Dopo anni di inattività e un lungo restauro, la ruota del Molino Vecchio di Gorgonzola è tornata a funzionare. Questo antico mulino, simbolo storico della città, riprende vita con un intervento complesso e atteso. Le operazioni di riapertura della chiusa della roggia Bescapera hanno permesso di ripristinare il flusso d’acqua necessario al movimento della grande ruota, riportando così in azione un pezzo importante del patrimonio locale.
Il restauro della ruota: un lavoro tecnico e simbolico
Il restauro portato a termine dalla ditta Pedretti Sas di Bienno ha richiesto competenze precise e l’attenzione di esperti, tra cui l’Associazione nazionale Amici dei Mulini storici. I lavori si sono concentrati sulla riabilitazione delle pale della ruota, che ora conta 72 nuove componenti in acciaio corten, materiale scelto per la sua resistenza e longevità. L’intervento ha voluto rispettare la funzionalità originaria e al contempo valorizzare l’aspetto estetico, rendendo visibile la bellezza di questa struttura storica.
Il flusso d’acqua indispensabile
La conclusione di questa fase ha atteso l’arrivo della portata d’acqua sufficiente dal Martesana, flusso indispensabile per il movimento meccanico. La chiusa della roggia Bescapera, rimessa in funzione, ha permesso di raggiungere questo requisito. L’inaugurazione ufficiale, seguita dagli amministratori comunali e in particolare dalla sindaca Ilaria Scaccabarozzi e dall’assessore Matteo Bolchini, ha avuto inoltre un significato emotivo particolare. La giornata è stata dedicata a Nadia Ornago, assessora ai Lavori pubblici scomparsa a gennaio, che aveva messo grande impegno nella tutela del Molino Vecchio.
La storia antica del molino vecchio e il suo legame con la martesana
Gli archivi rivelano che il Mulino Vecchio di Gorgonzola era attivo già nel 1490, quando era proprietà della Camera ducale. L’anno seguente passò a Gualtiero Bascapè, importante figura al servizio di Ludovico il Moro. In questo modo si certifica la longevità e la storicità del mulino, uno dei più antichi lungo il naviglio della Martesana ancora esistente. Lo storicismo attribuisce a questa struttura un ruolo chiave nell’industria locale, grazie alla macina di grano e cereali che si praticava da molti secoli, presumibilmente prima della scoperta dell’America.
Multifunzionalità nel tempo
Il Molino Vecchio ha lavorato per secoli con funzioni multiple, non solo legate alla trasformazione del grano ma anche ai torchi per semi oleosi. Ha accompagnato la vita agricola e produttiva della zona fino alla metà del XX secolo. Dopo la guerra, l’edificio ha attraversato un periodo di abbandono e degrado, fino all’acquisizione da parte del Comune nel 2005. La tutela è stata ufficializzata nel 2009 con l’inserimento nei beni vincolati, garantendo un livello di protezione da interventi invasivi e favorendo la pianificazione di un restauro organico.
Il valore culturale del molino e il coinvolgimento della comunità
Il lavoro di restauro e valorizzazione del Molino Vecchio non è solo un fatto tecnico, ma anche culturale. L’associazione locale Concordiola ha svolto un ruolo determinante, portando avanti iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi. Cristina Ricci, referente del gruppo, ha sottolineato come il mulino rappresenti un bene amato dalla comunità, oltre le apparenze e i semplici dati storici. Questo luogo incarna un legame profondo con la tradizione e l’identità di Gorgonzola.
Coinvolgimento delle scuole
Sui temi della memoria storica e dell’educazione si sono confrontate anche le scuole, in particolare l’istituto Marconi. Nei giorni scorsi, nell’ambito di un concorso promosso da Kopron, alcuni studenti sono stati premiati per lavori di ricerca che hanno riguardato proprio il Molino Vecchio. Tre di questi elaborati hanno approfondito aspetti storici e tecnici del mulino, confermando l’interesse verso un patrimonio che va oltre il semplice monumento, diventando un elemento vivo nelle vicende sociali e culturali cittadine.