La percezione degli italiani rispetto all’impegno contro il cambiamento climatico sta segnando un calo netto negli ultimi tempi. Un’indagine condotta da Youtrend per l’edizione 2025 di Echi, evento nazionale sulla comunicazione ambientale, mostra come quasi la metà degli intervistati ritenga che cittadini, aziende e istituzioni si dimostrino meno attivi rispetto al passato. Questa apparente disillusione coinvolge anche una fetta significativa della popolazione che si sente meno motivata in prima persona. I dati sono emersi il 7 maggio durante l’incontro organizzato a Roma, all’Ara Pacis, con il sostegno di enti europei e nazionali.
Percezione del calo di motivazione verso la lotta al cambiamento climatico
Il dato più rilevante che emerge dal sondaggio è la convinzione di due italiani su cinque che le persone intorno a loro siano meno motivate ad agire contro il cambiamento climatico rispetto a pochi anni fa. Questa sensazione si estende anche al mondo delle aziende, dove il 43% degli intervistati vede un calo di impegno concreto. Più marcata è la percezione di disimpegno da parte delle istituzioni, con quasi la metà della popolazione che ritiene diminuito l’interesse verso politiche e azioni efficaci per la tutela ambientale.
Il sondaggio punta inoltre il riflettore sull’aspetto personale dell’atteggiamento verso la crisi climatica. Un partecipante su quattro si riconosce meno motivato oggi rispetto al passato prossimo nell’adottare comportamenti sostenibili o nel sostenere cause ecologiche. Questo dato mostra che la sfiducia e la fatica nell’agire rimangono un problema rilevante anche a livello individuale, non solo nel percepito collettivo.
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L’elaborazione di questi risultati si inserisce nel contesto di Echi 2025, un momento dedicato a riflettere sulle reazioni della società alla transizione ecologica, organizzato da Youtrend con il supporto della Cassa Depositi e Prestiti, dell’European Climate Foundation e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e con il patrocinio di Parlamento e Commissione Europea.
Cause della perdita di motivazione in chi si sente meno impegnato
Chi oggi si dichiara meno motivato a impegnarsi per il clima indica diverse ragioni per questo calo. Il primo motivo è di natura economica: il 30% cita timori legati alle conseguenze nei posti di lavoro, con la paura che una svolta ambientale possa nuocere all’occupazione. Il 24% teme che l’Europa rimanga indietro rispetto alla Cina nel confronto globale, alimentando incertezze sulle opportunità future.
Altri interrogativi provengono dal senso di impotenza davanti alla vastità del problema. Il 31% degli intervistati si sente incapace di incidere davvero sulla questione, percependo un ostacolo troppo grande per il proprio contributo. Alla base di questa sfiducia si aggiunge una componente legata alla comunicazione: il 23% ritiene che certi messaggi troppo allarmisti finiscono per scoraggiare anziché spronare all’azione.
Il mix di queste preoccupazioni crea un terreno fertile per l’indifferenza o la paralisi emotiva. Chi si sente meno coinvolto si trova spesso a fronteggiare un ambiente comunicativo che mette in risalto difficoltà, rischi e emergenze senza proporre vie concrete per reagire efficacemente.
Ruolo della comunicazione nel recuperare energia e partecipazione
Il sondaggio evidenzia che la comunicazione può giocare un ruolo decisivo per rinnovare la spinta verso comportamenti più sostenibili. La maggioranza degli intervistati afferma che una comunicazione più orientata alle soluzioni, anziché ai problemi, aumenterebbe la loro motivazione personale. Messaggi che raccontano esempi concreti di successo o innovazioni aiutano a far sentire che un cambiamento è possibile, accogliendo così un bisogno di speranza e azione.
Le strategie comunicative che puntano sui benefici economici della transizione stimolano l’interesse di ben il 63% degli intervistati. Far emergere come la sostenibilità possa generare nuove opportunità di lavoro e crescita rafforza l’idea che la tutela dell’ambiente non sia solo un limite, ma anche un’occasione concreta.
Una comunicazione meno centrata sulla paura piacerebbe al 61% delle persone coinvolte, segnalando come l’allarmismo esasperato può produrre effetti contrari a quelli desiderati. Restano apprezzate anche strategie che raccontano la vita quotidiana, con il 56% che preferirebbe vedere messaggi meno astratti e più legati alle azioni di tutti i giorni.
Aspetti contrastanti nella comunicazione ambientale
Interessanti sono poi gli aspetti su cui l’opinione pubblica sembra divisa: il 56% spinge verso una comunicazione che eviti di colpevolizzare, mentre il 58% vuole maggiore attenzione agli aspetti scientifici della transizione ecologica, con dati e fatti a supporto dei messaggi sociali.
Dettagli del sondaggio youtrend: metodologia e campionamento
Il sondaggio è stato realizzato da Youtrend con metodologia CAWI su un campione rappresentativo di 1601 persone, residenti in Italia. Le interviste si sono svolte tra l’11 e il 18 aprile 2025, scegliendo un campione stratificato per sesso, età e titolo di studio, così da riflettere fedelmente la popolazione italiana. Il margine di errore stimato per l’indagine è del +/- 3,1%, con un intervallo di confidenza al 95%.
Questi dettagli fanno del sondaggio uno strumento credibile per capire come muta la percezione collettiva e individuale verso il clima, proprio nel momento in cui la transizione ecologica necessita di un ritorno d’impegno e fiducia in ogni ambito sociale. Gli enti promotori puntano a usare questi dati per migliorare il dialogo e la comunicazione, cercando di contrastare la sfiducia e rilanciare un coinvolgimento più pratico e condiviso.