Arriveranno domani all’aeroporto di Linate, provenienti da Gaza, dieci bambini feriti gravemente nel conflitto recente. Saranno curati in varie strutture sanitarie italiane, con una parte assegnata all’assistenza lombarda. Le condizioni di salute dei piccoli richiedono interventi specialistici e un accompagnamento attento delle rispettive famiglie. L’arrivo è organizzato sotto stretto controllo sanitario e istituzionale, mentre si attende un possibile seguito con altri trasferimenti.
I pazienti che saranno curati in lombardia
Tre dei dieci bambini verranno presi in carico da ospedali lombardi. Tra questi c’è Adam, un bambino rimasto l’unico sopravvissuto della sua famiglia dopo il bombardamento della loro casa a Gaza. Adam verrà ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano. Le sue ferite includono fratture alle braccia e danni ai nervi, escludendo ustioni. Sarà assistito dalla madre, dalla sorella del marito deceduto e dai figli di questa sorella. La struttura ospedaliera ha organizzato un’accoglienza dedicata sia al bambino che ai suoi famigliari, coordinando un supporto integrale.
Gli altri due bambini della Lombardia saranno affidati rispettivamente al Papa Giovanni XXIII di Bergamo e al Policlinico di Milano. Quello di Bergamo presenta politraumi e lesioni interne di grave entità. La situazione è considerata critica tanto da prevedere un trasporto in eliambulanza se necessario. Anche lui arriverà accompagnato da parenti stretti. Il terzo bambino, destinato al Policlinico di Milano, ha varie fratture e una seria lesione polmonare, che richiede cure intensive.
Modalità di arrivo e ruolo delle istituzioni
L’aereo con i piccoli pazienti è atteso per il tardo pomeriggio alla pista di Linate. La gestione dell’operazione è affidata a Areu, il servizio regionale di emergenza, che garantirà tutta l’assistenza in fase di sbarco e trasferimento. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha segnalato la sua intenzione di essere presente all’arrivo. L’iniziativa rientra in un piano più ampio che potrebbe prevedere ulteriori accoglienze mediche per altri bambini colpiti dal conflitto.
La Prefettura di Milano supporta l’accoglienza famigliare, con compiti precisi nella gestione logistica delle presenze. Al Papa Giovanni di Bergamo esiste una struttura dedicata all’accoglienza per bambini che offrirà assistenza ai parenti del piccolo ricoverato lì. La stessa cura è prevista per i familiari di Adam presso il Niguarda, con un’attenzione particolare a stabilire condizioni di ospitalità adeguate.
Supporto linguistico e assistenza medica dedicata
La comunicazione tra personale medico e famiglie, tutte di lingua araba, sarà garantita da medici e infermieri palestinesi presenti in Italia, che parlano l’arabo. Questi professionisti lavoreranno assieme a mediatori culturali e linguistici attivati dagli enti locali per agevolare il rapporto tra pazienti, parenti e strutture sanitarie. Il lavoro di mediazione risulta fondamentale per garantire la piena comprensione delle procedure mediche e un’assistenza tempestiva.
L’organizzazione ha previsto un sistema di supporto che coinvolge più figure con competenze linguistiche e professionali per assicurare che i bambini e le loro famiglie ricevano un trattamento umano e adeguato fin dal loro arrivo in Italia. Questi interventi mirano a superare le difficoltà causate dalla diversa lingua e dal trauma subito, facilitando così il percorso di cura e accoglienza.
Trasferimento e iniziative umanitarie
Il trasferimento di questi bambini da Gaza si inserisce nel quadro di iniziative umanitarie promosse dalle istituzioni italiane per fronteggiare le conseguenze del conflitto e garantire cure mediche che altrimenti sarebbero impossibili da ricevere sul luogo di provenienza. L’esperienza dei primi trasferimenti fornirà indicazioni per eventuali prossime operazioni di soccorso medico internazionale.