Franco Guazzaloca, noto con il nome di battaglia “Tempesta”, si è spento all’età di 99 anni. Figura legata alla Resistenza italiana e alla vita politica locale, ha lasciato un’impronta significativa nel territorio bolognese. La sua storia è stata raccontata in un libro che ne ripercorre le scelte e l’impegno civile.
La giovinezza e l’ingresso nella resistenza a zola predosa
Franco Guazzaloca nacque il 23 febbraio 1926 a Zola Predosa, comune della provincia di Bologna. In giovane età aderì alla lotta partigiana contro l’occupazione nazifascista durante la Seconda guerra mondiale. Dal giugno del 1944 fino alla Liberazione venne riconosciuto come sottotenente partigiano, militando nel battaglione Zini della 63esima brigata Bolero Garibaldi.
La sua attività si concentrò proprio nella zona di Zola Predosa dove operava con i compagni per contrastare le forze occupanti. Durante questo periodo subì anche una detenzione durata circa venticinque giorni per motivi legati alle sue azioni resistenziali. Questo passaggio segnò profondamente il suo percorso personale e politico.
L’impegno sindacale e politico dopo la guerra
Dopo la fine del conflitto Franco Guazzaloca continuò a dedicarsi all’attività sociale entrando nel sindacato dove lavorò come operaio rappresentante dei lavoratori. Il suo coinvolgimento crebbe progressivamente verso impegni politici più strutturati soprattutto nell’ambito del Partito Comunista Italiano .
Fu protagonista della ricostruzione civile del dopoguerra partecipando attivamente alla fondazione della Casa del Popolo a Zola Predosa, luogo centrale per iniziative culturali e politiche della comunità locale. Parallelamente contribuì anche allo sviluppo sportivo attraverso la creazione della Polisportiva Zola che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per lo sport amatoriale in quella area.
Il racconto biografico nel libro “il mio nome era tempesta”
La vita di Franco Guazzaloca è stata raccolta dal giornalista Federico Cinti in un volume pubblicato quattro anni fa intitolato “Il mio nome era Tempesta”. Il testo ripercorre le tappe principali dell’esistenza dell’ex partigiano soffermandosi sulle difficoltà affrontate durante gli anni bellici ma anche sull’intensa dedizione al lavoro sociale successivo.
Attraverso questa testimonianza scritta emerge non solo il ritratto personale ma anche quello storico-politico dell’Italia tra gli anni Quaranta e Cinquanta nelle zone intorno a Bologna. Il libro offre dettagli sulla militanza resistente così come sugli sforzi fatti per mantenere vivi valori antifascisti nei decenni successivi al conflitto mondiale.
Queste pagine restituiscono una memoria diretta utile ad approfondire quel periodo cruciale senza dimenticare chi ha dato corpo alle idee democratiche tramite sacrifici concreti sul campo locale nazionale ed umano vero protagonista rimasto sempre vicino ai cittadini fino agli ultimi giorni.