Addio a Thiago Elar, il TikToker che raccontava la sua battaglia tra solitudine e dolore
La rete è in lutto per la scomparsa di Thiago Elar, giovane TikToker transgender di appena 27 anni, diventato noto sui social per i suoi video struggenti e i suoi appelli disperati alla madre. La notizia della sua morte ha scosso profondamente la community che da tempo seguiva il suo percorso di vita difficile e il suo grido d’aiuto inascoltato.
Chi era davvero Thiago Elar
Thiago Elar era un ragazzo transgender che aveva iniziato la transizione nel 2018 presso l’ospedale Niguarda. Nonostante il percorso sanitario ufficiale, non era riuscito a ottenere un completo riconoscimento della propria identità di genere: il nome anagrafico rimaneva quello assegnato alla nascita, una ferita aperta per chi, come lui, cercava solo di essere riconosciuto per ciò che era.
Diventato virale su TikTok, dove aveva superato i 100.000 follower, pubblicava ogni giorno video girati dalla stanza in cui era ricoverato, una struttura psichiatrica in cui si trovava da oltre un anno. Nei suoi video ripeteva spesso: “Ciao mamma, è tuo figlio che ti parla…”, cercando con voce rotta di raggiungere una madre con cui aveva interrotto i contatti da tempo.
Una battaglia contro l’anoressia e l’abbandono
Oltre al disagio mentale, Thiago lottava contro un grave disturbo alimentare: l’anoressia, che lo stava consumando giorno dopo giorno. Nei suoi video parlava apertamente di sofferenza, isolamento, della sensazione di essere “lasciato morire” in un letto senza cure né speranze.
“Sto qui da un anno e quattro mesi. Qui mi stanno accoppando. Io non ce la faccio più…”
Sono solo alcune delle parole pronunciate da Thiago in uno dei suoi ultimi messaggi pubblici, condivisi in un mix di dolore, lucidità e disperazione. Lontano da casa, ricoverato, senza più riferimenti familiari, si affidava al pubblico dei social per non sentirsi completamente invisibile.
Il sospetto, le polemiche e infine il silenzio
Nonostante il sostegno di tantissimi utenti, negli ultimi mesi non sono mancate anche polemiche e accuse di truffa. Alcuni utenti lo avevano accusato di chiedere soldi per operazioni mai documentate, come un presunto intervento laser agli occhi. C’erano pagine che lo difendevano, come quella intitolata “Thiago Elar va salvato da TikTok”, ma anche chi parlava di un possibile uso strumentale della sua sofferenza.
La verità, però, è che Thiago Elar era un giovane in grave difficoltà, che chiedeva ascolto, comprensione, cure. E forse, a dispetto delle luci dei social, nessuno è riuscito davvero a tendere la mano in tempo.
L’annuncio della morte e il vuoto lasciato
Nelle ultime ore è arrivata la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere: Thiago è morto, da solo, probabilmente in quella stessa struttura che lo aveva accolto ma mai guarito. Il suo nome ora riecheggia sui social, tra video-tributo, lacrime virtuali e indignazione per un sistema che spesso abbandona chi grida più forte.
Thiago Elar non era solo un TikToker. Era un ragazzo, un figlio, un essere umano con una voce spezzata, che ha scelto la rete come ultimo rifugio. La sua morte non può essere solo un caso di cronaca: è un segnale d’allarme su quanto siamo ancora distanti dall’ascoltare davvero chi soffre, chi si sente diverso, chi chiede solo di essere visto.
Che il suo nome non venga dimenticato.
Che il suo dolore non sia stato inutile.
Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Administrator