Diminuisce il numero di femminicidi in italia nei primi mesi del 2025, resta alta l’allerta sulle violenze di genere
Diminuiscono i femminicidi in Italia nei primi mesi del 2025, ma la violenza di genere rimane un problema grave. Necessari interventi legislativi e sociali per garantire supporto alle vittime.

I femminicidi in Italia sono diminuiti significativamente nei primi due mesi del 2025, grazie a misure di prevenzione, interventi legislativi e sensibilizzazione, ma la violenza di genere resta un problema grave e complesso che richiede continui sforzi istituzionali e sociali. - Unita.tv
I dati più recenti relativi ai femminicidi in Italia mostrano una riduzione significativa nel periodo gennaio-febbraio 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Questa diminuzione apre un confronto sulle misure adottate per contrastare la violenza di genere, ma il problema resta gravissimo e radicato. Le cifre e le azioni messe in campo dalle istituzioni si intrecciano con il lavoro di sensibilizzazione civile e il dibattito sulle strategie più efficaci da seguire.
Andamento dei femminicidi in italia nei primi mesi del 2025
Nei primi due mesi del 2025, in Italia sono state uccise otto donne, un dato che indica un calo del 60% rispetto a gennaio-febbraio 2024, quando le vittime furono venti. La diminuzione riguarda in particolare gli omicidi avvenuti in ambito familiare o affettivo, ambito in cui i casi sono scesi a sette, contro i diciassette dell’anno precedente. Sei donne sono morte per mano del partner o dell’ex partner, segnando una riduzione del 25% in confronto allo stesso periodo del 2024.
I dati del Ministero dell’Interno, che monitorano questa tipologia di crimine, confermano un trend di crescita dei femminicidi registrato dal 2020 fino al 2023, seguito da un calo del 6% nell’anno scorso. Nel 2024, le donne uccise sono state 113, con 61 casi legati a partner o ex partner. Questi numeri evidenziano che, pur se in diminuzione, la violenza di genere è una questione ancora molto presente nel nostro paese.
Leggi anche:
Azioni e strumenti adottati per contrastare la violenza
Per frenare i femminicidi, le forze dell’ordine e le autorità italiane hanno intensificato gli interventi di prevenzione e protezione. Nel 2024 gli ammonimenti sono aumentati di quasi il 100%, raggiungendo 8.604 provvedimenti che vietano al destinatario di avvicinarsi alla vittima. Tra questi, 2.746 ammonimenti sono stati relativi a casi di stalking o revenge porn, mentre 5.858 riguardano violenza domestica. Questi strumenti rappresentano un primo scudo contro gli atti di violenza reiterati.
Le modifiche legislative hanno rafforzato le possibilità di intervento. La legge n. 69 del 2019 e la più recente legge n. 168 del 2023 hanno introdotto misure più severe e nuove disposizioni, come il ricorso ai braccialetti elettronici per il controllo a distanza degli autori di violenza, utilizzati a seguito di ordinanze giudiziarie. Questi dispositivi permettono di monitorare il rispetto delle misure restrittive imposte. Nonostante ciò, si dibatte sull’efficacia di tali misure nel prevenire realmente i femminicidi, dato che spesso non si riesce a intervenire prima della tragedia.
Implicazioni e responsabilità nel contesto di roma
Il questore di Roma gioca una parte centrale nella gestione delle strategie di sicurezza per la capitale, specie sulle tematiche riguardanti la violenza di genere. Sebbene non emergano indicazioni precise su un incremento dei femminicidi a Roma, il suo ruolo riguarda l’implementazione degli ammonimenti e la supervisione delle misure cautelari su scala locale. La collaborazione con le forze di polizia è fondamentale per intercettare situazioni a rischio e qualificare la risposta tempestiva.
I questori regionali, tra cui quello di Roma, sono i principali responsabili nell’emissione degli ammonimenti sul territorio. L’incremento di queste misure nel 2024 riflette l’attenzione crescente sulle denunce relative a violenze domestiche. Questa attività si accompagna a un più stretto coordinamento con i servizi sociali e strutture di supporto per le vittime.
Le controversie sulle politiche contro i femminicidi
L’aumento degli ammonimenti e le nuove norme non chiudono il dibattito sulla gestione della violenza contro le donne. Diverse critiche si concentrano sul fatto che si tende a insistere troppo sulle misure punitive, senza sviluppare adeguatamente interventi di prevenzione e supporto psicologico alle vittime. La percezione è che manchi un approccio più ampio, che sappia intervenire prima che la violenza si trasformi in tragedia.
Un altro punto di discussione riguarda l’educazione sociale e culturale. La violenza di genere spesso affonda le radici in modelli culturali e stereotipi che fanno leva su asimmetrie di potere all’interno delle relazioni. Perciò, la battaglia contro i femminicidi richiederebbe anche un impegno sulla formazione e sensibilizzazione, rivolto ai giovani e al contesto familiare e scolastico.
Figure istituzionali e associazioni nella lotta contro i femminicidi
I principali rappresentanti delle istituzioni, come ministri e dirigenti delle forze dell’ordine, hanno ribadito l’impegno pubblico nel contrasto alla violenza di genere. Le comunicazioni ufficiali mettono l’accento sul rafforzamento del sistema giudiziario e sulla tutela delle vittime. Spesso però queste dichiarazioni si concentrano su aspetti procedurali e di sicurezza, senza sempre toccare i motivi di fondo della violenza.
Nel panorama delle iniziative, spiccano anche numerose associazioni femminili e gruppi di supporto. Questi attori si dedicano all’assistenza alle donne minacciate o vittime, e lavorano per favorire un cambiamento di mentalità nella popolazione. Il loro ruolo si rivela fondamentale nell’accompagnare le vittime verso percorsi di autonomia e fuori dalla violenza.
Fattori alla base del fenomeno e andamento recente
Il fenomeno dei femminicidi si lega a dinamiche complesse, basate principalmente sul controllo e il dominio nelle relazioni affettive. Questi rapporti possono evolvere in situazioni di rischio estremo per le donne, quando la violenza fisica e psicologica aumenta fino a causare l’omicidio.
L’abbassamento dei femminicidi nei primi due mesi del 2025 non si spiega con un’unica causa. C’entra l’innalzamento delle misure cautelari, l’aumento delle denunce e la maggiore sensibilizzazione collettiva. È però chiaro che la lotta contro questo fenomeno richiede continuità nelle azioni e un approccio che metta al centro la prevenzione.
I dati indicano che la questione non è risolta e che restano fondamentali interventi sia legislativi sia sociali, per tenere sotto controllo la violenza e offrire supporto concreto alle vittime. La responsabilità è di tutta la comunità, che deve vigilare e mantenere accesa l’attenzione su questo problema.