Dramma al carcere di secondigliano: agente penitenziario si toglie la vita nel parcheggio

Rosanna Ricci

27 Giugno 2025

Un evento tragico ha scosso il carcere di Secondigliano, a Napoli, dove un agente della polizia penitenziaria ha deciso di togliersi la vita con la propria arma d’ordinanza. Il fatto è avvenuto poco prima dell’inizio del suo turno di lavoro e ha lasciato sgomenti colleghi e familiari.

Le reazioni dei sindacati e l’ambiente lavorativo

I rappresentanti sindacali hanno espresso profondo cordoglio per quanto accaduto. Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale dell’Uspp , hanno sottolineato come il collega fosse molto stimato tra i colleghi e dai superiori grazie alla dedizione mostrata sul lavoro.

Nonostante ciò non riescono a spiegare le ragioni che abbiano spinto un uomo prossimo alla pensione a compiere un gesto così estremo. Le parole dei dirigenti sindacali evidenziano lo shock vissuto dall’intera comunità carceraria dopo questa tragedia improvvisa.

I fatti: il suicidio dell’agente nel parcheggio del carcere

L’episodio si è verificato nella mattinata a Napoli, all’interno dell’area parcheggio del carcere di Secondigliano. L’agente coinvolto aveva 59 anni ed era in servizio presso l’istituto penitenziario. Poco prima delle 12, orario previsto per l’inizio del suo turno, l’uomo si è sparato con la pistola assegnata per motivi professionali.

Il poliziotto lascia moglie e due figli. La notizia ha immediatamente raggiunto sia gli uffici della direzione carceraria che le organizzazioni sindacali rappresentative degli agenti penitenziari.

Contesto psicologico nelle forze dell’ordine: una questione ancora aperta

Il suicidio tra gli operatori delle forze dell’ordine resta una problematica delicata spesso legata allo stress intenso derivante dalle condizioni lavorative difficili. Nel caso specifico degli agenti penitenziari questo aspetto assume particolare rilievo vista la natura complessa del loro impiego quotidiano in ambienti chiusi e ad alta tensione come le carceri italiane.

La mancanza di dettagli ufficiali sulle motivazioni personali rende difficile comprendere appieno cosa abbia portato al gesto estremo ma richiama nuovamente l’attenzione sulla necessità di interventi mirati per supportare psicologicamente chi opera in questi ruoli delicati.

Impatto sull’organizzazione carceraria dopo il suicidio

La morte improvvisa dell’agente provoca inevitabilmente ripercussioni all’interno della struttura detentiva napoletana sia dal punto di vista emotivo che operativo. I colleghi devono affrontare non solo il dolore personale ma anche eventuali modifiche nell’organizzazione dei turni o nelle procedure interne dovute all’improvvisa assenza.

Le autorità competenti stanno svolgendo accertamenti per ricostruire con precisione quanto successo mentre continua il sostegno alle famiglie coinvolte attraverso canali istituzionali o associazioni dedicate agli operatori delle forze dell’ordine colpiti da eventi traumatici come questo.

Ultimo aggiornamento il 27 Giugno 2025 da Rosanna Ricci