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Lutto sull’appennino reggiano per la morte di Renzo Braglia, l’ultimo partigiano ‘Basin’ di Castelnovo Monti

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La comunità dell’Appennino Reggiano piange la scomparsa di Renzo Braglia, conosciuto come ‘Basin‘, ultimo partigiano attivo della zona. Nato nel 1927 a Castelnovo Monti, Braglia ha attraversato quasi un secolo di storia italiana partecipando alla Resistenza contro il fascismo. La sua vita e le sue scelte riflettono un impegno profondo verso i valori della libertà e della solidarietà.

La scelta coraggiosa di renzo braglia nella resistenza

Dopo l’8 settembre 1943, con lo sfaldamento del regime fascista e l’instaurazione della Repubblica Sociale Italiana, molti giovani si trovarono davanti a una decisione difficile. Renzo Braglia aveva appena 19 anni quando rifiutò l’arruolamento nelle forze fasciste. Invece decise di unirsi ai partigiani sulle montagne reggiane assumendo il nome di battaglia ‘Basin‘. Questa scelta segnò tutta la sua vita.

Il suo ingresso nelle formazioni partigiane rappresenta un episodio significativo del periodo resistenziale in Emilia-Romagna. Non solo prese parte alle azioni armate contro i repubblichini e le truppe tedesche ma mantenne sempre vivo lo spirito patriottico che animava quei giorni difficili. Per questo motivo ricevette medaglie e riconoscimenti ufficiali negli anni successivi.

Momenti duri durante la Resistenza

Durante quegli anni durissimi, Basin visse momenti intensi come quando fu catturato da un gruppo di fascisti mentre era con alcuni amici diretti a una festa a Felina; portato prigioniero a Reggio Emilia riuscì poi a fuggire tornando al comando partigiano prima a Civago poi in altre località dell’Appennino dove svolgeva anche il ruolo delicato ma fondamentale di staffetta tra i vari gruppi resistenti.

Impegno sociale e legami con il territorio dopo la guerra

Dopo la fine del conflitto Renzo Braglia non abbandonò mai quel senso civico che aveva guidato le sue azioni giovanili. Tornato alla vita civile riprese il lavoro nei campi seguendo le orme della sua famiglia mezzadrile originaria delle Tegge di Felina dove si coltivava canapa per tessuti.

Braglia contribuì alla fondazione della cooperativa agricola del Parco Tegge che rappresenta ancora oggi uno dei punti d’incontro per chi vive o lavora in quella zona montana vicino Castelnovo Monti. Qui partecipava spesso alle feste popolari insieme alla moglie e agli amici più stretti mantenendo viva una rete sociale basata su valori condivisi come solidarietà e rispetto reciproco.

Uno sguardo internazionale negli ultimi anni

Negli ultimi anni dimostrò attenzione anche verso temi internazionali: tre anni fa parlando dell’Ucraina disse che gli ricordava molto quella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale; affermò che se fosse stato giovane oggi sarebbe andato lì per combattere accanto ai difensori della libertà. Questo pensiero mostra quanto abbia conservato fino all’ultimo uno sguardo lucido sulle questioni politiche contemporanee pur restando radicato nel proprio passato storico personale.

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Ricordi personali ed episodi dalla resistenza raccontati da basin

Renzo Braglia amava raccontare episodi precisi legati al suo periodo nella Resistenza, dando voce ad aneddoti poco noti ma significativi per capire meglio cosa significasse vivere quei giorni sotto minaccia continua delle forze nemiche.

Un racconto riportato dal Resto del Carlino descrive una serata particolare: Basin era con venticinque amici pronti ad armarsi quando furono sorpresi da un camion carico di fascisti proveniente da Cervarezza; vennero arrestati e portati nelle prigioni dei Serviti a Reggio Emilia ma riuscirono comunque a tornare liberi dopo poco tempo grazie anche all’intervento compassionevole delle persone incontrate lungo il cammino come don Domenico Orlandini o sua madre che gli diede conforto offrendo latte dopo giorni trascorsi quasi senza cibo vero mangiando soltanto mirtilli raccolti nei boschi circostanti.

Aspetti umani e resistenza civile

Questi ricordi rivelano non solo i rischi quotidiani affrontati dai giovani combattenti ma pure gli aspetti umani meno noti fatti d’aiuto reciproco fra civili impegnati indirettamente nella lotta antifascista insieme ai militanti stessi. Le testimonianze dirette rimangono fondamentali per conservare memoria storica viva soprattutto ora che figure come quella di Basin stanno lentamente sparendo dalla scena pubblica.

I funerali si sono tenuti oggi pomeriggio alle ore 15 nel paese natale, dove familiari, amici ed ex compagni hanno voluto rendere omaggio all’uomo rimasto fino all’ultimo fedele ai suoi ideali.

Written by
Andrea Ricci

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