Il processo a carico di pietro federico crotti, accusato dell’omicidio della madre settantacinquenne piera stefanina riva, si è aperto davanti alla corte d’assise di milano. La difesa ha chiesto una perizia psichiatrica e un accertamento sullo stato di intossicazione da alcol e sostanze stupefacenti dell’imputato al momento dei fatti. L’anziana donna è stata trovata morta nell’appartamento in via wildt la notte del 13 gennaio 2025.
La richiesta della difesa: valutare lo stato mentale e l’intossicazione
L’avvocato carmelo scambia, legale di pietro federico crotti, ha presentato una istanza formale durante la prima udienza del procedimento penale. La domanda riguarda l’esecuzione di una consulenza tecnica che possa accertare se il suo assistito fosse sotto l’effetto di droghe o alcool mentre avrebbe commesso il delitto. Inoltre si punta a verificare le condizioni psichiatriche dell’uomo, considerando precedenti diagnosi mediche tra il 2020 e il 2024 che evidenziano dipendenza da cocaina e abuso alcolico.
Influenza delle condizioni sulle capacità decisionali
La difesa sostiene che queste condizioni potrebbero aver influito sulla capacità decisionale o sul controllo delle azioni nel momento in cui sarebbe avvenuto l’omicidio. Le analisi cliniche pregresse descrivono uno stato cronico caratterizzato da tossicodipendenza con episodi reiterati negli ultimi anni. Secondo questa linea processuale, gli esami tecnici potrebbero fornire elementi utili per valutare eventuali attenuanti legate allo stato psicofisico.
Le accuse contestate dalla procura: omicidio volontario aggravato
La pubblica accusa rappresentata dalla pm giancarla serafini contesta a crotti il reato grave dell’omicidio volontario aggravato da premeditazione oltre che dai motivi abietti e futili nonché dai maltrattamenti nei confronti della vittima anziana. Gli inquirenti ipotizzano che l’uomo abbia pianificato l’atto violento contro sua madre ed abbia agito con crudeltà ingiustificata.
Ricostruzione dei fatti secondo gli investigatori
Secondo la ricostruzione investigativa emersa dalle indagini condotte dalla squadra mobile milanese, nella notte tra il 12 ed il 13 gennaio crotti avrebbe strangolato piera stefanina riva utilizzando una cintura come strumento letale. Successivamente avrebbe tentato di simulare un incidente domestico facendo credere ai soccorritori intervenuti che la morte fosse dovuta ad una caduta accidentale all’interno dell’abitazione.
I dettagli delle indagini: foto, video falsamente affettuosi e prelievo dal conto corrente
Le forze dell’ordine hanno raccolto prove significative attraverso intercettazioni digitali effettuate sul telefono cellulare del sospettato subito dopo i fatti contestati. È emerso infatti che prima di chiamare i soccorsi aveva scattato fotografie ed effettuava riprese video mostrando il corpo senza vita della madre mentre recitava espressioni simulate d’affetto verso la donna defunta.
In quei filmati dichiarava “falsamente che lei era caduta sbattendo la testa mentre lui non poteva intervenire perché indossava cuffie auricolari durante quell’intervallo temporale critico.” Dopo questa messinscena telefonò poi al numero unico per le emergenze chiedendo aiuto ma raccontando un evento diverso dalla realtà criminale accertata dagli investigatori.
Un altro elemento rilevante riguarda un prelievo bancario illecito compiuto dall’imputato subito dopo aver ucciso sua madre: circa trentamila euro sono stati sottratti dal conto corrente intestatole senza autorizzazione né consenso alcuno documentabile dagli inquirenti.
Posizioni contrapposte sulla necessità della perizia tecnica
La pm serafini si oppone alla richiesta avanzata dall’avvocatura difensiva sostenendo come gli accertamenti svolti finora abbiano escluso qualsiasi assunzione recente di sostanze stupefacenti o alcool nella notte fatidica; inoltre ritiene infondata ogni ipotesi relativa ad alterazioni psichiatriche capaci d’incidere sulle responsabilità penali del soggetto coinvolto nel caso giudiziario milanese.
Il collegio giudicante formato dai giudici togati bertoja e fioretta dovrà pronunciarsi sull’ammissione degli esperti incaricati entro l’udienza fissata per metà settembre prossimo; tale decisione influirà sull’evoluzione stessa del dibattimento processuale riguardante uno dei casi più delicati trattati quest’anno nelle corti lombarde.