Home Cronaca Don Giuseppe Rugolo condannato a tre anni per violenza su minorenni: la corte d’appello di caltanissetta conferma parte della sentenza
Cronaca

Don Giuseppe Rugolo condannato a tre anni per violenza su minorenni: la corte d’appello di caltanissetta conferma parte della sentenza

Condividi
Condividi

La corte d’appello di Caltanissetta ha emesso una sentenza importante nel processo che vede coinvolto don Giuseppe Rugolo, sacerdote accusato di abusi sessuali su minori. La pena è stata ridotta rispetto al primo grado, ma la condanna resta solida. Il caso ha acceso un dibattito sulla responsabilità civile e sulle denunce relative a casi simili.

La sentenza della corte d’appello e le modifiche rispetto al primo grado

Il 2025 segna un capitolo decisivo nella vicenda giudiziaria che riguarda don Giuseppe Rugolo. La prima sezione penale della corte d’appello di Caltanissetta ha deciso una pena detentiva pari a tre anni per il sacerdote, riconoscendo però l’attenuante della tenuità del fatto per due delle vittime individuate nel procedimento. Questa decisione modifica la precedente condanna in primo grado che era stata fissata in quattro anni e sei mesi.

L’accusa originaria si basa soprattutto sulla denuncia presentata da Antonio Messina, giovane archeologo che ha denunciato gli abusi subiti da parte del religioso. In appello i giudici hanno confermato gran parte dell’impianto accusatorio, ritenendo valida la testimonianza di Messina. Un aspetto rilevante riguarda invece l’esclusione dalla responsabilità civile della diocesi di Piazza Armerina, che era stata chiamata in causa come responsabile indiretta degli eventi contestati.

Questa decisione rappresenta un punto cruciale perché delimita le responsabilità penali personali dal coinvolgimento delle istituzioni religiose locali nel procedimento giudiziario.

Reazioni in aula durante l’udienza e posizioni delle parti coinvolte

Durante l’udienza finale alla corte d’appello erano presenti tutte le parti interessate: il sacerdote imputato con i suoi difensori, le parti civili rappresentate da Antonio Messina insieme ai suoi genitori e alle associazioni contro ogni forma di violenza come Contro tutte le violenze e Rete l’Abuso.

I legali del sacerdote hanno espresso critiche verso il verdetto iniziale sostenendo che si sia trattato anche di un processo mediatico più che giudiziario; tuttavia questa linea non è stata accolta dai magistrati in appello. Don Rugolo era presente all’udienza ma non sono state riportate sue dichiarazioni dirette durante questa fase processuale.

Antonio Messina ha ribadito con fermezza il suo impegno nella ricerca della giustizia per quanto subito: “Ho sempre voluto solo ed esclusivamente giustizia”, ha detto sottolineando anche come restino aperti altri procedimenti riguardanti figure ecclesiastiche chiamate a rispondere per falsa testimonianza nell’ambito dello stesso filone investigativo.

Le associazioni civili hanno accompagnato con attenzione questo passaggio processuale evidenziando quanto sia delicata la questione delle denunce nei confronti dei preti pedofili soprattutto quando emergono intrecci tra avvocati difensori ed enti preposti alla tutela dei minori.

Implicazioni legali future e possibili sviluppi del caso

Nonostante la conferma parziale dell’impianto accusatorio da parte della corte d’appello permangono margini tecnici sui quali si concentreranno probabilmente ulteriori valutazioni legali nelle prossime settimane o mesi.

Il sostituto procuratore Gaetano Bono ha anticipato infatti che attenderanno motivazioni scritte dettagliate prima di decidere se presentare ricorso presso la Corte di cassazione su alcuni punti specifici ancora controversi o poco chiari nella sentenza emessa dagli appelli.

Parallelamente proseguono altre indagini collegate al caso principale; tra queste spicca quella sul vescovo Gisana e sul vicario giudiziale Vincenzo Murgano imputati per falsa testimonianza nell’ambito dello stesso procedimento penale relativo agli abusi sessuali contestati a don Rugolo.

Aspetti del procedimento giudiziario

Questo scenario segnala come non si tratti soltanto dell’accertamento dei fatti originari ma anche degli eventuali tentativi successivi tesi ad ostacolare o depistare il corso naturale della giustizia attraverso dichiarazioni mendaci davanti ai tribunali.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

Unita.tv è un sito d’informazione generalista che offre aggiornamenti su cronaca, politica, spettacolo, gossip, sport e altri temi d’attualità, con uno stile dinamico e accessibile.

Info & Comunicati

Per info e comunicati stampa inviare email a: info@unita.tv

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.