In prefettura a Forlì è stato firmato un accordo tra azienda e sindacati per evitare la chiusura dello stabilimento del Gruppo 8, al centro di una protesta contro la delocalizzazione in Cina. Il testo prevede il blocco dei licenziamenti e un piano di rilancio produttivo nell’impianto dato in concessione a Sofalegname. L’intesa arriva dopo settimane di sciopero e tensioni sul territorio.
Tensioni e scioperi per evitare la chiusura dello stabilimento del Gruppo 8
Le tensioni sono iniziate quando l’azienda, attiva nel settore della produzione di divani, ha annunciato la delocalizzazione della produzione in Cina. Gli operai dello stabilimento di Forlì hanno avviato uno sciopero durato diciassette giorni contro questa decisione. Le proteste hanno coinvolto scontri con le forze dell’ordine, mentre la Regione Emilia-Romagna ha svolto un ruolo da mediatore nel tentativo di trovare una soluzione condivisa. La vertenza si era fatta aspra, con forti pressioni sull’azienda affinché rivedesse la propria scelta e salvaguardasse l’occupazione locale.
Gli operai hanno criticato l’azienda per un’ipotesi di accordo che avrebbe previsto solo ammortizzatori sociali senza un reale impegno a mantenere le sedi produttive attive. Quell’ipotesi avrebbe sospinto verso una chiusura di fatto, prolungando una situazione di incertezza e sofferenza lavorativa senza garanzie concrete. La protesta si è sviluppata in uno scontro diretto, con momenti di forte tensione, ma anche con la determinazione dei lavoratori a ribadire la necessità di mantenere la produzione in Emilia-Romagna.
I termini dell’accordo siglato in prefettura bloccano i licenziamenti e avviano processo di rilancio
L’accordo firmato a metà aprile nella sede della prefettura di Forlì sancisce un blocco dei licenziamenti per sei mesi. In questo periodo l’azienda attiverà un contratto di solidarietà che consentirà di ridurre l’orario di lavoro mantenendo però l’occupazione. L’intesa impegna il gruppo a risanare lo stabilimento e a rilanciare la produzione all’interno dello stabilimento, impedendo la delocalizzazione in Cina che aveva generato la protesta.
Sudd Cobas, il sindacato che ha seguito la vicenda, ha espresso una valutazione netta sull’accordo. I rappresentanti sindacali hanno definito il nuovo patto come una reale possibilità che era davanti a tutte le parti fin dall’inizio. L’intervento dalla prima giornata dello sciopero avrebbe evitato così settimane di tensione e incertezza per i lavoratori e le loro famiglie. Nonostante la fase difficile che resta, l’accordo offre un orizzonte chiaro per la ripresa della produzione nello stabilimento forlivese.
Questo impegno, infatti, scongiura la perdita immediata del posto di lavoro per centinaia di operai. Permette, inoltre, di evitare la morte definitiva dello stabilimento, dando una ripresa concreta al reparto produttivo sul territorio e una speranza reale per i dipendenti. La trattativa raggiunta segue una lunga fase di forti malumori e dimostra come sia stato possibile un compromesso dopo una lunga protesta.
L’azienda conferma l’intesa e avvia il tavolo tecnico per la riorganizzazione produttiva
Dal lato aziendale, la firma del patto è stata accolta con soddisfazione, secondo quanto riferito dagli avvocati che hanno rappresentato la società, Francesco Minutillo e Massimiliano Pompignoli. Hanno definito l’accordo come una vittoria dopo le resistenze iniziali e un passo concreto verso le condizioni richieste dall’azienda.
Il gruppo ha annunciato che da subito si metterà in moto un tavolo tecnico permanente, previsto già a partire dal giorno successivo alla firma in prefettura. Questo organismo avrà il compito di gestire nel dettaglio la riorganizzazione produttiva e le condizioni di lavoro negli stabilimenti. Sarà anche il luogo dove si definiranno le tempistiche e le modalità per rilanciare la produzione nello stabilimento di Forlì, in modo da consolidare l’intesa e garantirne l’applicazione.
L’impegno formale dell’azienda indica che l’attenzione resta alta sulla ripresa produttiva e sull’equilibrio con i diritti dei lavoratori. Il percorso aperto da questo accordo punta a prevenire momenti di crisi simili in futuro attraverso un dialogo più stabile tra datori di lavoro e sindacati. La produzione locale, al centro della vertenza, si avvia verso una fase di stabilizzazione.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Andrea Ricci