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45 anni dopo la Strage Di Bologna: ultime condanne e verità processuali sui responsabili

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Strage di Bologna, nuove condanne a 45 anni dall’attentato - Unita.tv
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La strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 rappresenta uno dei momenti più drammatici della storia italiana del dopoguerra. L’attentato causò 85 morti e oltre 200 feriti, segnando profondamente il paese. Nel 2025, a 45 anni di distanza, si sono chiuse le fasi processuali con condanne definitive per alcuni dei responsabili materiali e per chi ha tentato di ostacolare la giustizia. Questo lungo capitolo di violenze e depistaggi ora raccoglie riscontri definitivi nella giustizia italiana.

Le sentenze definitive per i responsabili materiali della strage

La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Gilberto Cavallini, ex membro delle Nuclei Armati Rivoluzionari , e Paolo Bellini, ex componente di Avanguardia Nazionale. Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli di concorso nella strage della stazione. Cavallini e Bellini sono figure già note dal passato giudiziario, ma soltanto ora le massime sentenze di giustizia hanno sancito la fine delle controversie processuali.

Parallelamente, sono arrivate condanne anche per chi ha contribuito a nascondere e depistare le indagini. Piergiorgio Segatel, ex capitano dei Carabinieri, è stato condannato a sei anni per aver fornito false indicazioni e aver sviato le investigazioni. Domenico Catracchia, noto per aver amministrato alcuni immobili nei pressi di via Gradoli a Roma, ha ricevuto quattro anni per aver fornito informazioni false al pubblico ministero. Queste condanne attestano l’esistenza di una rete di depistaggi organizzati per allontanare le piste giuste dagli inquirenti.

I mandanti e i finanziatori indicati nei processi e il loro ruolo nella strage

Tra i nomi più pesanti emersi nelle sentenze figurano Licio Gelli, storico capo della loggia massonica P2, Federico Umberto D’Amato, responsabile dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, l’imprenditore Umberto Ortolani e il giornalista Mario Tedeschi. Tutti loro sono deceduti da tempo e quindi non imputabili, ma sono ritenuti decisivi nel pianificare, finanziare e coprire l’attentato.

Licio Gelli, col suo ruolo nella P2, emerge come figura chiave che avrebbe orchestrato la strage con l’obiettivo di destabilizzare l’assetto politico italiano. Federico Umberto D’Amato ha operato negli ambienti dei servizi segreti deviati, mettendo in atto coperture e depistaggi che hanno rallentato le indagini per anni. Il coinvolgimento di personaggi così influenti ha incarnato la complessità del legame tra terrorismo e apparati deviati nel nostro paese.

Il ruolo dell’associazione dei familiari delle vittime e la fine di un lungo percorso

Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime per oltre un quadriennio fino al 2 agosto 2025, ha sottolineato il valore della determinazione dell’associazione nel portare avanti una battaglia senza sosta per la verità. Le condanne definitive rappresentano il risultato di anni di impegno, testimonianze e azioni legali, che hanno evitato che la vicenda rimanesse un guscio vuoto di menzogne.

Il manifesto commemorativo del 45° anniversario ricorda proprio la lunga strada fatta per svelare i retroscena della strage. Bolognesi ha ricordato come in passato, con sentenze su altri imputati come Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, i mandanti fossero stati ridicolizzati. Ora, invece, si ha un quadro chiaro e riconosciuto anche nelle sentenze ufficiali: i terroristi neofascisti agirono con pianificazione e sostegno dei vertici della P2 e ricevettero coperture dai servizi segreti deviati.

Il significato delle sentenze dopo 45 anni dall’Attentato Di Bologna

La conclusione definitiva del processo segna una svolta storica nella comprensione di uno dei fatti più gravi della vita civile italiana. Le sentenze hanno dato un indirizzo univoco agli eventi e hanno messo un punto fermo sulle responsabilità, chiarendo che la strage non fu un atto isolato ma parte di un disegno più vasto.

La fine di questo ciclo giudiziario getta luce anche sul modo in cui la giustizia può raggiungere traguardi significativi anche a distanza di decenni, attraverso pazienza e dedizione di chi cerca la verità. L’appello al ricordo delle vittime e alla vigilanza contro ogni tentativo di nascondere i fatti rimane il messaggio più forte di questa commemorazione.

Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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