Nel pomeriggio di giovedì 25 aprile 2025, la nave Life Support, operativa per l’organizzazione Emergency, ha recuperato due corpi senza vita nelle acque internazionali della zona Sar libica. L’intervento si è svolto a seguito di un allarme lanciato da Sea-Watch che aveva individuato più cadaveri galleggianti durante una missione aerea con il velivolo Seabird.
Il ritrovamento dei corpi in mare aperto nella zona sar libica
L’operazione si è concentrata in un’area definita come Search and Rescue , ovvero una porzione di mare internazionale sotto la responsabilità delle autorità libiche per le attività di soccorso. Il velivolo Seabird di Sea-Watch aveva filmato almeno sei corpi alla deriva e segnalato tempestivamente la presenza alle navi impegnate nelle operazioni umanitarie.
La Life Support ha raggiunto rapidamente il punto indicato e ha proceduto al recupero dei due cadaveri rinvenuti. Le condizioni del mare e le difficoltà legate alla gestione del materiale biologico hanno reso complesso l’intervento ma fondamentale per garantire rispetto e dignità alle vittime.
Ruolo cruciale della life support nelle missioni umanitarie nel mediterraneo centrale
La Life Support rappresenta uno degli asset principali nel dispositivo messo in campo da Emergency per assistere migranti e rifugiati che attraversano il Mediterraneo centrale. La sua funzione non si limita al salvataggio diretto ma comprende anche la raccolta dei resti delle persone decedute durante i viaggi via mare.
Anabel Montes Mier, capomissione della nave, ha sottolineato come ogni intervento sia segnato dal dolore umano: “Siamo in mare per salvare vite”, ha dichiarato, “ma spesso ci troviamo a dover recuperare ciò che resta dopo tragedie silenziose”. Questo lavoro contribuisce anche a documentare le condizioni estreme affrontate dai migranti nel tentativo disperato di raggiungere le coste europee.
Collaborazione tra ong e monitoraggio delle rotte migratorie marittime
L’allarme dato da Sea-Watch testimonia l’importanza del coordinamento tra diverse organizzazioni non governative impegnate sul fronte del soccorso marittimo. Il monitoraggio dall’alto tramite droni o velivoli consente infatti una copertura più ampia delle rotte utilizzate dai barconi carichi di persone vulnerabili.
Le immagini registrate dal Seabird hanno permesso un intervento mirato evitando ulteriori ritardi nei soccorsi o nella raccolta dei corpi. Queste attività sono essenziali anche per raccogliere dati sulle dinamiche degli incidenti marittimi legati ai flussi migratori irregolari lungo le coste nordafricane ed europee.
Tragedie quotidiane e impegno delle ong nel mediterraneo
Il Mediterraneo continua ad essere teatro quotidiano di tragedie legate ai tentativi disperati di attraversamento via mare. Gli sforzi congiunti tra ong come Emergency e Sea-Watch cercano così non solo di salvare vite ma anche mantenere viva l’attenzione pubblica su queste emergenze umanitarie senza fine.