
A Milano, una donna di 50 anni accusa l'ex compagno di aggressione sessuale; l'uomo è stato fermato e sono in corso indagini. - Unita.tv
Un episodio di violenza grave scuote Milano, con una donna di cinquant’anni che accusa l’ex compagno di un’aggressione sessuale a via Mosè Bianchi. Il caso, seguito subito dalle forze dell’ordine, ha portato a un fermo e alle prime indagini in corso nel quartiere.
La scoperta del fatto e il primo intervento sanitario
Lunedì sera, intorno alle 18, una passante ha notato una donna barcollante sul marciapiede di via Mosè Bianchi. La cinquantenne, originaria di El Salvador, sembrava sotto choc: aveva lo sguardo perso e non riusciva a mantenere la calma. Al momento dell’intervento dei sanitari dell’AREU, la donna ha raccontato di essere stata violentata. Di qui, il trasporto immediato verso la clinica Mangiagalli, dove ha ricevuto una prima assistenza specialistica nel Centro Antiviolenza della struttura.
Il fatto, capitato in una zona centrale di Milano, ha creato non poco allarme tra i residenti. Proprio per questo, la donna è stata seguita attentamente nei minuti successivi. L’AREU ha scelto di affidarla a un centro dedicato proprio alla tutela delle vittime di abusi, nel tentativo di fornire sostegno sia clinico che psicologico in un momento drammatico.
L’intervento della polizia e la denuncia formale
Poco dopo l’arrivo alla struttura ospedaliera, gli agenti del commissariato Sempione si sono fatti carico della denuncia della donna. Originaria di El Salvador, la cinquantenne ha subito raccontato il suo vissuto, parlando anche del rapporto con l’ex compagno indagato per l’aggressione. L’uomo, un italiano di quarantanove anni, è stato rintracciato all’interno del centro sociale Lambretta dove la coppia aveva vissuto fino a poche settimane prima.
Dalle ricostruzioni è emerso che i due si erano conosciuti circa cinque anni fa e avevano iniziato una relazione sentimentale. L’unione si era interrotta da poco, ma insieme erano andati a vivere al Centro Sociale Lambretta da gennaio, trovando quell’ambiente come unico rifugio nelle ore notturne.
Nel maggio precedente, la donna aveva già fatto una denuncia per lesioni, dopo aver subito maltrattamenti. Gli agenti dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico hanno raccolto la sua testimonianza, utilizzandola per emettere un fermo nei confronti del quarantanovenne.
Dettagli della presunta violenza e dinamiche della relazione
Secondo quanto riportato dagli atti dell’indagine, i maltrattamenti sarebbero cominciati poco dopo il trasferimento nel Centro Sociale, in via Lambratta, zona Crescenzago. La gelosia dell’uomo si era acuita per la presenza di altri uomini in quel luogo, complicando ulteriormente il rapporto.
L’aggressione sessuale sarebbe avvenuta nelle prime ore di lunedì 2 giugno, attorno alla mezzanotte. La donna ha descritto di aver terminato di pulire la cucina e di essersi seduta sul divano per riposare. A quel punto sarebbe stata svegliata bruscamente dall’ex compagno, che si sarebbe presentato nudo e, con forza, l’avrebbe fermata per le braccia. Il racconto testimonia una violenza improvvisa e non provocata, sulla quale si fondano le accuse e le indagini in corso.
Sviluppi giudiziari e posizione della difesa
Dopo il fermo, il quarantanovenne è stato interrogato dal giudice che ha rifiutato la convalida del provvedimento. Nonostante questo, è stata disposta una misura cautelare per impedire possibili rischi o interferenze con le indagini. L’uomo è difeso dall’avvocato Diego Fedele, che ha negato i fatti contestati e ha presentato una versione opposta a quella della donna.
La procura e gli agenti stanno proseguendo con maggiore attenzione per chiarire ogni aspetto della vicenda. Le verifiche punteranno a ricostruire nel dettaglio quanto accaduto e a trovare elementi concreti che possano corroborare il racconto della presunta vittima. Il Centro Antiviolenza e le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo, per tutelare sia la donna che la correttezza della procedura.