Ebrima nyass liberato dal centro per il rimpatrio di bari dopo un’esperienza difficile in italia
La storia di Ebrima Nyass, giovane gambiano detenuto nel centro per il rimpatrio di Bari, evidenzia le criticità del sistema migratorio italiano e le difficoltà burocratiche che ostacolano l’integrazione.

Il caso di Ebrima Nyass, giovane modello gambiano detenuto nel centro per il rimpatrio di Bari a causa di problemi burocratici, evidenzia le criticità del sistema italiano di gestione migratoria e le condizioni spesso difficili nei CPR, come denunciato dalla deputata Elisabetta Piccolotti. - Unita.tv
La vicenda di ebrima nyass, giovane gambiano finito nel centro per il rimpatrio di bari nonostante una nuova vita come modello in italia, mette a fuoco le difficoltà che molte persone incontrano nei meccanismi della gestione migratoria italiana. Nyass è stato trattenuto da febbraio scorso ma ha lasciato la struttura ieri pomeriggio. Il suo caso è stato portato alla luce dall’onorevole elisabetta piccolotti durante un’ispezione al Cpr barese.
Il ruolo della deputata elisabetta piccolotti nell’emersione del caso
Elisabetta piccolotti, deputata di Avs, ha scoperto il caso di nyass durante un controllo al centro per il rimpatrio di bari. Dopo aver raccontato la sua storia sui social, ha seguito da vicino il percorso di liberazione del giovane gambiano. Ha spiegato di aver evitato che fosse rimpatriato in un Paese che aveva conosciuto solo da bambino, sottolineando le difficoltà che ancora lo attendono per ottenere documenti validi e vivere stabilmente in italia.
La parlamentare ha descritto la realtà dei Cpr come un «sistema per la gestione dell’immigrazione sordo, cieco e violento». Per lei ci sono molte storie simili a quella di nyass, rimaste inascoltate e rinchiuse dietro porte blindate, spesso accompagnate da trattamenti che finiscono con la somministrazione di psicofarmaci. Le parole di piccolotti mettono in discussione le procedure e le condizioni in cui le persone vengono trattenute, aprendo un dibattito sul rispetto dei diritti umani dentro queste strutture.
Il percorso di ebrima nyass in italia fra integrazione e ostacoli burocratici
Ebrima nyass ha poco più di vent’anni. Il suo viaggio è iniziato molto giovane: a 15 anni è partito a piedi dal Gambia, solo, in cerca di un futuro migliore. È arrivato in italia da minorenne e con difficoltà ha cercato di costruirsi una vita nuova. Ha lavorato come modello di moda, posando per importanti case e iniziando una carriera che sembrava promettere. Non a caso il suo impegno rappresentava un modo per inserirsi nel tessuto sociale nazionale, attraverso lavoro e passione.
La sua esperienza purtroppo si è complicata per problemi legati al permesso di soggiorno. Appuntamenti saltati per il rinnovo, mancati timbri e confusione burocratica hanno portato a un incastro negativo che l’ha spinto in un Cpr. Dal 19 febbraio ebrima è rimasto detenuto in attesa della deportazione verso il Gambia – il Paese che aveva lasciato da anni. Questo episodio illustra il peso che possono avere errori amministrativi sulla vita delle persone straniere presenti in italia, anche quando dimostrano di voler integrarsi.
Le conseguenze umane dei ritardi burocratici e dei sistemi rigidi
L’esperienza di ebrima nyass fa riflettere sulle conseguenze umane del rigore burocratico e degli errori nelle pratiche di immigrazione. La sua detenzione prolungata ha bloccato una carriera in corso e ha privato un giovane della possibilità di una vita normale. Le difficoltà nel rinnovo del permesso di soggiorno hanno provocato un cortocircuito che lo ha condotto in un centro di detenzione amministrativa, una realtà con ricadute psicologiche e sociali pesanti.
Il sistema attuale, con le sue regole rigide, non riesce a valutare le singole storie e le potenzialità di chi si trova a rischio espulsione. Spesso si perde il contatto con il vissuto personale di chi ha affrontato viaggi lunghi e traumatici. Dietro quelle porte blindate, non si trovano solo numeri ma persone con aspettative e possibilità di contribuire alla società. Il caso di nyass sottolinea la necessità di rivedere pratiche che si basano su tempi amministrativi lunghi e su condizioni inadeguate per garantire davvero i diritti.
Le criticità dei centri per il rimpatrio nella gestione delle persone straniere
I centri per il rimpatrio rappresentano nodi critici nella rete del controllo sull’immigrazione in italia. Sono luoghi dove molte storie di speranze e difficoltà si intrecciano, spesso senza un adeguato ascolto o tutela delle persone coinvolte. La detenzione anche di giovani che si stanno cercando di costruire un’esistenza, come nel caso di nyass, evidenzia mancanze nel sistema.
Queste strutture, nate per l’espulsione di chi non ha titolo a restare in italia, si trovano spesso a gestire casi complessi. Il rischio è che si trasformino in luoghi di isolamento e sofferenza. Le procedure burocratiche, spesso lente e imprecise, contribuiscono a bloccare persone in situazioni precarie per tempi lunghi. Le condizioni dei Cpr, denunciate da più parti, mostrano che resta urgente un intervento per garantire tempi certi, rispetto dei diritti e percorsi alternativi che favoriscano l’inclusione sociale.