L’Emilia-Romagna ha deciso di avviare un procedimento formale per annullare una delibera regionale del 2024 che riguardava i rimborsi per la mobilità sanitaria e i ristori alle strutture sanitarie private accreditate. Il nodo della questione è l’adeguatezza e la conformità di quei rimborsi rispetto alle norme nazionali e ai limiti di spesa stabiliti dalla legge. Dietro c’è una differenza di interpretazione tra la Regione e i privati, in un quadro di regole precise nate dalla gestione degli indennizzi legati alla fase Covid.
Delibera 2024, i conti che non tornano
La delibera aveva messo nero su bianco i rimborsi per le strutture private accreditate, comprese quelle che si occupano della mobilità sanitaria, cioè i pazienti che si spostano da una regione all’altra per curarsi. Il problema? Non erano stati stanziati fondi extra per coprire queste spese. Di conseguenza, la Regione non poteva impegnare risorse oltre un certo limite, pena il superamento dei tetti fissati dalle leggi statali sulla stabilità finanziaria e sugli aiuti Covid.
La legge statale permette comunque alle Regioni di erogare ristori al settore privato, ma seguendo regole diverse da quelle adottate in quella delibera. Inoltre, la Regione si trovava in una fase di “prorogatio”, cioè una gestione temporanea in attesa di nuove elezioni. In questo periodo la giunta non poteva prendere decisioni importanti, se non quelle di ordinaria amministrazione. Perciò, nessuna Azienda sanitaria locale ha mai messo in pratica quanto previsto dalla delibera.
Il risultato? Il sistema sanitario privato è rimasto in sospeso, aspettando ristori che non sono mai arrivati. La Regione non ha voluto andare oltre i limiti di spesa consentiti, evitando così di creare situazioni di debito.
Perché la Regione vuole cancellare la delibera
Il procedimento di autotutela, annunciato dalla giunta guidata da Michele de Pascale, ha l’obiettivo di annullare ufficialmente una delibera che non rispettava le norme obbligatorie. L’assessore alla Sanità, Massimo Fabi, ha ricordato che durante la pandemia la Regione aveva già garantito fondi al sistema sanitario, compreso un acconto per le strutture private accreditate. Questo anticipo era arrivato nelle prime fasi dell’emergenza per aiutare la liquidità delle aziende.
Successivamente, Parlamento e Governo hanno dato alle Regioni la possibilità di erogare ristori, ma rispettando regole precise basate sul budget del 2020, anche se quel budget non era stato raggiunto dalle strutture. La delibera del 2024, invece, non seguiva questi criteri nazionali, risultando così invalida. Fabi ha sottolineato come l’amministrazione regionale voglia agire con chiarezza, riconoscendo gli errori e correggendo il tiro quando serve.
L’autotutela è un procedimento normale per qualsiasi ente che vuole rispettare la legge e agire con correttezza. Lo scopo è evitare lunghe battaglie legali, ma soprattutto adeguarsi alle norme e ai vincoli di bilancio, senza illudere gli operatori privati con promesse non mantenibili.
Cosa cambia per la mobilità sanitaria e i ristori
La decisione della Regione avrà effetti concreti sul rapporto tra pubblico e privato in Emilia-Romagna. Le strutture sanitarie private, che aspettano da tempo un rimborso legato al periodo emergenziale, dovranno fare i conti con questo stop. In sostanza, senza il riconoscimento della delibera del 2024, non potranno ricevere pagamenti oltre quanto stabilito dalle regole nazionali.
La mobilità sanitaria è un tema delicato, perché riguarda pazienti che scelgono strutture fuori dalla loro regione di residenza. I rimborsi devono quindi rispettare regole stringenti, per non sforare i limiti di spesa e per garantire trasparenza nei trasferimenti di soldi pubblici.
Con questa mossa, la Regione punta a evitare spese non autorizzate e rischi legali, ma allo stesso tempo dovrà rivedere come sostenere le strutture accreditate. La situazione resta in divenire, con possibili sviluppi nei prossimi mesi, soprattutto in vista di nuovi decreti nazionali e regolamenti regionali su rimborsi Covid e mobilità sanitaria.
Gli operatori privati seguono la vicenda con attenzione, perché quei fondi sono una voce importante per la loro sopravvivenza economica dopo la pandemia.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Rosanna Ricci