la loro posizione. Le indagini proseguono anche con controlli incrociati in banche dati su oggetti rubati e furti denunciati. Si stanno verificando anche eventuali transazioni collegate ai quattro.
Chi sono i fermati e cosa rischiano
I quattro giovani italiani fermati hanno un’età tra i 25 e i 30 anni e sono già noti alla polizia per precedenti. Non è chiaro se abbiano legami con altre attività illegali legate al traffico di beni preziosi. Sono stati denunciati per ricettazione, cioè per aver detenuto o commerciato beni rubati.
Il sequestro è solo il primo passo di un’indagine più ampia per capire la provenienza dell’oro e se ci siano collegamenti con reti criminali. Il caso fa emergere un chiaro episodio di trasporto illecito di beni di valore, confermando l’attenzione delle forze dell’ordine nel bloccare la circolazione di oggetti preziosi senza documenti.
I prossimi sviluppi dell’inchiesta dipenderanno dall’analisi dei dati raccolti e dalla collaborazione con altre forze di polizia e associazioni che si occupano di restituire i beni rubati. L’obiettivo è recuperare un patrimonio di grande valore e smantellare una delle reti di ricettazione più importanti scoperte ultimamente sulle autostrade italiane.
Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2025 da Serena Fontana