A luglio 2025, un giovane di 28 anni che vive in una frazione vicino a Piacenza è finito nel mirino della giustizia per la morte di un cane Almstaff. L’animale è stato trovato senza vita in condizioni che hanno subito destato sospetti. Il caso ha acceso i riflettori delle autorità locali e degli animalisti, scatenando una serie di accertamenti per capire cosa è successo e se ci sono responsabilità penali, alla luce delle nuove norme italiane a tutela degli animali.
Cane morto in cortile: i soccorsi e l’intervento delle forze dell’ordine
Il 4 luglio scorso, polizia locale, vigili del fuoco e volontari dell’Oipa sono intervenuti in una proprietà privata alla periferia di Piacenza, dopo che alcuni residenti avevano segnalato la presenza di un cane legato a una catena, solo e in condizioni preoccupanti. La preoccupazione di chi viveva vicino è stata decisiva per far scattare i controlli.
Il corpo dell’animale è stato trovato accanto a una ciotola rovesciata. Dai primi rilievi, sembrerebbe che il cane sia morto per disidratazione o forse per soffocamento, probabilmente strozzato dalla stessa catena che lo teneva legato. Le forze dell’ordine hanno subito posto sotto sequestro l’area e hanno avviato accertamenti per chiarire se si sia trattato di incuria o di maltrattamento.
Indagini in corso: la Procura ordina l’autopsia veterinaria
La procura ha iscritto il giovane nel registro degli indagati con l’ipotesi di uccisione dell’animale, dopo i primi sopralluoghi. È stata disposta un’autopsia veterinaria per capire con certezza le cause della morte. L’esame chiarirà se il cane è morto per disidratazione, soffocamento o se ci siano stati altri tipi di violenza o negligenza.
I risultati saranno cruciali per stabilire se il decesso è stato causato da un gesto volontario o da una grave mancanza nella custodia dell’animale. Si cerca di ricostruire se si tratta di un caso di incuria prolungata o di un episodio più grave, che potrebbe aggravare le accuse contro il proprietario.
Una situazione di incuria? Al vaglio la legge Brambilla
Le fonti investigative locali fanno sapere che la morte del cane potrebbe non essere un episodio isolato, ma l’ultimo di una serie di situazioni di trascuratezza e abbandono. Gli indizi parlano di condizioni di vita difficili per l’animale, legato a catene e spesso lasciato solo. Questi elementi potrebbero pesare molto nel corso delle indagini.
Il 28enne al momento non ha dato spiegazioni chiare sullo stato del cane. Gli inquirenti stanno valutando di applicare la cosiddetta “Legge Brambilla”, entrata in vigore nel 2025, che prevede sanzioni severe come il divieto di possedere animali per chi maltratta. Questa normativa ha introdotto strumenti più efficaci per combattere abusi e negligenza.
L’attenzione resta alta per garantire il rispetto e la protezione degli animali domestici, seguendo le indicazioni della legge e le richieste delle associazioni che difendono i diritti degli animali.
Ultimo aggiornamento il 3 Agosto 2025 da Elisa Romano