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Edufest 2025 a cinisello balsamo: nuove sfide ed esperienze tra scienza, arte e educazione

Edufest 2025 a Cinisello Balsamo offre laboratori creativi e scientifici per bambini e adulti, promuovendo il tema dell’equilibrio tra educazione, cultura e innovazione didattica in un contesto di confronto sociale.

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Edufest 2025 a Cinisello Balsamo affronta il tema dell’equilibrio tra educazione, cultura e innovazione didattica con laboratori, talk e workshop per bambini e adulti, puntando su formazione, scienza e il ruolo degli insegnanti nel futuro della scuola. - Unita.tv

Edufest torna a cinisello balsamo, nel milanese, con appuntamenti dedicati a bambini e adulti pensati per mettere al centro il tema dell’equilibrio. Tra laboratori creativi, workshop scientifici e talk, l’evento richiama migliaia di persone interessate a riflettere su educazione, cultura e innovazione didattica. Scuola e società si confrontano sulle trasformazioni necessarie per affrontare il presente e il futuro.

Laboratori creativi e sensoriali per bambini: un albero di sogni e l’arte del fare

Nel cuore del Thrive multidisciplinary center, i più piccoli partecipano a un laboratorio collettivo che li guida nella creazione di un grande albero fatto di colori, parole e sogni. L’attività invita ogni bambino a esprimere il proprio superpotere, quello che lo rende unico. L’esperienza serve a valorizzare la singolarità di ciascuno dentro un lavoro di gruppo.

Accanto a questo, si svolge un laboratorio sensoriale dedicato all’arte di fare il pane. Le mani impastano ingredienti comuni in forma simbolica, dove il gesto materico diventa metafora di equilibrio interiore e gestione delle emozioni. L’atto manuale nasce come strumento di riflessione personale e crescita, coinvolgendo diverse capacità sensoriali.

Non mancano momenti dedicati alla scienza del divertimento, con esperimenti che mixano semplici strumenti e materiali di uso quotidiano. Con questi, i bambini esplorano le leggi naturali e scoprono come si formano gli equilibri fisici e chimici, rendendo più chiari concetti complessi. L’evento si trasforma così in un’occasione per imparare giocando, mettendo in pratica l’interazione tra teoria e pratica.

Il festival che mette al centro equilibri e trasformazioni tra regole e libertà

Edufest 2025 si tiene fino a domenica sera nella suggestiva cornice di villa ghirlanda silva. L’edizione attira circa ottomila persone e ruota intorno al tema degli equilibri, dove educazione significa confronto continuo tra regole e libertà individuale. “L’educazione è uno spazio aperto dove domande e differenze alimentano la crescita di tutti”, spiega eros giampiero ferri, presidente di cooperativa orsa, organizzatrice del festival insieme a progetto a.

L’inaugurazione prevede una lectio magistralis dello psicoanalista massimo recalcati. Il suo intervento si concentra sul senso della legge e della funzione delle regole all’interno dei processi educativi. La riflessione spinge a ripensare l’educazione non come imposizione ma come dimora di regole che aiutano a costruire consapevolezza e autonomia.

Il festival si riempie poi di talk, jam session e spettacoli. Ogni proposta richiama quell’equilibrio vivo, oscillante tra individualità e collettività, che caratterizza il presente. L’idea è di offrire uno spazio dove il sapere si costruisce non solo con risposte sicure ma con la capacità di interrogarsi.

Vincenzo schettini e il ruolo della scienza nell’educazione di domani

Vincenzo schettini, fisico, docente e musicista, chiude educfest domenica pomeriggio. Personaggio noto soprattutto tra i giovani per l’uso di YouTube nell’insegnamento scientifico, porta al festival un messaggio chiaro sulla necessità di avvicinare le nuove generazioni alle materie STEM. Schettini racconta come l’autodidattica, a volte favorita dalla rete, ha cambiato il suo modo di studiare e di insegnare.

Secondo lui, la scuola resta essenziale non solo per trasmettere contenuti ma per sviluppare il pensiero critico e la consapevolezza culturale. Aiuta a scavare dentro se stessi e capire meglio chi si è, indipendentemente dalle materie studiate. La sua esperienza dimostra che l’apprendimento deve essere continuo, fluido, anche fuori dalle aule.

“il cambiamento che ci piace”: l’intervento di schettini

Il suo intervento, intitolato “il cambiamento che ci piace”, sottolinea che nella scuola qualcosa sta mutando. Ci sono più occasioni di dibattito e azione che possono trasformare aule e metodi, ma serve un salto di qualità collettivo. Il festival rappresenta per lui un’occasione per riflettere sul futuro dell’educazione.

La sfida dei docenti: formazione e valorizzazione per un sistema scolastico in evoluzione

Schettini punta l’attenzione sulla condizione degli insegnanti, spesso oberati da compiti burocratici che consumano energie senza motivarli. Ricorda come negli ultimi anni ci siano stati molti investimenti nelle tecnologie digitali, ma pochi reali miglioramenti sulle condizioni del corpo docente.

Il vero cambiamento per lui passa dall’investire sulla formazione e sulla motivazione degli insegnanti. Propone un modello ambizioso: permettere ai docenti di accedere a esperienze di alto livello, come stage in centri di ricerca o realtà internazionali. In questo modo, l’insegnante tornerebbe con competenze aggiornate e strumenti nuovi, beneficiando così l’intera comunità scolastica.

L’idea è quella di superare incrementi salariali minimi, puntando piuttosto a costruire una rete in cui la professionalità e la curiosità siano riconosciute e sostenute concretamente. Solo facendo così si eviterebbe lo svuotamento di entusiasmo che attualmente affligge molti insegnanti.

La scienza come chiave per affrontare le sfide energetiche e culturali del paese

Il contributo di Schettini si conclude richiamando l’urgenza di formare i giovani soprattutto nel campo della scienza, un sapere visto come motore di trasformazione. Riprende le parole del chimico Lavoisier per spiegare come nulla si crea o si distrugge, ma tutto cambia: anche cultura ed energia.

L’Italia si trova in una posizione critica rispetto alla produzione di energia, dato che dipende fortemente dall’estero e non ha una sufficiente autosufficienza. Senza un salto qualitativo nella formazione scientifica sarà difficile fronteggiare questi problemi.

Ricorda come paesi in crescita puntino forte sulla conoscenza, citando la Cina come esempio. Da qui la necessità di innovare la scuola e valorizzare l’insegnamento scientifico per formare i professionisti e i cittadini che il futuro richiede.