La guardia di finanza del comando provinciale di Varese ha portato alla luce una frodi fiscale che coinvolge crediti d’imposta falsi per un valore superiore a 200 milioni di euro. L’operazione, partita da Gallarate, ha smascherato un sistema diffuso su tutto il territorio nazionale che utilizzava società cartiere inattive per ottenere indebiti benefici fiscali. Le autorità hanno bloccato questi crediti prima che potessero essere incassati, evitando così ingenti perdite erariali.
Indagine e modalità operative della frode
L’indagine è stata condotta dalla compagnia della guardia di finanza di Gallarate insieme alla sezione di polizia giudiziaria della stessa forza presso la procura della repubblica di Busto Arsizio. L’attività investigativa è partita dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate da diverse società che avevano indicato crediti d’imposta dal valore sospetto e molto elevato. Queste somme non trovavano corrispondenza con attività economiche reali ma erano semplicemente riportate a fini fraudolenti.
Società cartiere e territori coinvolti
Le indagini hanno permesso di identificare ben 45 società “cartiere”, sparse in varie province italiane come Modena, Savona, Caserta, Treviso, Brescia, Milano, Napoli, Torino, Pescara e Roma. Tutte queste aziende risultavano prive di una struttura operativa concreta o personale dipendente; si limitavano a presentare dichiarazioni fiscali solo per generare i falsi crediti d’imposta da cedere poi ad altri soggetti. In un caso particolare il credito richiesto superava i cento milioni in un singolo anno fiscale.
Il sequestro dei crediti falsificati disposto dalla procura
Una volta raccolti elementi sufficienti sull’esistenza del meccanismo illecito la procura della repubblica presso il tribunale di Busto Arsizio ha richiesto il sequestro preventivo dei crediti d’imposta incriminati. Il tribunale ha accolto la richiesta disponendo il blocco delle somme generate dalle società fittizie impedendone l’utilizzo o la cessione sul mercato finanziario.
Misura cautelare per la tutela del patrimonio pubblico
Questo provvedimento rappresenta una misura cautelare fondamentale per evitare l’effettiva appropriazione indebita delle risorse pubbliche legate ai tributi statali. La guardia di finanza continuerà le attività investigative al fine anche individuare ulteriori responsabilità penali legate all’organizzazione fraudolenta scoperta nel corso dell’inchiesta iniziata a Gallarate ma dai riflessi nazionali sulla lotta alle frodi fiscali in Italia nel 2025.
“L’obiettivo è garantire la corretta applicazione delle norme fiscali e assicurare che le risorse pubbliche siano utilizzate nel rispetto della legge,” hanno affermato gli inquirenti.