Home Detenuto di bollate ricoverato per assunzione di cocaina in infermeria, si riaccendono le critiche sulla gestione carceraria

Detenuto di bollate ricoverato per assunzione di cocaina in infermeria, si riaccendono le critiche sulla gestione carceraria

Il carcere di Bollate è al centro di polemiche dopo il ricovero di un detenuto per cocaina, evidenziando gravi problemi di sicurezza e gestione secondo il sindacato della polizia penitenziaria.

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Il carcere di Bollate è al centro di critiche per problemi di sicurezza evidenziati dal sindacato di polizia penitenziaria, dopo il ricovero di un detenuto per uso di cocaina in infermeria e numerosi casi di traffico di droga all’interno della struttura. - Unita.tv

Il carcere di Bollate torna al centro dell’attenzione dopo il ricovero di un detenuto di 50 anni per aver assunto cocaina all’interno del reparto infermeria. La denuncia arriva dal sindacato della polizia penitenziaria, che mette in luce problemi persistenti di sicurezza all’interno della struttura. Lo sconcerto degli agenti si accompagna a richieste di interventi concreti sull’organizzazione e la gestione della casa di reclusione.

Il caso del detenuto e la reazione del sindacato

Il fatto è accaduto all’interno del carcere di Bollate, una delle strutture più note vicino a Milano, rinomata per il suo trattamento avanzato dei detenuti. Un uomo di 50 anni è stato trasferito in ospedale dopo aver fatto uso di cocaina proprio nel reparto infermeria del penitenziario. Matteo Savino, vicesegretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria , ha definito l’episodio “sconcertante”. Secondo lui, la percezione diffusa dai media sulla realtà del carcere non corrisponde a quanto accade realmente dietro le sue mura. Le segnalazioni di problemi strutturali e gestionali, secondo il Sappe, continuano a essere ignorate dalle autorità.

Rischio sicurezza e ordine nel carcere

Questo evento riporta al centro il dibattito sul funzionamento dell’istituto, soprattutto alla luce di episodi legati al traffico e al consumo di sostanze dentro il carcere. I poliziotti penitenziari, coinvolti ogni giorno nel controllo dei reclusi, denunciano una situazione deteriorata, con rischi evidenti per sicurezza e ordine.

Precedenti di sequestri droga e criticità interne

Non si tratta di un episodio isolato. Già a gennaio scorso, durante una perquisizione nel carcere di Bollate, furono ritrovati e sequestrati circa 116 grammi di droga, tra hashish e altre sostanze. Il sequestro coinvolse il primo reparto, riservato ai detenuti assegnati al lavoro esterno, e il terzo reparto. Questi dati confermano una presenza significativa di sostanze stupefacenti all’interno della struttura, nonostante la sua reputazione di istituto modello.

Tasso di recidiva e problemi crescenti

Il carcere, noto per mantenere un tasso di recidiva molto basso, intorno al 7%, rispetto a medie molto più alte in altri istituti , ha però visto accendersi negli ultimi mesi vari eventi critici. Le contestazioni del sindacato mettono in evidenza il disagio crescente tra gli agenti penitenziari e la fragilità delle condizioni di sicurezza.

Il sindacato e le tensioni legate all’ordine interno del carcere

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha commentato la situazione sottolineando come la narrazione pubblica sul carcere di Bollate spesso minimizzi i problemi reali affrontati quotidianamente dagli agenti. Dopo episodi gravi quali l’evasione di un detenuto che aveva ucciso una collega di lavoro e si era lanciato dal Duomo di Milano, e un altro episodio di mancato rientro da un lavoro esterno, il sindacato insiste nel chiedere una maggiore attenzione alla sicurezza.

Preoccupazioni e tolleranza verso i detenuti

Capece ha espresso preoccupazione per l’eccessiva tolleranza che a volte viene mostrata verso i detenuti, molti dei quali non rispettano regole basilari. Gli agenti, invece, sono impegnati costantemente nel mantenimento dell’ordine e nel contenere tensioni che rischiano di degenerare in situazioni difficili da gestire. Il rischio è che eventi come quello dell’assunzione di droga in infermeria diventino sintomo di problemi più profondi nella gestione del penitenziario.

Una realtà lontana dall’immagine “idilliaca” raccontata

La vicenda del detenuto ricoverato per cocaina si innesta in una lunga lista di episodi che smascherano una situazione meno tranquilla di quanto venga descritta pubblicamente. Il carcere di Bollate, pur vantando risultati positivi in termini di riduzione della recidiva, soffre di episodi frequenti di illegalità e violenza interna.

Dubbi sulla capacità di garantire sicurezza

Il continuo susseguirsi di eventi critici non fa che sollevare dubbi sulla capacità delle autorità di garantire un ambiente sicuro, non solo per gli agenti ma anche per i detenuti stessi. La denuncia del sindacato penitenziario indica che senza interventi seri e misure di controllo più rigorose, il rischio di ulteriori emergenze rimane alto.

Allo stato attuale la gestione del carcere di Bollate sembra in bilico tra risultati positivi e difficoltà strutturali. Le prossime mosse dell’amministrazione saranno osservate con attenzione da chi lavora ogni giorno al mantenimento della sicurezza dentro le mura del penitenziario.