Detenuto evaso a milano uccide una donna e ferisce un collega prima di suicidarsi al duomo

Un detenuto per omicidio, Emanuele De Maria, evade dal carcere di Bollate, aggredisce un collega e si sospetta sia responsabile della morte di Chamila Wijesuriya prima di suicidarsi al Duomo di Milano.
Un detenuto per omicidio evaso dal carcere di Bollate ha aggredito un collega, ucciso una donna e si è suicidato gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano. - Unita.tv

Un uomo detenuto per omicidio è scappato dal carcere di Bollate mentre svolgeva un lavoro esterno in un hotel vicino alla stazione centrale di Milano. In seguito ha ferito gravemente un collega e si sospetta abbia ucciso una donna. L’indagine ha preso una piega drammatica quando l’evaso si è tolto la vita gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano.

Fuga dal carcere e aggressione all’hotel berna

Emanuele De Maria, 35 anni, stava lavorando all’hotel Berna, un albergo nei pressi della stazione centrale di Milano, dove era impiegato a tempo indeterminato. Dopo aver terminato il turno del venerdì, non è rientrato al carcere di Bollate, da cui aveva ottenuto un permesso per il lavoro esterno. La sua assenza ha subito allarmato i responsabili e le forze dell’ordine.

Aggressione a un collega

Tra sabato all’alba De Maria ha aggredito con un coltello cinque volte Hani Nasr, collega barista di origine egiziana. L’uomo è stato sottoposto a delicati interventi chirurgici ma ora è fuori pericolo. Le modalità e il movente dell’aggressione intrecciano rapporti personali complicati, ancora sotto inchiesta della squadra mobile della questura di Milano e del pm Francesco De Tomasi.

La vittima scomparsa e il ritrovamento nel parco nord

Il dramma ha assunto una dimensione più grave con la scomparsa di Chamila Wijesuriya, una donna di 50 anni, italiana di origine cingalese, impiegata anch’essa all’hotel Berna. Il marito ne aveva denunciato la sparizione dopo che non si era presentata al lavoro venerdì pomeriggio. Il cellulare di Chamila è stato rinvenuto da un addetto dell’Atm nei pressi della fermata Bignami della metropolitana, vicino al Parco Nord.

Domenica pomeriggio, grazie all’intervento dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano e di Sestu San Giovanni e al supporto dei Vigili del Fuoco, è stato individuato il corpo di Chamila vicino al Parco Nord. Tutti gli elementi fanno pensare che De Maria sia responsabile di questo secondo femminicidio, innescato da motivazioni che si stanno ancora ricostruendo.

Il passato criminale di emanuele de maria

Emanuele De Maria era detenuto per aver ucciso una giovane tunisina, Oumaima Rache, di 23 anni, nel 2016 a Castel Volturno, provincia di Caserta. Dopo quell’omicidio, era fuggito all’estero ma era stato arrestato due anni dopo in Germania al confine con i Paesi Bassi. Successivamente ha trascorso il periodo in carcere a Secondigliano fino al trasferimento a Bollate.

Nel carcere milanese aveva ottenuto un permesso per lavoro esterno, una opportunità che avrebbe dovuto segnare un nuovo inizio. Invece ha usato quella possibilità per agire nuovamente in modo violento, con risultati tragici e sconvolgenti.

Gli ultimi momenti prima del suicidio al duomo

Domenica pomeriggio, dopo 48 ore di latitanza che hanno mobilitato le forze dell’ordine in tutta la regione, De Maria si è presentato regolarmente all’ingresso del Duomo di Milano pagando il biglietto. Senza esitazione si è arrampicato fino alle terrazze alte 40 metri e si è gettato giù.

Il corpo è stato individuato rapidamente dai carabinieri, anche grazie a diversi tatuaggi visibili che hanno confermato la sua identità. Con sé aveva frammenti di documenti personali, ulteriori prove utili a chiudere il cerchio sulle sue azioni e responsabilità.

Il caso continua a tenere sotto osservazione le autorità giudiziarie e di polizia, impegnate nel verificare tutte le circostanze che hanno portato a questa catena di eventi tanto violenta quanto drammatica.