Il tribunale dei minori di Bologna ha ospitato un’importante udienza nel processo che vede imputato un ragazzo di 16 anni per l’omicidio del coetaneo Fallou Sall, avvenuto il 4 settembre 2024 in via Piave. Durante l’udienza si è svolto un confronto tecnico tra i consulenti medico legali della procura e quelli della difesa, con la presenza dell’imputato e dei familiari della vittima. Il procedimento riguarda anche il tentato omicidio di un amico della vittima, mentre la posizione di quest’ultimo è stata stralciata dopo la richiesta e concessione della messa alla prova.
Il contesto del processo e le accuse
Il caso giudiziario riguarda un episodio avvenuto a Bologna nella prima settimana di settembre 2024. Un ragazzo italiano di 16 anni è accusato dell’omicidio volontario del coetaneo Fallou Sall, colpito mortalmente con una coltellata in via Piave. L’aggressione sarebbe scaturita da una lite precedente tra l’imputato e l’amico bengalese diciassettenne della vittima, che ha subito lesioni ed è stato coinvolto anche in accuse relative a molestie telefoniche verso lo stesso imputato.
La posizione del diciassettenne bengalese è stata separata dal procedimento principale dopo che lui stesso ha chiesto la messa alla prova, ottenuta dal tribunale. Questo passaggio ha permesso al giudice di concentrarsi sull’accusa rivolta al sedicenne italiano per omicidio volontario.
Presenza dell’imputato e dinamiche in aula
Per la prima volta durante il processo ordinario davanti al tribunale minorile bolognese, il giovane imputato si è presentato personalmente in aula. È arrivato dall’Istituto penale minorile Nisida vestito con camicia bianca e pantaloni beige su una macchina delle forze dell’ordine senza divisa apparente.
Accanto all’imputato erano presenti i genitori di Fallou Sall insieme all’avvocata Loredana Pastore che li assiste nel procedimento civile collegato ai fatti penali. Il difensore del sedicenne, Pietro Gabriele, ha spiegato che la sua presenza era necessaria soprattutto per mostrare ai medici legali alcuni segni visibili sul corpo riconducibili alle lesioni subite durante gli eventi contestati.
Secondo quanto emerso dalle indagini degli investigatori intervenuti sulla scena del crimine Fallou Sall avrebbe cercato d’intervenire a difesa dell’amico bengalese contro cui si era consumata una lite nei giorni precedenti con l’imputato sedicenne. La versione fornita dalla difesa sostiene invece che quel colpo mortale sia stato inferto come atto istintivo dettato dalla necessità d’autodifesa: secondo Pietro Gabriele infatti il giovane avrebbe agito “alla cieca” per proteggersi da eventuali aggressioni.
Testimonianze raccolte durante l’udienza
Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati due testimoni fondamentali: un operatore sanitario del 118 intervenuto sul luogo dove si sono verificati i fatti e poi un agente delle forze dell’ordine impegnate nelle indagini preliminari sul caso.
Dopo queste deposizioni c’è stato uno scambio diretto tra i consulenti tecnici incaricati rispettivamente dalla procura e dalla difesa: entrambi medici legali hanno illustrano le loro valutazioni sulle condizioni fisiche rilevate sull’imputato ma anche sulla dinamica degli eventi contestati dagli atti processuali.
L’avvocato Gabriele ha definito questa fase come “il clou” della parte istruttoria sottolineando come finora tutto stia procedendo senza tensioni particolari fra le parti coinvolte nel dibattimento processuale. Ha aggiunto inoltre che lo spirito prevalente dovrebbe essere quello collaborativo finalizzato ad accertare ciò che realmente accadde quella sera.
Riflessioni sulle tensioni giovanili dietro ai fatti
Durante alcune dichiarazioni rilasciate fuori dall’aula, Pietro Gabriele ha voluto ricordare come dietro questi episodi ci siano giovani normali, spesso descritti male o fraintesi. Ha detto chiaramente: “parliamo sempre di ragazzi, mai mostri”. Per lui non esistono soggetti cattivi isolatamente presi ma piuttosto situazioni difficili possono nascere quando gruppi o bande entrano in conflitto.
Questa osservazione mette sotto luce aspetti sociali più ampi collegabili alle tensioni giovanili nelle città italiane. Spesso scontri simili nascono da motivazioni banali o incomprensioni amplificate dai contesti urbani dove convivono culture diverse.
Prossimi sviluppi processuali attesi
La prossima udienza fissata al tribunale dei minori bolognese sarà il 16 luglio prossimo. In quella data saranno sentiti due amici diretti della vittima Fallou Sall chiamati a deporre sui rapporti personali, sugli eventi antecedenti all’aggressione fatale ma anche sulle relazioni interpersonali fra tutte le persone coinvolte.
Queste testimonianze potrebbero aiutare ulteriormente gli investigatori ed esperti tecnici incaricati dal giudice ad avere quadro più chiaro sui motivi reali dello scontro sfociato in tragedia quel giorno d’inizio settembre scorso lungo via Piave.